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Giovanni Quer
Medio Oriente politica e società
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IC7 - Il commento di Giovanni Quer: Il ritorno di Netanyahu 27/11/2022
IC7 - Il commento di Giovanni Quer: Il ritorno di Netanyahu
Dal 20 al 27 novembre 2022

Primo colloquio tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu:
Benjamin Netanyahu

Il grande ritorno di Benjamin Netanyahu si dimostra più arduo del previsto. I partiti dell’estrema destra che hanno permesso la coalizione si dimostrano poco proni al compromesso e vogliono dicasteri chiave per avanzare le proprie politiche. Il tentativo di Netanyahu di dividere Betzalel Smotrich e Itamar Ben Gvir non è per ora riuscito e Ben Gvir ha avuto il dicastero che voleva, cioè la sicurezza interna. Ben Gvir, leader del partito religioso “Otzma Yehudit”, ha fatto una campagna di successo giocando sulle paure della criminalità nella periferia e in particolare nella società araba. Il Ministro della Sicurezza Interna è a capo della polizia, e secondo la stampa, Ben Gvir avrebbe richiesto il trasferimento di alcuni poteri sulla gestione delle politiche operative e del budget, mentre la Procura attende la formazione del governo per esprimersi sul caso. Il Capo della Polizia Kobi Shabtai aveva criticato Ben Gvir per la apertura di un ufficio nel quartiere di Sheikh Jarrah/Shimon haTzadik e per la mobilitazione dei giovani manifestanti nelle città miste nei giorni precedenti all’inizio delle violenze tra maggio e giugno 2021. Bezalel Smotrich vuole ad ogni costo il Ministero del Tesoro, che Netanyahu avrebbe promesso ad Arie Deri del partito haredì Shas, al quale invece ha offerto i trasporti - offerta rifiutata per non doversi trovare nella posizione di approvare i lavori di manutenzione durante lo Shabbat. A Deri andrebbe la Difesa, una mossa che eviterebbe di dare il Ministero a uno dei partiti dell’estrema destra. In un Paese in cui il servizio militare ha un importante peso anche nel curriculum politico, proprio Ben Gvir e Smotrich mirano a ricoprire ruoli chiave nella definizione delle politiche di difesa e sicurezza, ma Ben Gvir non ha fatto il servizio militare e Smotrich ha fatto un servizio abbreviato. L’attentato di mercoledì a Gerusalemme è un segnale di allarme per quanto riguarda le attività delle organizzazioni terroristiche e la loro capacità di penetrare nel territorio. Il tipo di esplosivo e la modalità di esecuzione fanno pensare a capacità operative e di pianificazione che un attentatore isolato difficilmente potrebbe avere. A questo si aggiunge anche il fenomeno dei “Leoni di Nablus” cioè il gruppo terroristico che radunava membri di diverse organizzazioni. Il rapimento del giovane Tiran Fero a Jenin fa. anche intendere come le nuove milizie siano attive e radicate nei territori palestinesi. Tiran Fero, druso di Daliat el-Karmel, cittadina drusa vicino a Haifa, è stato vittima di un incidente stradale a Jenin, mentre era in macchina con il padre e lo zio. Dopo esser stato portato in ospedale a Jenin, un gruppo di miliziani delle Brigate di Jenin, affiliate a Jihad Islamico, hanno fatto irruzione nell’ospedale, staccando il corpo di Tiran dai monitor – nella convinzione che fosse un giovane soldato. L’episodio ha scosso tutta Israele. Molti arabi israeliani visitano in particolare l’area di Jenin, alcuni addirittura studiano all’Università Americana nella città. L’operazione delle Brigate di Jenin dimostra come il nuovo gruppo sia operativo e radicato nella zona, intendendo rapire soldati israeliani come atto politico come avviene per Hamas e Hezbollah. Alcune foto della zona dell’attentato sono circolate nelle reti sociali, apparentemente trafugate dal sito della Polizia di Israele dal gruppo hacker Moses’ Staff, legato all’Iran. Teheran continua la propria politica anti Israele e di egemonia regionale, concentrando i propri sforzi sul nucleare e contro i curdi. Il New York Times ha riportato giovedì che l’Iran avrebbe sviluppato tecnologia missilistica nucleare, dichiarando all’Agenzia Atomica di voler riprendere l’arricchimento dell’uranio nel sito di Fardo. L’intesa con Russia e Cina dà all’Iran più sicurezza internazionale per mitigarere la terribile inflazione che aggrava la situazione interna. Nonostante le minacce della Guida Suprema Ali Khamenei, che ha dichiarato che tutti i dissidenti saranno puniti a dovere, la violenza delle forze di sicurezza, e le proteste continuano. Il regime iraniano ha in particolar modo colpito le aree curde, comprese anche zone oltre il confine con l’Iraq, sostenendo che le organizzazioni terroristiche con base nel vicino Iraq stanno aggravando i disordini fomentati, a dire del regime, dai “nemici dell’Iran”. Queste le nuove sfide di Israele che il nuovo governo sta affrontando.


Giovanni Quer, ricercatore al Moshe Dayan Center for Middle Eastern and African Studies all'Università di Tel Aviv

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