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Le rondini di Montecassino 06/09/2010 -

Helena Janeczek
Le rondini di Montecassino
Guanda


Nel 1997 ha stupito con il romanzo Lezioni di tenebra, il racconto di un viaggio di ritorno di una donna e sua figlia (l’autrice e la madre) da Auschwitz. Ora Helena Janeczek (nata in Germania da una famiglia di ebrei polacchi 46 anni fa, vive in Italia dal 1983) pubblica un grande affresco che parte dalla storica battaglia di Montecassino tra nazisti e alleati che portò alla distruzione dell’abbazia benedettina.
L’idea di fondo di questo romanzo è che ciò che ci lega al passato non è tanto una lezione che avremmo dovuto imparare, ma un rapporto diretto tra noi e coloro che abbiamo amato.

Storia degli ebrei 10/09/2009 -

Paul Johnson
Storia degli ebrei
TEA

Storico e giornalista inglese, Paul Johnson affronta in questo saggio una storia che si snoda lungo un arco di 4000 anni dai tempi biblici ai giorni nostri, partendo da Abramo fino alla formazione dello Stato d’Israele. Agli estremi si delineano i due fondamentali contributi degli ebrei alla storia dell’umanità: la fede in un unico Dio e l’influenza esercitata nella formazione di quel complesso di concetti che va sotto il nome di modernità. In queste pagine ricche di informazioni preziose l’autore analizza le caratteristiche del pensiero ebraico anche in rapporto con gli altri popoli e le altre religioni rivelate, tracciando la storia di un popolo che ha conosciuto dolori e distruzioni e che è riuscito a sopravvivere grazie alla forza di una fede e di un’ostinazione spirituale insuperata.

Il comandante dell’Exodus 15/04/2010 -

Yoram Kaniuk
Il comandante dell’Exodus
Einaudi

E’ la storia di Yossi Harel, il comandante dell'Exodus, una delle quattro navi che, tra il 1945 e il 1948, tentarono di portare in Palestina gli ebrei sopravvissuti all'Olocausto, sfidando il divieto inglese di introdurre profughi in quella terra che era sotto il mandato britannico. Ma l'Exodus fu attaccata dai soldati inglesi e costretta a far rotta verso Amburgo, i suoi passeggeri furono ammassati in campi di internamento e solo con la fine del mandato britannico poterono tornare in Palestina. In questo libro l’autore testimonia uno dei periodi piú drammatici della storia ebraica interrogandosi su quella tragedia con emozione, sensibilìtà e un linguaggio capace di poesia.

Fabricating Israeli History 26/05/2014 -

Efraim Karsh
Fabricating Israeli History
London F. Cass

Efraim Karsh, professor of Political Studies at Bar Ilan University (where he is also a senior research associate at the Begin-Sadat Center for Strategic Studies) and a principal research fellow of the Middle East Forum, a Philadelphia based think tank,  wrote an interesting book.

Israeli historiography is under assault by "new historians" exposing "Zionist narrative". This text takes issue with these "revisionists", arguing that they have ignored or misinterpreted much documentation in developing their analysis of Israel's history.

Karsh (a professor of Mediterranean Studies at the University of London) presents the first full-length and detailed rebuttal to those Israeli scholars who call themselves the "new historians." This group, whose ranks include  Ilan Pappé, and Avi Shlaim, seeks to expose Zionism as a rapacious movement and Israel as the actor that bears nearly full responsibility for the Arab-Israeli conflict and the Palestinian plight. Noting that others have critiqued the new historians' ignoring important source materials, Karsh concentrates on proving that "the very documentation used by these self-styled champions of `truth and morality' reveals a completely different picture from that which they have painted."
Elaborating on the argument first made in his June 1996 article in the Middle East Quarterly, Karsh focuses on three main issues: David Ben-Gurion's alleged endorsement of "transferring" Arabs out of the territory to become Israel, "collusion" between the Zionist movement and King `Abdallah of Jordan to snuff out a Palestinian state, and secret British support for this joint effort. To establish his case, Karsh digs deeply into the documentary record, even going so far as to interpret crossed-out sections in Ben-Gurion's handwritten letters. That's all vital to making his case, but Karsh's key strength is the application of unprejudiced common sense to clarify issues clouded by the pseudo-scholarship of propagandists
”.
(Daniel Pipes, Middles East Forum Philadelphia)

La mia testimonianza dinanzi al mondo 10/05/2013 -

Jan Karski
La mia testimonianza dinanzi al mondo   
A cura di Luca Berbardini    
Adelphi

"Racconti tutto ciò di cui ha fatto esperienza personale, tutto ciò che ha visto e udito. Riporti i fatti e lasci che chi ascolta possa trarre le sue conclusioni": con questo viatico il premier del governo polacco in esilio mandò Jan Karski a informare i grandi della terra di quello che accadeva agli ebrei nel suo Paese. Il giovane ex ufficiale di riserva dell'esercito polacco, unitosi alla resistenza nel 1939, aveva compiuto infatti un'impresa inaudita: era riuscito a infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di sterminio di Belzec - e, cosa ancora più inaudita, era riuscito a venirne fuori. Il suo compito, quindi, era uno solo: testimoniare. Cosa che fece: ma senza essere creduto. Forse perché al Rapporto Karski era impossibile credere: giacché il cervello umano "non può andare oltre un certo limite ". O perché, per motivi squisitamente strategici, si scelse di non credere. La questione resta tuttora aperta. Questo libro però non racconta soltanto ciò che conteneva quel rapporto, ma tutte le avventure da lui vissute nel corso della guerra: l'arresto da parte dei sovietici, che poi lo consegnano ai tedeschi; la prima evasione; le missioni di collegamento con il governo in Francia; l'arresto da parte della Gestapo e le torture subite; la seconda evasione da un ospedale a opera della resistenza; la sua missione di testimonianza. Tutti "fatti", appunto, che vengono narrati senza alcuna enfasi, in uno stile asciutto e laconico - e proprio per questo tanto più efficace. Dimenticato nel dopoguerra in ragione dei nuovi assetti politici mondiali, Karski sarà riscoperto e intervistato dal regista Claude Lanzmann per il celeberrimo Shoah (1985), che darà l'avvio alla seconda fase della sua missione: ricordare l'indifferenza degli Alleati di fronte al consumarsi del genocidio.

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