La Corte Penale Internazionale e l'ONU, due istituzioni che rappresentano l'odio mondiale contro Israele
Diario di guerra di Deborah Fait
Corte Penale Internazionale. Il Sud Africa accusa Israele di genocidio e la Corte, invece di archiviare, procede con un processo politico. E ora potrebbe spiccare un mandato di arresto anche per il premier Netanyahu. Lo stesso avviene, con strumenti politici, anche all'ONU. I massimi organismi internazionali ormai sono l'epicentro dell'odio contro Israele
Per chi vuole eliminare Israele è molto più facile farlo se lo si trasforma in uno Stato paria. Che ci vuole? Lo si accusa di difendersi “troppo”, non si prendono in considerazione i crimini commessi dal nemico palestinese, anzi si negano stupri e barbarie. Il ministro della intelligence israeliano, Gila Gamliel, ha amaramente dichiarato “Le donne ebree non vengono riconosciute quando vengono stuprate, decapitate, date alle fiamme e rapite. Vedo alcuni leader mondiali e mi vergogno di loro. Non si tratta di essere ebrei, musulmani o cristiani, si tratta di umanità. Le Nazioni Unite dovrebbero essere al fianco delle donne di tutto il mondo sulla base di principi, ma questi principi chiaramente non si applicano quando si tratta di donne ebree". Le donne ebree , come cinicamente pensa qualcuno, devono essere abituate a soffrire perciò non vanno prese in considerazione. Vanno snobbate come hanno fatto i movimenti femministi, vanno dimenticate con i loro bambini soffocati nel loro sangue.
Adesso la Corte Penale Internazionale vuole emettere mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e i suoi ministri. Cioè vuole un mandato di arresto contro lo stato sovrano di Israele, ambisce a rendere ancora più difficile e pericolosa la vita del popolo ebraico. Non è la prima volta, già anni fa, ben centomila cittadini britannici avevano firmato una petizione per arrestare Netanyahu, dopo una delle operazioni a Gaza, in risposta alle grandinate di migliaia di missili su Israele. All’epoca molti ministri israeliani avevano dovuto cancellare le visite diplomatiche o per lavoro, in Europa, per evitare l’arresto. Inconcepibile, disgustoso, spaventoso. Eppure è accaduto e accade ancora gettando su Israele una luce malvagia di odio e disprezzo. È questione di ore e poi si conoscerà anche la risposta di Hamas alle proposte di Israele. È immorale che un paese aggredito debba lasciare la possibilità di decidere all’aggressore che ha commesso atrocità inenarrabili su civili di tutte le età. Quando mai un paese sovrano ha dovuto trattare con dei terroristi infami e barbari? E perché il mondo, questo mondo antisemita, pretende che lo faccia Israele? La società civile avrebbe dovuto stare dalla parte di Israele nell’immediatezza di quanto accaduto il 7 Ottobre. Invece fin dai primi giorni ha cincischiato con frasi cretine, frasi fatte, che orrore, che orrore…e adesso come reagirà Israele? Ecco questa era l’unica preoccupazione! Come reagirà Israele e quando ha reagito sono incominciate le geremiadi. “Reazione sproporzionata…non si fa così…e i civili?” Le donne smembrate, i seni tagliati per giocare a palla, i bambini bruciati, i feti tirati fuori dalle mamme e decapitati, gli occhi cavati dalle orbite con i cucchiaini e altre barbarie che hanno ricordato le stragi arabe del 1929 a Hebron e altre città sante di Israele. Anche allora gli ebrei furono fatti annegare nel loro sangue, stuprati e poi tagliati a pezzi mentre gli inglesi guardavano altrove. Barbarie che, nell’era moderna, solo l’islam ha la crudeltà e la ferocia di commettere.
Ma veniamo ai civili palestinesi, che Israele ha avvisato, unico paese al mondo e lo ripeto, unico paese al mondo, con milioni di bigliettini e telefonate, devono ringraziare Hamas se muoiono perché, con ben 700 km di tunnel, potevano essere messi tutti al riparo. Hamas lo ha impedito perché sapeva che migliaia di morti palestinesi sotto le bombe israeliane avrebbero scatenato l’odio di un mondo che è antisemita da sempre e aspetta solo il momento giusto per esprimerlo apertamente con la dovuta violenza. Come accade ormai da mesi. Ma non dobbiamo pensare che il 7 Ottobre sia dimenticato, No! Lo ricordano ogni giorno i valorosi dimostranti ammiratori dei tagliagole, urlano “Lunga vita al 7 Ottobre”.
Dicono che la Corte Penale Internazionale non può agire contro Israele senza il consenso degli USA. Male, perché, come ha scritto tempo fa un giornalista israeliano, a Biden interessa più il Michigan, stato con molti musulmani, che la guerra tra Israele e Gaza. Israele, aggredito per essere eliminato fin dal primo giorno della sua fondazione, attaccato con guerre e terrorismo per tutti i suoi 76 anni, fino all’apoteosi dell’inferno il 7 Ottobre 2023, aspetta ora il giudizio della Corte Penale e la decisione di un gruppo di terroristi tagliagole. I palestinesi hanno investito per la propaganda e i loro eterni birignao, miliardi di dollari che potevano farne una delle popolazioni più ricche del mondo, hanno preferito la violenza e la miseria pur di mettere la società umana contro Israele e vi sono magistralmente riusciti. Dopo questa tragica esperienza Israele dovrà decidersi a cambiare registro e a fare del ministero dell’Hasbarah (informazione), l’ufficio più importante di un futuro governo, dopo quello per la Difesa nazionale.
Deborah Fait