L'Europa è crollata
Commento di Giovanni Quer

Bandiera dell'ISIS

Bandiera di Hamas
Mercoledì all'Aja la dimostrazione anti-israeliana riecheggiava di urla "morte agli ebrei" dalle facce nascoste nelle keffie di un centinaio di musulmani che sventolavano le bandiere dell'ISIS, vicino a quelle di Hamas, sventolate da altri arabi, vicino a quelle della Palestina, sventolate dai pro-palestinesi. Lo stesso giorno in Belgio, il proprietario turco di un bar espone il segnale "permesso l'accesso ai cani ma non ai sionisti". Qualche giorno prima, una donna ebrea ortodossa viene cacciata da un negozio ad Anversa. La settimana scorsa in Francia sono state attaccate sinagoghe, a Berlino una coppia di israeliani quasi linciata, riconosciuti come ebrei perché lui portava la kippah. In Turchia si urla agli ebrei "verrà il vostro turno".
L'Europa è sprofondata. Ci è voluto il Centro Wiesenthal per protestare contro le bandiere dell'ISIS che sventolavano all'Aja, dove c'è la sede della Corte Internazionale di Giustizia! A nessun altro era venuto in mente di andare dalla polizia? A nessun altro è venuto in mente di protestare in quel bar? Non dico gli esaltati umanitari che tanto amano i jihadisti stanchi forse di vedere le barbe dei Che Guevara. Parlo della gente comune, che ha a cuore la libertà, la giustizia e il mondo libero.
L'Europa è al collasso. In Francia come in Italia le comunità ebraiche si sono organizzate con gruppi di difesa interna. A nessun altro viene in mente di difenderle? Non dico i corpi di interposizione di pace, che nella loro civile non-violenza condannano le telecamere e le porte blindate dei centri ebraici. Parlo della gente comune, che non sa o non vuol sapere che nella patria Palestina i cristiani hanno fatto lo stesso per difendersi dagli attacchi degli islamisti.
L'Europa è di nuovo a Weimar, quando fiorivano i circoli culturali, le università, la letteratura e le arti. Quando la libertà sessuale cambiava i costumi oscurantisti. Esattamente a Weimar, quando avanzava il nazismo, accolto con entusiasmo dagli antisemiti di sempre, con rispetto dagli anti-imperialisti e con indifferenza dalla popolazione. Quando i nazisti manifestavano e la polizia stava a guardare. Quando si facevano comizi. Quando le deboli elite politiche in nome della democrazia non hanno saputo o voluto fermare il totalitarismo.
L'Europa sta rotolando di nuovo verso il baratro. Sanno tutti quello che gli imam dicono nelle moschee di tutta Europa. Si sa benissimo che quello che gli imam dicono produce poi i rally che inneggiano all'ISIS e a Hamas, così come le reclute da spedire in Siria. Una manifestazione in "solidarietà ai palestinesi" diventa l'occasione per distruggere le sinagoghe e attaccare gli ebrei, ma la vita scorre tranquilla.
E' questo il mondo che si voleva costruire dopo il 1945? E' questo il mondo su cui si fondano le dichiarazioni dei diritti umani prodotte a catena dalle organizzazioni internazionali? E' questa l'Europa della Memoria della Shoah che celebra ogni 27 gennaio gli "orrori del nazismo"? E' questa l'Europa che insegna ai propri figli il pericolo delle ideologie?
Non ci si dovrebbe indignare né per le manifestazioni, né per gli attacchi alle sinagoghe, né per gli insulti agli ebrei. In fondo non sono cose nuove. C'è stato di peggio: qualche attentato, Ilan Halimi torturato e ucciso da una banda di musulmani in Francia. Profanazioni e scritte e minacce di morte all'ordine del giorno. Ci si dovrebbe indignare perché questa volta lo stesso antisemitismo si è riversato in piazza e nessuno ha alzato un dito. L'Europa finge di condannare l'antisemitismo, con il buonismo e il multiculturalismo di sempre, ma sta di nuovo voltando le spalle agli ebrei. E' questo che deve far indignare, che nessuno non ebreo, non israeliano abbia forzato l'entrata di quel bar urlando viva il Sionismo, o protestato contro le bandiere dell'ISIS e di Hamas.
Eppure nemmeno questo dovrebbe stupire. All'Europa degli ebrei non gliene è mai interessato, e quando ha potuto liberarsene in un modo o nell'altro l'ha fatto - espellendoli, perseguitandoli, sterminandoli, e voltandosi dall'altra parte mentre tutto questo succedeva. Ma non è chiaro che questa è una battaglia di tutti? E' ovvio che si tratta degli ebrei e di Israele; è chiaro che siamo sempre al punto della "questione ebraica", ma questa volta almeno dovrebbe esser chiaro che è una questione di umanità e di giustizia e di sopravvivenza di una civiltà.
Si diceva dopo l'11/9 che quando fosse accaduto qualcosa di simile nel vecchio continente, allora l'Europa si sarebbe svegliata. Eppure è successo in Olanda con van Gogh, a Madrid e a Londra con gli attentati, in Francia con Halimi, di nuovo a Londra con il povero ragazzo sgozzato, di nuovo in Francia con Tolosa. Dopo ogni episodio ci si indigna, si blatera di integrazione, si condanna l'estremismo. E si dimentica, placidamente convinti che per via di Israele gli ebrei se la cerchino, mentre le folle islamiche sono sempre più infuriate e sempre più unite alle folle rosse (sinistra estrema, sinistra umanitaria, sinistra solidale...). E quieta l'Europa implode.
Allora, nel mondo della libertà di espressione, ecco alcuni paralleli. Se qualcuno scrivesse fuori da un bar "vietato l'accesso agli islamisti"? Se una serie di associazioni invitassero a boicottare i prodotti dei Paesi arabi e islamici per quello che accade in Siria e in Iraq ai cristiani? Se le banche e le grandi aziende cominciassero a disinvestire dai Paesi arabi per la persecuzione dei cristiani, delle donne e dei gay? Se le università lanciassero un appello a boicottare i Paesi arabi e islamici per le loro violazioni dei diritti umani? Il fatto è che mentre Vattimo incita al massacro degli israeliani e non gli succede niente, chiunque critichi l'Islam è zittito da denunce e minacce di morte.
L'Europa crolla. Vedremo fra qualche tempo, quando al posto di una sinagoga attaccheranno una chiesa, con le stesse bandiere, con gli stessi slogan, con lo stesso odio.

Giovanni Quer