Confesso di essermi seduta davanti alla Tv per guardare quello che, dalla pubblicità, doveva essere un documentario su Israele, con molta diffidenza a causa delle spiacevoli esperienze riguardanti trasmissioni analoghe, a dire poco, imbarazzanti e apertamente filopalestinesi. “Prepariamoci alle solite incazzature”, ho pensato dubbiosa. Già dopo le prime immagini e le parole di Cesare Bocci, l’attore-conduttore della trasmissione ho dovuto ricredermi, mi sono messa più comoda e mi sono goduta lo spettacolo che è durato più di due ore. Ore di commozione e assoluta piacevolezza. La produzione (RTI) scritta da Raffaella Solieri, Silvia Ladisa con la consulenza di Marcello Fidenzio, è stata di grande livello, senza accenni alla situazione politica, solamente, come dice il titolo, un viaggio dentro la bellezza dei luoghi, delle fedi, dell’umanità. Il racconto era rivolto soprattutto ai telespettatori cristiani in prossimità del Natale ma con un rispetto assoluto per Israele, gli ebrei e le altre fedi e popoli che convivono in questa terra. Gerusalemme presentata come la “la città dorata”, Il Monte del Tempio, raccontato fin dalle sue origini millenarie, visitato fin dentro le sue viscere, è poi apparso in tutta la sua maestosità in un plastico che si trova al Museo di Israele. Cenni storici datati più di 3000 anni con la consulenza di Dan Bahat, lo storico-archeologo ben noto al pubblico italiano e ai lettori di IC. Cesare Bocci racconta la fede e la spiritualità ebraica con grande delicatezza: "Nei luoghi sacri mi aspettavo il silenzio, come quello delle nostre chiese invece il modo di intendere la spiritualità lì è diverso, il Kotel (il Muro del Pianto) è una grande sinagoga all’aperto dove tutti pregano in libertà. C'era chi piangeva, chi pregava dondolandosi, chi stava immobile attaccato a quelle antiche pietre. Ma la potenza dei luoghi è incredibile". Poi, sempre a Gerusalemme, il Santo Sepolcro, il Golgota, le due Moschee, costruite nell’VIII secolo e.v. su quelli che erano i resti del Tempio di Salomone, i quattro quartieri della Città Vecchia, ebraico , musulmano, armeno e cattolico. Poi la bellezza di Masada, il Mar Morto con delle immagini incredibili, il deserto di Giuda, un saltino nella città bianca di Tel Aviv con tutta la sua gioventù e infine lo Yad vaShem, il mausoleo della Shoah, con i suoi terribili contenuti. Il viale dei Giusti, i carri bestiame e poi: “Adesso entreremo nel Memoriale dei bambini. Qui serve soltanto il silenzio” avverte l’attore e entra avvolto dal buio in cui si riflettono milioni di luci, un milione e mezzo di luci, e poi i nomi, uno ad uno, i nomi dei bambini e l’età della loro morte, 5 anni, 13 anni, 2 anni...Bocci non si fa riprendere all’uscita, probabilmente e giustamente non ha voluto mostrare la propria emozione. Io ho visto persone uscire da quel Memoriale incantato che racconta dei bambini ebrei assassinati, sedersi, prendersi la testa fra le mani e piangere.