venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Ansa - Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.08.2011 Mosè di Rossini reinterpretato da Graham Vick, una regia che sa di antisemitismo
Il senatore Pdl Elio Massimo Palmizio annuncia un'interrogazione al ministro del Beni Culturali

Testata:Ansa - Corriere della Sera
Autore: Redazione di Ansa - Giuseppina Manin
Titolo: «Musica, ROF: Cantante israeliana non approva regia, assiste alla generale, ma se ne va dopo mezz'ora - Musica, ROF: Palmizio (PDL), rilettura 'Mosè' antisemita, fetore antigiudaismo in regia Vick, interrogazione parlamentare - Applausi e tensioni per il»

Pubblichiamo i due lanci ANSA titolati " Musica, ROF: Cantante israeliana non approva regia, assiste alla generale, ma se ne va dopo mezz'ora " e " Musica, ROF: Palmizio (PDL), rilettura 'Mosè' antisemita, fetore antigiudaismo in regia Vick, interrogazione parlamentare  ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 41, l'articolo di Giuseppina Manin dal titolo  " Applausi e tensioni per il Mosè-Bin Laden. E arriva la polizia ".

Sullo stesso argomento, invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di questa mattina, pubblicata in altra pagina della rassegna.
Ecco i pezzi:

ANSA - " Musica, ROF: Cantante israeliana non approva regia, assiste alla generale, ma se ne va dopo mezz'ora  "


Graham Vick

PESARO, 11 AGO - Un Mosé troppo simile a Bin Laden, un popolo ebreo oppresso troppo simile ai palestinesi o ai ceceni. La regia di Graham Vick di Mosé in Egitto, che va in scena in prima questa sera all'Adriatic Arena, piena di riferimenti alla situazione in Medio Oriente non è piaciuta ad una cantante di origine israeliana, presente a Pesaro per un altro titolo nel cartellone della rassegna: ha assistito alla prova generale di due giorni fa (aperta a tutti gli artisti e ad alcuni ospiti), ma se ne è andata dopo appena mezz'ora, irritata da una lettura scenica da lei ritenuta antisraeliana o filopalestinese. Lo spettacolo, che nelle intenzioni del regista inglese punta il dito contro tutti i fondamentalismi e le stragi commesse «nel nome di Dio» è ricco di momenti forti. Come un attacco terroristico in platea, con le maschere che sbarrano le porte di sicurezza e aprono le divise, mostrando cinture di esplosivo. Altro elemento di forte impatto è un muro tappezzato di foto di persone scomparse, con scritte in varie lingue, come quelli che si vedevano dopo l'11 settembre 2001 vicino a Ground Zero. Ma del resto la totale libertà delle scelte registiche è da sempre una delle cifre del Rossini Opera Festival, intransigente invece sul versante musicale nel proporre i titoli del grande compositore pesarese nelle edizioni critiche curate dalla Fondazione Rossini. Per Mosé in Egitto, opera del periodo napoletano, successivamente ripresa e rielaborata per il pubblico francese con il titolo Moise e Pharaon, l'edizione critica è curata da Charles Brauner. Tra gli interpreti Riccardo Zanellato, nel ruolo del titolo, Sonia Ganassi, Dmitry Korchak, Alex Esposito. Roberto Abbado dirige l'orchestra e il coro del Teatro Comunale di Bologna.

ANSA - " Musica, ROF: Palmizio (PDL), rilettura 'Mosè' antisemita, fetore antigiudaismo in regia Vick, interrogazione parlamentare "


Elio Massimo Palmizio

PESARO, 11 AGO - Il 'Mose' in Egittò di Rossini per la lettura del regista inglese Graham Vick non è ancora andato in scena (debutta stasera al Rof a Pesaro), ma c'è già sentore di interrogazioni parlamentari per una rilettura della trama che si annuncia «sconcertante, per non dire offensiva, che arriva a paragonare la condizione del popolo ebraico prigioniero in Egitto a quella odierna dei palestinesi, e fa assurgere un terrorista di calibro internazionale come Osama Bin Laden al ruolo guida di un'intera popolazione quale fu Mosé». Lo afferma il sen. del Pdl Elio Massimo Palmizio (già componente del cda del Teatro Comunale di Bologna), che in base alle indiscrezioni di stampa sull'allestimento sente aleggiare «il fetore non solo dell'antisemitismo ma anche dell'antigiudaismo». Forse, osserva, «non ci si rende forse conto che, tramite operazioni culturali, o definite tali, si possono fare danni enormi». E «fomentare ogni tipo di odio in un momento già di per sè grave, visto che a settembre l'Onu potrebbe unilateralmente riconoscere lo Stato palestinese, scavalcando ogni tentativo di negoziato». Il parlamentare sta valutando se presentare un'interrogazione al ministero dei Beni culturali, «dal momento che il Rossini Opera Festival accede ai contributi statali».

