Un matrimonio ebraico in Bahrain: una nuova era per gli ebrei nel mondo arabo?
Analisi di Giovanni Quer
Kufr Qassem
Il 29 ottobre del 1956 era iniziata la crisi di Suez, e Israele temeva un’altra guerra dai Paesi arabi. Per prevenire possibili disordini nei villaggi arabi sull’allora linea armistiziale, l’esercito aveva imposto il coprifuoco dalle 17:00. La polizia di frontiera era stata dispiegata all’entrata di ogni villaggio, compreso Kufr Qassem, solo mezz’ora prima. Molti dei residenti erano al lavoro e non tutti sono stati avvisati del coprifuoco. La polizia militare ha sparato a 48 residenti, uomini, donne e bambini. In seguito all’incidente, i tribunali israeliano hanno affrontato la questione giuridica della possibile disobbedienza a un ordine manifestamente illegale. Il massacro di Kufr Qassem è ricordato nei libri di educazione civile come un esempio di ordine manifestamente illegale, mentre è ricordato dal pubblico arabo come l’inizio di quella che è percepita come una politica di discriminazione sistemica contro la popolazione araba.
Isaac Herzog
Nel villaggio di Kufr Qassem c’è un museo sul massacro, con una stanza che riporta i nomi delle vittime, mentre canzoni e cerimonie sono condotte ogni anno. Quest’anno ha partecipato anche il Presidente Isaac Herzog, che ha formalmente chiesto scusa per il massacro, parlando prima in ebraico e poi in arabo. Il suo predecessore Rivlin aveva anche partecipato alla cerimonia nel 2014, riconoscendo l’incidente come un “crimine”. Herzog ha anche promesso che l’incidente avrà un ruolo più importante nell’istruzione scolastica. La partecipazione del Presidente dello Stato ha un significato politico e sociale. Mentre per la prima volta un governo israeliano si regge su un accordo di coalizione di cui fa parte anche un partito arabo, ci si chiede sempre, soprattutto all’ombra delle violenze etniche di pochi mesi fa (gli “incidenti” di maggio 2021, come ormai sono chiamati), se e come ebrei e arabi possano vivere insieme in Israele. Nonostante la Knesset non abbia ancora approvato la proposta di legge sulla memorializzazione del massacro del 1956 proposta ogni anno a ottobre, la memoria storica araba sta facendosi strada anche tra il pubblico israeliano. Molti considerano questo cambiamento un pericolo per le convinzioni storiche e politiche sioniste, mentre altri vedono il cambiamento in senso positivo. Israele è abbastanza forte, sia socialmente sia ideologicamente, da potersi permettere di includere anche una memoria storica sugli incidenti del passato. In questo modo l’ethos israeliano si rafforzerà e le minoranze si sentiranno ascoltate e parte del discorso pubblico.

Giovanni Quer (1983), ricercatore presso il Centro Kantor per lo studio dell'Ebraismo Europeo Contemporaneo e dell'antisemitismo, Università di Tel Aviv.