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Giovanni Quer
Medio Oriente politica e società
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IC7 - Il commento di Giovanni Quer: Una settimana nera per il terrorismo islamico 08/08/2022
IC7 - Il commento di Giovanni Quer: Una settimana nera per il terrorismo islamico
Dal 1° al 7 agosto 2022

Ayman al-Zawahiri Fast Facts | CNN
Ayman Muhammad Rabi’ al-Zawahri

Dopo una settimana di grandi traguardi nella lotta al terrorismo, è di nuovo guerra. Gli Stati Uniti hanno eliminato Ayman Muhammad Rabi’ al-Zawahri in Afghanistan, l’instancabile leader di al-Qaeda; Israele ha arrestato Bassam Saadi, leader di Jihad Islamico Palestinese in Cisgiordania in un’operazione militare complessa che ha visto coinvolta un’unità di “mistarabim”, i soldati che operano in segreto con somiglianze arabe. Nella stessa operazione è stato arrestato anche il genero Ashraf al-Jada. È già da quasi un anno che Israele opera in Cisgiordania con l’obiettivo di contenere la riorganizzazione delle cellule terroristiche dormienti e il consolidamento del Jihad Islamico. L’epicentro di queste operazioni è Jenin, che è conosciuta anche per le varie battaglie durante la Seconda Intifada. Israele lo considera un colpo molto forte inflitto all’organizzazione terroristica che si sta espandendo verso Ramallah in competizione anche con Hamas. Già dopo l’arresto Israele era in stato di massima allerta, soprattutto al sud, dove ha imposto anche la limitazione della circolazione e il coprifuoco a un numero di cittadine attorno al confine con Gaza. Jihad Islamico palestinese ha subito dichiarato che aveva in preparazione una risposta, mentre Hamas aveva arrestato qualche membro per prevenire uno scontro armato tra esercito e l’organizzazione terroristica.

Tayseer Al-Jabari: The man killed by Israeli airstrikes in Gaza
Tayseer Jabari

Già venerdì iniziano i primi scontri, con un attacco israeliano che elimina Tayseer Jabari, comandante di Jihad Islamico e successore di Bahaa Abu al-Atta, che Israele aveva eliminato in un’operazione nel novembre 2019. Dopo il primo lancio di missili da parte del Jihad Islamico è iniziata l’operazione militare “Breaking Dawn” che ha seguito la dichiarazione “andremo in battaglia”del leader dell’organizzazione terroristica Ziad Nakhaleh, in visita a Teheran. L’Iran è la grande finanziatrice del Jihad Islamico, in competizione con Hamas sia per accesso alle risorse, sia per l’oltranzismo nella lotta contro Israele. La domanda è quale sarà la risposta di Hamas, che voleva prevenire un conflitto che infliggerà ancora più sofferenza sulla popolazione di Gaza. Hamas ha voluto spostare il conflitto armato verso la Cisgiordania, mantenendo una certa stabilità su Gaza con i finanziamenti del Qatar e i permessi di lavoro concessi da Israele. Ziad Nakhaleh tenta di trascinare Hamas nel conflitto, ma per ora la posizione è incerta. Hamas non può apparire debole entrando in guerra solo in una seconda fase, mentre non può nemmeno tradire la propria ideologia.

Altra questione riguarda Hezbollah, l’ organizzazione finanziata dall’Iran: deciderà di unirsi alla guerra, se il regime iraniano deciderà di aprire battaglia al fronte nord, sfruttando la tensione creatasi con Israele sulla questione del gas? Anche Tel Aviv è stata colpita e nonostante Israele abbia previsto un conflitto breve. Le prossime ore saranno decisive nella direzione che prenderà il conflitto: quanti obiettivi saranno colpiti e quanti errori saranno commessi, che definiranno la spirale di attacchi e contro-attacchi così come le condanne internazionali.


Giovanni Quer, ricercatore al Moshe Dayan Center for Middle Eastern and African Studies all'Università di Tel Aviv

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