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Giovanni Quer
Medio Oriente politica e società
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Il manuale del buon rapitore, edizioni Hamas 07/07/2014

Il manuale del buon rapitore, edizioni Hamas
Commento di Giovanni Quer



Muhammad Arman

Nel 2002 l'esercito israeliano recupera in una operazione militare dei documenti su come condurre un rapimento. La settimana scorsa, il Ministero Affari Esteri israeliano ne pubblica il testo, distribuito lo scorso anno tra le Brigate Al-Qassam (l'ala armata di Hamas). Nel 2010, Hamas distribuisce uno studio comprensivo sui rapimenti, intitolato "La resistenza palestinese: una prospettiva interna", composto da Muhammad Arman, terrorista di Hamas, condannato per vari attentati tra cui quello all'Universita' di Gerusalemme. Pare che il manuale lo abbia scritto proprio in carcere.

I rapitori devono essere prestanti giovani isolati dal resto dei militanti, che parlino ebraico fluentemente e che abbiano buoni contatti con la popolazione palestinese che non sia politicamente attiva. L'obiettivo di un rapitore dovrebbe essere un soldato fisicamente debole, meglio se un ebreo ashkenazita di mezza eta' con genitori ancora in vita, sposato e con figli. Subito dopo il rapimento, l'auto utilizzata per la missione dev'essere bruciata e i rapiti portati in un sottoterra isolato presso una famiglia che non abbia legami con il mondo politico palestinese.

A quanto pare i due rapitori hanno imparato l'ebraico nelle carceri israeliane e hanno agito secondo il manuale, non fosse che per l'obiettivo dei tre giovani ragazzi - che non erano soldati, non erano coloni e non erano di mezza eta'. Due mesi fa Jihad islamico e Hamas a Gaza concordano nel condurre insieme le operazioni di rapimento, suggellando un patto che ha avvicinato le due organizzazioni da tempo ostili l'una all'altra.


Avi Sasportas e Ilan Saadon

Hamas ha una lunga storia di rapimenti. Il primo risale al 1986, subito dopo la fondazione di Hamas, anno in cui due militanti travestiti da ebrei utlraortodossi fanno autostop e il soldato che li accoglie, Avi Sasportas viene assassinato. Nel novembre 1989 gli stessi militanti, travestiti sempre da ebrei ultraortodossi caricano in macchina Ilan Saadon e lo uccidono, fingendo fosse vivo per ottenrre il rilascio di Ahmed Yassin, capo di Hamas e mente dei due attentati, arrestato nel frattempo dall'esercito israeliano. Il corpo di Sasportas e' stato trovato poco dopo il rapimento, mentre quello di Saadon e' stato restituito solo dopo gli Accordi di Oslo, con un accordo intermediato dalla Giordania che ha previsto il rialscio di Ahmed Yassin.

Nel 1992, Hamas rapisce Nissim Toledano, 29 anni, a Lod, mentre stava andando al lavoro. Lo tengono in ostaggio richiedendo la liberazione di Ahmed Yassin - dopo due giorni si ritrova il suo corpo.

Nel 1993, Yaron Chen fa l'autostop a Gerusalemme Est e viene ucciso dai suoi rapitori lo stesso giorno. Questo rapimento incomincia la campagna mediatica di Hamas, che distribuisce il video.

Nel 1994, un terrorista di Hamas rapisce Nachson Wachsman di 19 anni, il giorno in cui aveva concluso un corso di addestramento speciale. Stessa modalita': ha fatto autostop ed e' salito in una macchina di terroristi vestiti da ultraortodossi, con tanto di musica hassidica. Lo tengono sei giorni in ostaggio, e lo uccidono durante un tentativo di salvataggio fallito.

Poi Gilad Shalit e poi Eyal Yifrahm Naftali Frankel e Gilad Sha'ar. Senza contare gli altri rapiti e uccisi da Hezbollah.

Questo e' Hamas, che Europa e America hanno prima dichiarato organizzazione terroristica per poi spingere Abu Mazen a stringerci un patto di unita' nazionale. Questo e' il nemico numero uno di Israele che ha in mano Gaza e sta conquistando la Cisgiordania. Questo e' il "resistente palestinese" che costruisce tunnel per portare le armi, fabbrica e importa missili, insegna ai giovani palestinesi a odiare, rapire e uccidere gli israeliani.

In Israele si richiede una reazione militare massiccia, che si dimostra sempre meno efficace, perche' Hamas sa di poter agire impunemente. Delle condanne dei rapimenti Hamas non si da' particolare cura. Gli inviti al cessate il fuoco Hamas li irride. Nessuno boicotta Hamas. Le organizzazioni umanitarie collaborano con le associazioni caritatevoli a esso legate. I parlamentari europei sono stregati dalla lobby di Hamas a Bruxelles. Gli attivisti che non hanno di meglio da fare che urlare diritti umani e giustizia sono ubriachi dei raduni oceanici di Hamas - chiudendo un occhio su come tratta i dissidenti politici, sulle escuzioni di piazza, sulla persecuzione dei cristiani e la repressione delle donne, o forse ispirati dalle sue simiglianze con il terrorismo rosso. Gli attivisti sembrano esser felici per i successi di Hamas e la politica occidentale si rincuora della pacificazione tra Fatah e Hamas.

E' ora di iniziare una campagna: "Fermate Hamas!", tra le Regioni, tra i governi, in Europa, tra le associazioni pro-palestinesi, la cui devozione alla causa palestinese non puo' aver cancellato anche gli ultimi bricioli di buonsenso e umanita'. “Fermate Hamas” significa tener viva la legge che lo ha listato come organizzazione terroristica, fare in modo che non gli arrivino soldi e soprattutto fare in modo che non possa parlare in Europa e altrove.


Giovanni Quer


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