CORRIERE della SERA - Giuseppina Manin : " Applausi e tensioni per il Mosè-Bin Laden. E arriva la polizia "


Gioacchino Rossini

Giuseppina Manin registra il successo ottenuto dal 'Mosè' di Rossini, successo non certo dovuto alla regia di Vick, e scrive, nelle ultime righe del suo articolo: " E il senatore Pdl Elio Massimo Palmizio, adirato più di Mosè, pur non avendo visto lo spettacolo, lo accusa di «fomentare l'odio», minacciando addirittura un'interrogazione al ministro del Beni Culturali. ". Palmizio minaccia 'addirittura' un'interrogazione parlamentare. Non si capisce per quale motivo non possa farlo, nè per quale motivo sarebbe un'esagerazione farlo.
Il fatto che le proteste siano state ridotte, non rende la regia di Vick esente dalle accuse di antisemitismo.
Ecco il pezzo:

PESARO — Rossini si sarebbe stupito ma forse anche divertito. Che il suo Mosè, quasi 200 anni dopo il debutto al San Carlo di Napoli, suscitasse tanto scandalo e polemica, certo non se lo sarebbe immaginato. Spiritoso e laico qual era, il grande pesarese forse se la ride di quel vespaio di chiacchiere simile al turbinoso venticello della Calunnia, forse si è unito agli applausi che ieri sera hanno accolto, insieme però a molte contestazioni, la «prima» del suo Mosè in Egitto nel nuovo, provocatorio, ammirato, denigrato, allestimento di Graham Vick, scene e costumi di Stuart Nunn. Spazzando via comandamenti e Mar Rosso, il celebre regista inglese, ha riletto la vicenda biblica alla luce di quel che è successo nel mondo negli ultimi 10 anni.
E così Mosè ha preso le sembianze di un Bin Laden che alza il mitra al cielo, invoca Dio per maledire, spinge alla guerra santa. E così Dio gli risponde, aizzando contro i nemici Egizi kamikaze pronti a farsi esplodere e sterminando con il gas i primogeniti.
E così la platea si ritrova coinvolta in quelle drammatiche immagini a cui ci hanno abituato i Tg, ma stavolta le vittime insanguinate e le teste di cuoio sono in sala, pronte a mostrare le ferite o a spianare le armi contro lo spettatore. Un bello choc per il Festival Rossiniano che la sera prima aveva aperto la sua 32ma edizione con una rassicurante edizione di Adelaide di Borgogna firmata da Pier'Alli, direttore Dmitri Jurowski, Jessica Pratt nel ruolo del titolo e una strepitosa Daniela Barcellona in quello «en travestì» di Ottone. Per Mosè invece è salito sul podio dell'Orchestra e Coro del Comunale di Bologna, Roberto Abbado, maestro tra i prediletti del Festival, che ne ha dato una lettura analitica e appassionata insieme, esaltando il fulgore di un'opera costellata di parti corali, culminante nel commovente «Dal tuo stellato soglio». Intonato da Mosè (Riccardo Zanellato), applaudito con Alex Esposito (Faraone), Sonia Ganassi (Elcia), Yiaie Shi (Aronne). Un trionfo per il direttore Roberto Abbado, mentre il regista Vick ha diviso la platea tra entusiasti e indignati. Tensione nel loggione alla scena delle maschere antigas, commentate con il grido «vergogna». E un seguito di battibecchi così vivaci da richiedere l'intervento della polizia.
«Rispetto alla successiva edizione francese, questa di Napoli è più tesa e compatta — sostiene Roberto Abbado —. Una partitura strutturata a grandi blocchi dove cori e concertati sono tra i più potenti e belli». Pur essendo il soggetto religioso, l'opera però non lo è affatto. «Privilegia lo scontro tra due popoli, due civiltà, due culture. Su questo si innesta l'amore contrastato di un uomo e una donna dei due schieramenti opposti. Uno scontro tra potere politico e dramma privato che diventerà esempio per le grandi opere verdiane». Ma nella sfida tra Egizi ed Ebrei la musica, assicura, non prende parti. «Per Rossini non ci sono buoni o cattivi. Vocalmente il ruolo più sfaccettato è quello del Faraone, tormentato nelle sue decisioni. Per Mosè invece adotta un canto declamato, sul modello del Commendatore nel Don Giovanni mozartiano».
Brontolii e accuse alla regia c'erano stati anche prima dello spettacolo. La soprano di origini israeliane Hila Baggio, impegnata nella Scala di seta, terzo titolo del Festival, ha manifestato il suo disappunto andandosene dalla prova generale dopo il primo atto.
E il senatore Pdl Elio Massimo Palmizio, adirato più di Mosè, pur non avendo visto lo spettacolo, lo accusa di «fomentare l'odio», minacciando addirittura un'interrogazione al ministro del Beni Culturali.

Per inviare la propria opinione a Ansa e Corriere della Sera, cliccare sulle e-mail sottostanti


redazione.internet@ansa.it
lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT