Il ritorno dell’antisemitismo tradizionale
Analisi di Giovanni Quer
La crisi sociale ed economica causata dalla pandemia del Coronavirus ha generato nuove teorie cospiratorie e ha intensificato vecchie credenze in congiure mondiali. Tra queste anche teorie antisemite che riportano alla luce archetipi anti-giudaici come l’ebreo untore, l’ebreo causa dei mali del mondo, l’ebreo approfittatore delle crisi, l’ebreo nemico delle società.
Il Centro Kantor dell’Università di Tel Aviv ha monitorato il discorso antisemita legato alla crisi, individuando tre direzioni fondamentali: il ritorno dell’antisemitismo classico, l’uso di nuovi motivi antisemiti nella propaganda anti-israeliana e una nuova forma di abuso della Shoah. L’estrema destra, i circoli neo-nazisti e del suprematismo bianco negli Stati Uniti hanno sviluppato due narrative opposte: una parte riteneva il Coronavirus una montatura inventata dagli ebrei per approfittare della crisi; altra parte riteneva invece il virus come una possibile arma contro le comunità ebraiche. Avanzando posizioni negazioniste, nelle reti sociali circolava il neologismo “Holocough”, l’unione di Holocaust e cough (tosse), per sottolineare che la pandemia sarebbe stata un’invenzione pari alla Shoah. Altri gruppi hanno lanciato la campagna “if you have the bug, give a hug, spread the flu to every Jew” (se hai il contagio da' un abbraccio, propaga l’influenza a ogni ebreo).

Come in ogni crisi improvvisa, le teorie della cospirazione si sono rapidamente diffuse, comprese quelle antisemite. Gli ebrei e i sionisti avrebbero inventato il virus per accelerare il programma di dominio del mondo, speculando sulla crisi e approfittando del caos per controllare i centri di potere. Le manifestazioni contro le misure anti-pandemia negli Stati Uniti hanno anche incluso episodi antisemiti, come gli slogan “dominio sionista” oppure le caricature recanti immagini dell’antisemitismo classico (il ratto con la stella di David che rapprenderebbe il “vero virus”). Una simile propaganda è stata diffusa dall’Iran, anche attraverso i canali in lingua spagnola in Sud America, contro gli Stati Uniti e Israele, che sarebbero responsabili della creazione del virus come arma contro i musulmani e gli iraniani. Nel mondo islamista sunnita, le teorie della cospirazione hanno dato spiegazioni di diversa natura: il virus è una piaga contro i nemici dell’Islam e contro gli infedeli.
Alcuni circoli anti-sionisti di diversa ispirazione (circoli palestinesi e internazionali) hanno invece adottato un altro motivo antisemita, quello degli ebrei come untori e avvelenatori, accusando falsamente Israele di infettare volontariamente i prigionieri palestinesi. In questo contesto la stessa Israele è stata rappresentata come un virus, il COVID-1948 o COVID-48, cioè l’anno di fondazione di Israele. Diverse caricature rappresentano Israele come il Coronavirus che ha infettato il mondo arabo, anche con la politica di “normalizzazione”. In parte, questa retorica si è diffusa nelle reti anti-israeliane internazionali. L’incertezza, la paura e la crisi economica sono state intensificate dalle misure anti-pandemia, che in diversa misura hanno proibito o gravemente limitato la libera circolazione - una situazione che il mondo occidentale non conosceva da tempo. Altre drastiche misure sulla quarantena imposta a chi è stato esposto al virus ha portato a rivolte contro le decisioni dei vari governi, e in particolare in Germania. In diverse città sono state organizzate proteste contro il governo, in cui alcuni dimostranti indossavano una stella gialla sulla quale compariva la scritta “non-vaccinato”, assieme a caricature dell’entrata ad Auschwitz con la scritta “il vaccino rende liberi” (invece che “il lavoro rende liberi). La distorsione della Shoah e dei suoi simboli ha portato la polizia di Monaco di Baviera a proibire l’uso della Stella Gialla nelle manifestazioni. Le piattaforme internet sono state il fronte di attivismo antisemita più importante. La rapida diffusione dei messaggi antisemiti da gruppi di diversa ispirazione ideologica ha portato a una presenza costante del discorso antisemita per almeno tre mesi. Il discorso di odio diffuso sulle reti sociali ha confermato la tendenza in evoluzione negli ultimi 5 anni: il ritorno dell’anti-giudaismo e dell’antisemitismo più tradizionale.
È ancora presto per capire quali saranno le conseguenze sul futuro. Una conseguenza è già possibile individuarla: il cambio repentino del contenuto discorso antisemita quando sul finire della crisi del Coronavirus si sono diffuse le dimostrazioni anti-razzismo scatenate dalla morte di George Floyd, ucciso da un poliziotto. Non solo sarebbe Israele responsabile per via della collaborazione tra i corpi di polizia israeliano e statunitense (Israele insegnerebbe agli americani a esser razzisti) ma anche stanno riaffiorando i sentimenti antisemiti diffusi in alcuni gruppi minoritari, come la falsa accusa che siano gli ebrei i responsabili del traffico di schiavi dall’Africa alle Americhe.

Giovanni Quer (1983), ricercatore presso il Centro Kantor per lo studio dell'Ebraismo Europeo Contemporaneo e dell'antisemitismo, Università di Tel Aviv.