La Corte Suprema approva: Israele ha una legge contro il boicottaggio
Analisi di Giovanni Quer

La Corte Suprema - Gerusalemme
Entrata in vigore nel luglio 2011, la legge contro il boicottaggio studiata da Liberman (Israel Beitenu) e Elkin (Likud), ha passato il vaglio costituzionale della Corte Suprema. 5 giudici a favore e 4 contro la legge che prevede: il riconoscimento del danno da boicottaggio da far valere in tribunale e la possibilità per il Ministro delle Finanze di imporre sanzioni alle associazioni che promuovono il boicottaggio (in particolare l'eliminazione delle agevolazioni fiscali). La Corte ha però giudicato incostituzionale la parte della legge che prevedeva una forma di azione legale agevolata per cui le vittime di boicottaggio non avrebbero dovuto provare un vero danno, che ora devono dimostrare.
Il dibattito sulla legge si è concentrato su due aspetti: la libertà di espressione e la differenza fra il boicottaggio contro Israele o solo contro gli insediamenti. La presidente della Corte Suprema, giudice Miriam Naor, ha all'inizio appoggiato la distinzione dei confini, ma ha ammesso che Israele è oggetto di una campagna di delegittimazione senza precedenti, e che quindi il parlamento ha l'autorità di difendere lo Stato. Il giudice Hanan Melzer ha aggiunto che "è dovere di uno Stato difendersi contro quanti vogliono eliminarlo o modificarne la natura" e che la legge costituisce uno "strumento che la dottrina della 'democrazia che difende se stessa' permette".

Le associazioni ACRI e Adalah avevano chiesto alla Corte Suprema di annullare la legge perché a loro dire violerebbe la libertà di espressione, e il principio di eguaglianza, ma il giudice Melzer ha risposto che la legge proprio perché impedisce forme di "terrorismo politico" avanza gli interessi dell'eguaglianza. Gli altri giudici, in particolare Neal Hendel, si sono scagliati contro la legge difendendo il principio di libertà di espressione, derivandolo dalla dottrina americana, sottolineando anche che il dibattito sugli insediamenti di Giudea e Samaria è diffuso nella società israeliana e all'estero, quindi il BDS sarebbe parte del discorso pubblico.

I politici hanno evitato di commentare la decisione, presa proprio alla vigilia del Giorno in Memoria della Shoah e dell'Eroismo. Il giorno precedente la Corte Suprema ha approvato la decisione di proibire gli studi superiori ai condannati per reati di terrorismo. Altra causa intentata da Adalah (in arabo, giustizia), una ONG che ha per obiettivo la distruzione di Israele come stato ebraico, che avanza la retorica di Israele quale stato razzista e ha per strategia "l'intasamento giudiziale" dei tribunali in Israele. Francia e Israele hanno leggi contro il boicottaggio, e viste le dimensione che ha preso, sarà bene che anche i legislatori italiani comincino a pensarci.

Giovanni Quer