Netanyahu vince, la sinistra crolla, Lista Araba si rafforza: tutti contro Gantz 03/03/2020
Netanyahu vince, la sinistra crolla, Lista Araba si rafforza: tutti contro Gantz
Analisi di Giovanni Quer
9 liste elettorali, più di 10.000 seggi, quasi 6 milioni di aventi diritto al voto e la più alta percentuale di votanti (71%) rispetto alle ultime due elezioni a tra le più alte percentuali degli ultimi trent'anni. La saga delle elezioni per la XXIII Knesset si è contraddistinta per la lotta tra Netanyahu e il generale Gantz, con Lieberman e la Lista Unita (la lista dei partiti arabi) che facevano da ago della bilancia per un governo di minoranza. Quasi 4000 persone hanno votato in seggi appositamente organizzati per chi è in isolamento a causa del virus corona (in tutto 5630 votanti) e aperti fino alle 19:00. Secondo le previsioni così sarebbe la divisione dei seggi alla prossima Knesset: Likud 36, Blu e Bianco 33, Lista Araba Unita 15, Shas 9, Yahadut HaTorah 8, Yamina 6, Labor-Meretz 6, Israel Beitenu 7. Netanyahu avrebbe 59 seggi con la destra religiosa e i haredim; Gantz avrebbe 54 seggi con la sinistra e la Lista Unita. Lieberman rimane in disparte e definisce la coalizione del Likud “il gruppo haredi-messianico” facendo capire che è un gruppo politico con cui non vuole aver a che fare per la presenza dei religiosi. La Lista Unita ha avuto un enorme successo, avendo attratto anche un maggior voto ebraico. Ahmed Tibi ha accusato Gantz di razzismo, sostenendo che nell’ultima campagna elettorale ha attaccato i partiti arabi. Ayman Odeh parla di un successo storico, descrivendo il partito come alternativa democratica arabo-ebraica e facendo intendere che si vede erede di una sinistra in completa crisi. Il pubblico arabo ha avuto un’altissima percentuale di votanti, dopo una campagna di incoraggiamento al voto che ha usato tutti i mezzi, digitali e più tradizionali (comprese le chiamate dalle moschee ad andare a votare). La decisione del pubblico israeliano è chiara: la maggioranza vuole Netanyahu, nonostante le accuse di corruzione e il mandato di accusa pendente. I voti in più che il Likud ha guadagnato sono stati in parte presi da altri partiti, in particolare dalla destra religiosa, come prova l’indebolimento di Yamina. In secondo luogo, un’intensificata campagna elettorale ha portato più voti per la destra: Netanyahu sarebbe riuscito ad aumentare la percentuale di voto nelle città dove il Likud è tradizionalmente forte. La destra religiosa ha perso i voti dei mizrahim (gli “orientali”, cioè provenienti dai Paesi arabi e islamici), che sono andati con Shas (il partito haredi che rappresenta il pubblico mizrahi) in continua espansione, forse per il programma sociale più accentuato. Secondo Shelly Yahimovitch, in passato a capo del Labor, Naftali Bennet e Ayelet Shaked avrebbero trasformato la destra religiosa in un partito capitalista, mentre in passato il socialismo economico avvicinava il sionismo religioso al Labor. Naftali Bennet (leader di Yamina) preferisce non parlare della perdita di voti e e mandati, concentrandosi sul successo della destra - già si vede al governo con Netanyahu. I partiti dei haredim si sono adoperati contro la percentuale molto bassa di voto tra i gruppi ortodossi, un fenomeno non comune (le comunità ortodosse sono compatte e votano solitamente per il partito in cui si rispecchia il gruppo di appartenenza). I due principali partiti dell’elettorato haredi, Shas e Yahadut HaTorah (il partito degli ashkenaziti) si sono rivolti all’elettorato dei sionisti religiosi più di destra, invitandoli a non votare per partiti che potrebbero non passare la soglia di sbarramento (e si riferivano al partito Otzma Yehudit). Apparentemente anche il gruppo hassidico “Chabad”, conosciuto per le comunità presenti in ogni parte del mondo e principalmente ashkenazita, avrebbe votato per Shas. La vera crisi è nella sinistra israeliana, che è completamente crollata: ha perso circa 5 mandati dalle precedenti elezioni, e senza l’unione tra Labor e Meretz è presumibile che uno dei due partiti sarebbe sparito dalla politica israeliana. Secondo altra opinione, è proprio l’unione tra i due partiti che avrebbe fatto perdere i voti del Labor, passati a Gantz, mentre alcuni voti di Meretz sono passati alla Lista Unita. Gantz rimane l’unico vero rivale di Netanyahu. Finora nessuno era riuscito a metter in difficoltà il Likud, né a trascinare il voto della destra moderata e della sinistra moderata. Nonostante la sua immagine pulita, il suo passato di alto esempio morale, e colpi bassi da parte del Likud, Gantz è rimasto al proprio posto, anche sporcandosi le mani (associare Netanyahu a Erdogan, per esempio, non è stata una grande trovata). Ma Gantz, che in molti prendono in giro per le sue poche comparse in TV, rimane estraneo al gioco politico, senza le frasi pompose né le frecciate ai rivali. L’inesperienza politica gli è costata cara a queste elezioni. Durante la giornata la lotta elettorale Netanyahu ha pubblicato sul proprio account Twitter una parte di video in cui si sente Gantz che inviterebbe a non votare per il proprio partito. “Non mettere blu e bianco nel seggio” dice Gantz nel video, che per intero aveva detto: “Non mettere blu e bianco nel seggio significherebbe andare a un quarto turno di elezioni”. Il partito di Gantz ha depositato un appello contro il Likud alla Commissione Elettorale, sostenendo che attraverso il video Netanyahu ha diffuso fake news danneggiando Blu e Bianco e alle 20:00, due ore prima della chiusura dei seggi, la Commissione ha ordinato il blocco del video. Nonostante la giornata di voto sia stata piuttosto tranquilla nei seggi, anche in quelli dove di solito ci sono scontri tra i supervisori dei diversi partiti, ci sono stati alcuni casi di condotta elettorale anormale. Alle 14:00 Facebook ha bloccato, su ordine della Commissione Centrale, sette profili che operavano sotto falso nome, per l’attività sui media finalizzata a danneggiare il voto della minoranza araba. Nella settimana precedente alle elezioni altri 30 profili Facebook dello stesso tipo sono stati bloccati. Il partito Israel Beitenu, che da tradizione si rivolge a un elettorato russo, ha minacciato di prendere provvedimenti legali contro il sindaco di Petah Tikva, che dopo il voto nel proprio seggio si sarebbe espresso contro il partito di Lieberman con anche uscite offensive come “qui non è Moldova” (di dove Lieberman è originario). La destra non ha ancora una governo, nonostante il relativo vantaggio su Gantz. Si conta ora su probabili defezioni da altri partiti verso il Likud, per guadagnare quei pochi seggi che potranno garantirgli la maggioranza in Parlamento, come l’esempio di Gadi Yevarkan, che da Gantz è passato a Netanyahu. La destra festeggia come se già avesse un governo, mentre tutti guardano a Gantz come un perdente. In realtà il voto per Bianco e Blu rimane compatto, mentre la destra non avrà una definitiva maggioranza. Nessuno vuole un quarto giro di elezioni e la strada per il governo passa per la Corte Suprema che dovrà decidere tra due settimane sull'immunità contro Netanyahu.