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Giovanni Quer
Medio Oriente politica e società
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Gli obiettivi delle ONG, anche italiane, in linea con Hamas 24/07/2014
Gli obiettivi delle ONG, anche italiane, in linea con Hamas
di Giovanni Quer

Le ONG umanitarie e dei diritti umani, internazionali, palestinesi e israeliane stanno usando il conflitto per perseguire due scopi: boicottare Israele e fermare l'embargo a Gaza. Entrambi gli obiettivi sono perseguiti con la distorsione del diritto internazionale e la cecita' sui fatti, ma il mondo degli umanitari si trova di fronte a una svolta politica, per quanto timida e parziale, che sembra avvicinare l'Europa alle ragioni di Israele.


La richiesta di terminare l'embargo a Gaza, imposto da Israele ed Egitto nel giugno 2007 per contenere gli attacchi di Hamas, e' stata all'inizio avanzata per ragioni umanitarie. Israele ha negli anni regolato l'entrata dei beni e delle persone, ma l'Egitto ha informalmente permesso la libera circolazione dei membri di Hamas, in continuo contatto con l'Iran. Mentre Hamas imponeva un regime islamico, scavava tunnel e si riarmava, Human Rights Watch, Amnesty International e altre ONG internazionali hanno incominciato la campagna per terminare l'embargo su Gaza, seguite dall'ONU. I governi di Stati Uniti, Europa e altri Paesi occidentali hanno dichiarato Hamas organizzazione terroristica, formalmente interrompendo i rapporti diplomatici e politici.

                           

Tuttavia, le ONG hanno continuato a richiedere la fine dell'embargo passando da argomentazioni umanitarie a argomentazioni penali internazionali, secondo cui l'embargo e' una forma di punizione collettiva, in violazione del diritto internazionale. Cosi' le organizzazioni che si occupano di diritti umani, molte delle quali israeliane e palestinesi (B'Tselem, Adalah, Addameer, Al-Haq e Al-Mezan). Il continuo riarmo di Hamas non sembra aver posto i minimi dubbi riguardo alla necessita' di controllare Gaza.

Queste stesse ONG perseguono anche un secondo obiettivo, ossia l'ostracizzare Israele promuovendo il boicottaggio e la persecuzione giudiziaria di ufficiali e politici israeliani accusati di crimini contro l'umanita' e di guerra. Il rapporto Goldstone, promosso dall'ONU in seguito alla guerra a Gaza e dando le basi per cause internazionali contro Israele, ha provato la capacita' delle ONG di influenzare le organizzazioni internazionali, che hanno quindi perseguito gli stessi obiettivi con il caso della Mavi Marmara (la flottiglia).

Nonostante il mondo politico sia diviso, pare che almeno l'Europa stia dimostrando piu' comprensione per Israele, come parzialmente anche l'ONU, imbarazzato per l'uso che Hamas fa delle scuole e degli ospedali finanziati e gestiti dalla sua agenzia UNRWA. Tuttavia la richiesta di "liberare Gaza" e di boicottare Israele continua, sempre piu' forte tra quelle piccole ONG che sono sempre piu' ideologicamente schierate con Hamas.


Le ONG piu' estremiste hanno intrapreso un lavoro di lobby che si e' fatto portatore degli interessi di Hamas, attivo in Europa attraverso una serie di associazioni e organizzazioni, tra cui il "Council for European-Palestinian relations", CEPR ,ora fuorilegge in Isaele, che funge da lobby a Bruxelles, il Pasletine Return Centre, che da Londra promuove il diritto al ritorno dei palestinesi e la European Campaign to End the Siege on Gaza. Come dimostra uno studio del "Meir Amit Intelligence and Terrorism Information Centre", tra gli aderenti a questa campagna portata avanti dagli affiliati di Hamas in Europa vi sarebbero decine di ONG tra cui l'International Solidarity Movement, tristemente noto per l'attivista italiana Samantha Comizzoli, e anche associazioni italiane, tra cui InfoPal, un sito di "informazione" palestinese e l'Associazione Benefica di Solidarieta' con il Popolo Palestinese Onlus, con sedi a Roma, Milano e Genova, che sarebbe apparentemente affiliata a Hamas e ai Fratelli Musulmani. Assieme a loro figura anche il nome di Luisa Morgantini come attivista pro-palestinese affiliata a questi movimenti.

Nonostante siano queste le ONG apertamente schierate con il terrorismo, definito "resistenza", le altre associazioni che si nascondono dietro i diritti umani perseguono gli stessi obiettivi che sono in linea con Hamas. Non sembra un paradosso che i promotori della giustizia internazionale siano dalla stessa parte di un'organizzazione islamista e stragista?

Se le ONG sono fuori controllo, si impone un nuovo ordine di controllo e un codice etico che tutte le associazioni di diritti umani, di sviluppo e di solidarieta' debbano rispettare. Il Ministero degli Interni, della Difesa e degli Esteri (che controlla la Cooperazione Italiana) dovrebbero agire, ora.


Giovanni Quer

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