BDS Natalizio: l’albero di Natale dei Martiri all’Università di Al-Quds
Commento di Giovanni Quer

L'albero di Natale con le fotografie dei terroristi palestinesi
La corrente cristiana del movimento BDS si fa sempre più centrale. Dopo la fondazione del movimento BDS nel 2005, rappresentanti di diverse denominazioni cristiane si sono riuniti nel 2009 per elaborare il Documento Kairos Palestina, che riprende i fondamenti della teologia della liberazione contro i regimi dispotici e oppressivi, condona la violenza contro Israele ammirando i “martiri” caduti per la patria palestinese, e chiama al boicottaggio quale “atto di amore cristiano” contro il "regime sionista”.
La Carta Kairos è stata adottata da molte Chiese nel mondo, e serve da giustificazione teologica a un’attività anti-israeliana che si compone di un profondo nazionalismo e di antiche visioni cristiane dell’ebraismo. Tra i firmatari e leader del movimento Kairos vi è l’Arcivescovo Theodosius Atallah Hanna, del Patriarcato greco-ortodosso. Atallah Hanna è un attivista pro-palestinese che partecipa al Forum Palestinese per il Dialogo Cristiano-Islamico, conosciuto alle autorità israeliane per l’appoggio ai "martiri" che durante la seconda intifada esprimeva spesso anche in manifestazioni pubbliche. Nel 2003 il governo israeliano aveva preso in considerazione la possibilità di iniziare una procedura giudiziale per incitamento alla violenza e all’odio, poi abbandonata.
Ieri Atallah Hanna e il Mufti di Betlemme Abdel Majid Amarana hanno inaugurato l’albero di Natale al campus dell’Università di Al-Quds ad Abu Dis, adiacente alla barriera di separazione. La municipalità di Ramallah ha deciso quest’anno di non allestire il tradizionale albero di Natale per via delle manifestazioni in solidarietà ai “martiri”, cioè i terroristi della recente ondata di violenze. All’albero non sono appese figure, cioccolatini o candele, ma foto di “martiri”. Trasformato in un Natale dei "martiri", la festività cristiana è ancora una volta occasione di incitamento all’odio anti-israeliano, infuso di nazionalismo e anche sentimento religioso. La cosiddetta “resistenza teologica palestinese” ammanta di spirito cristiano sia il nazionalismo palestinese sia la violenza anti-israeliana.
L’insistenza sull’identità nazionale palestinese vuole dimostrare l’impegno dei cristiani nella causa, senza però tener conto della rapida islamizzazione della società palestinese, che ha svuotato i Territori di cristiani e in particolare la città di Betlemme. Il Forum per il Dialogo Cristiano-Islamico è un’ennesima prova di come alcuni attivisti cristiani tentino di dimostrare la propria fedeltà alla causa palestinese fomentando il sentimento anti-israeliano con basi teologiche. La precaria situazione della comunità cristiana è considerata conseguenza dell’occupazione, mentre in generale si continua a negare il sentimento anti-cristiano diffuso nella società palestinese e nell’intero Medio Oriente. La “resistenza teologica palestinese” si nutre di posizioni neo-marxiste tipiche della teologia della liberazione, dipingendo Israele come uno stato imperialista, e di antiche condizioni cristiane anti-giudaiche, come l’obsoleto attaccamento alla legge, la convinzione di superiorità o ciò che Naim Ateek definisce “il concetto primitivo di Dio” tipico dell’Antico Testamento.
Queste visioni anti-giudaiche sono state progressivamente superate dal mondo cristiano dopo la Shoah e in particolare con il Concilio Vaticano II, che ha aperto la Chiesa Cattolica a nuovi temi come i diritti umani. Negli stessi anni si è sviluppata anche la teologia della liberazione, che associando messaggio cristiano a teorie neo-marxiste predica l’amore preferenziale di Dio verso gli oppressi e la necessità di resistere all’oppressione. Israele viene dipinto come uno Stato dispotico, che opprime militarmente e discrimina i palestinesi. In questa visione, il boicottaggio diviene un “atto di amore cristiano”. Il pericolo di questa corrente teologica non è solo la diffusione a livello mondiale, in particolare nelle Chiese metodiste, presbiteriane e mennonite, o in associazioni cattoliche come PaxChristi e Associazione Papa Giovanni XXIII, bensì le posizioni politiche che condannano il sionismo in quanto primitiva visione nazionalista della Bibbia, promuovendo al contempo un nazionalismo palestinese che non condanna, anzi condona le violenze anti-israeliane.
L’inaugurazione dell’albero di Natale all’università di Al-Quds con le figurine dei terroristi, dopo che Ramallah non ha accettato di sponsorizzare il tradizionale simbolo cristiano, è un esempio di come il dialogo cristiano-islamico serva a far incontrare cristiani e musulmani nel sentimento anti-israeliano ammantato di ragioni teologiche.

Giovanni Quer