Il grande imbroglio sul numero delle vittime a Gaza. La disinformazione bevuta da mezzo mondo 27/02/2024
Il grande imbroglio sul numero delle vittime a Gaza. La disinformazione bevuta da mezzo mondo Diario di guerra di Deborah Fait
Era appena incominciata la guerra che già scrivevo che era sbagliato credere al numero delle vittime palestinesi che Hamas, o meglio un non identificato “ministero della salute”, diffondeva giornalmente e che a pappagallo gli inviati ripetevano ad ogni telegiornale. Elia Milani non dimentica mai di dare le notizie che gli arrivano direttamente da Hamas, incurante se siano veritiere o meno. Ricordiamo che il 10% delle migliaia di missili che i terroristi sparavano contro Israele cadeva nella Striscia. Quanti morti hanno fatto? Non si sa, ma è sicuro che sono conteggiati tra i famosi 30.000 attribuiti a Israele. Ricordiamo che tra i tanti vizietti palestinesi è quello di ingigantire i numeri. Non ne abbiamo abbastanza prove? Certo, ma, come per miracolo, il mondo dimentica. Dimentica i supposti 500 morti di Jenin, poi ridotti a 50, dei quali la metà erano soldati israeliani e l’altra metà terroristi armati. Ma per loro, geni dalla taqiyya (mentire sempre come ordina il Corano), il numero era 500 e tale è rimasto nella memoria della gente nonostante le smentite di Israele. Recentemente hanno accusato Israele di aver distrutto un ospedale e di aver fatto 500 morti (500 è il loro numero preferito). Risultato l’ospedale era sempre là, intatto, e i morti fatti da un missile palestinese erano poche decine. Ma il numero diffuso al primo momento è entrato a far parte di quei famosi 30.000 da cui dovremmo anche sottrarre i 12.000 terroristi e altre migliaia di conniventi. E i bambini mandati, sotto i bombardamenti, da Hamas a portare armi ad altre squadre di terroristi. Se venivano colpiti pazienza, anzi meglio. Pensate alle parole di Ismail Haniyeh “L’ho già detto e lo ripeto: Il sangue delle donne , dei bambini e degli anziani, noi abbiamo bisogno di questo sangue” Parole terribili, addirittura sacrileghe, parole che solo una mente malata può pensare. Un cinismo di chi ha l’ideologia nazista nel cervello.
In definitiva Israele è stato abbandonato dal mondo intero, persino dal paese che dovrebbe essere sempre al suo fianco, invece Biden gli sta legando entrambe le braccia dietro la schiena e aspetta che Israele perda la guerra. Vergognoso. Ma la cosa ignobile è quella parola che adesso va per la maggiore e che perseguita Israele: “genocidio”. Non l’hanno pronunciata per gli ucraini uccisi dai russi, non hanno parlato di “pulizia etnica” per le migliaia di bambini ucraini rapiti e portati in Russia per “sovietizzarli”. Non hanno parlato di genocidio nemmeno quando Pol Pot ha ammazzato più di 2 milioni di suoi concittadini. E i Tutsi e gli Hutu? E gli indù del Pakistan? Ma quando c’entra Israele vanno inventate le peggiori parole e le accuse più ignobili, Israele considerato il male dell’umanità intera, Israele sempre da condannare qualunque cosa faccia per restare vivo. Israele si può umiliare, disprezzare, odiare, accusare, pretendere cose che nessuno penserebbe di chiedere a qualsiasi altro paese. Eppure, tutto questo anziché indebolirci ci rende più forti e orgogliosi. Dopo l’Inquisizione, i pogrom, la Shoah, dopo millenni di pugni nello stomaco, di morti ammazzati per il solo fatto di essere ebrei, siamo arrivati al 7 Ottobre. E non vogliamo più morire. Ventisette villaggi israeliani sono stati bruciati, migliaia di persone sono state ammazzate, mutilate, stuprate. Adesso basta! Sparate i numeri che volete perché Israele è dalla parte della ragione e della civiltà. Se volete un mondo in preda alla barbarie e alla violenza, se volete altri 7 Ottobre, altri neonati rapiti e bruciati vivi, continuate a credere a numeri sballati, a bruciare la bandiera di Israele e a manifestare per la vostra Palestina. Ricordate sempre “Am Israel chai ve kayam” Il popolo di Israele vive e vivrà!
Qui potete leggere un articolo molto esplicativo di www.israele.net sulla “truffa dei media sui numeri delle vittime palestinesi”: