Saman: l'islam c'entra o non c'entra?
Commento di Deborah Fait
A destra: Saman
Dopo alcuni giorni dalla sparizione di Saman i media e il web si  riempiono di scempiaggini dove il ritornello è "L'islam non c'entra per  niente!" Lo ha detto Enrico Letta parlando di femminicidio, lo dicono le  donne, dimentiche del femminismo e dei diritti, lo dicono un po' tutti  come regolarmente accade dopo ogni barbarie proveniente da quella parte  innominabile della società umana che segue il Corano. Come potevamo  aspettarci che l’Ucoii (Unione delle Comunità islamiche in Italia)  predicasse altro? Infatti, cosa hanno dichiarato i dirigenti della  comunità islamica? Che l'islam non c'entra e hanno subito diramato una  fatwa contro i matrimoni combinati. Questo mi fa pensare. A cosa serve  una fatwa? I musulmani che vivono in Italia non devono sottostare alle  leggi italiane o sono uno stato nello stato con leggi diverse dalle  nostre? La Fatwa è un'opinione giuridica derivante dalla Sharia ( la  legge islamica) e la cosa dovrebbe preoccupare non poco. 
Penso sia inusuale, oltre che pericoloso,  che una minoranza in  qualsiasi paese occidentale abbia le proprie leggi e non si adegui a  quelle dello stato che la ospita. Il problema dell'islam è proprio  questo, il rifiuto di integrarsi e di riconoscere i diritti e i doveri  del paese in cui vivono.  La Fatwa in questione però ha un altro  particolare problema, non dice una parola sul divieto di ammazzare le  donne, madri, figlie, sorelle, che vogliono godere della propria  libertà. La Fatwa non dice che le loro giovani figlie non devono finire  sgozzate e sepolte con il capo rivolto a La Mecca. Ci sono le leggi  italiane da rispettare, cari amici dell'Ucoii, e farlo sarebbe già un  bel passo avanti per rifiutare la barbarie tribale. Senza contare che  persino in Pakistan sono proibiti i matrimoni forzati. "L'islam non  c'entra" e ad ogni attentato terroristico i media tentano di nascondere,  in onore del politicamente corretto, l'identità del terrorista. Quando  per forza di cose e di informazione, viene rivelato, allora la frase  d'obbligo è: "Aveva problemi mentali…questo non è l'islam, l'islam dice  di non uccidere…l'islam non c’entra". Tutti matti e tutti miscredenti,  dunque! Quando poi uno va a leggere qualche sura del Corano e trova  “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno  contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli  ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o  l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto  dietro di me – vieni e uccidilo" naturalmente la parola ebreo può essere  sostituita con cristiano o infedele, a scelta. Ma l'islam non c'entra  mai! Le donne integralmente coperte, soggette alla poligamia, alla morte  se accusate di adulterio, i gay scaraventati giù dai tetti dei palazzi (  come fa Hamas). L'Isis che ha dichiarato guerra a mezzo mondo, che  decapita filmando in diretta, o brucia vivi gli occidentali che riesce a  catturare.  
Il terrorismo dichiarato all'occidente come guerra santa,  infibulazioni. Ma l'islam non c'entra, non è l'islam, è un'altra cosa,  nessuno sa quale!    E adesso veniamo al femminicidio tanto sbandierato  in questi giorni per gettare un velo di confusione sull'assassinio della  povera Saman. Quello che succede a tante giovani e belle ragazze  musulmane non ha niente a che vedere con il femminicidio, ma proprio  niente! Il femminicidio è l'assassinio di donne i cui mariti o fidanzati  non si rassegnano ad essere lasciati, non accettano il divorzio o la  fine di una relazione. In quel caso, barbari anche loro, uccidono  l'oggetto del loro amore sbagliato. No, le giovani musulmane vengono  strangolate o sgozzate dalla famiglia, dai loro padri, zii, fratelli, a  freddo, e solo perché non vogliono obbedire alle regole tribali della  loro comunità. Lo dice il fratello giovane di Saman: “Lei era musulmana,  ma non si comportava come tale. Nel nostro Corano c'è scritto che se  una smette di essere musulmana, deve essere sepolta viva con la faccia  fuori dalla terra e poi uccisa con lancio di sassi contro la testa. Nel  corano c'è scritto così, ma io non l'ho mai visto. Tutti i parenti mi  raccontano questa cosa».  -Tutti i parenti-, dice,  e mi auguro che  questo ragazzo sia salvato, almeno lui, e possa rendere giustizia alla  sorella diventando un bravo ragazzo musulmano ma con idee e una cultura  occidentale di libertà, quella libertà negata a Saman. Karima Moual,  bravissima giornalista di origine marocchina ha scritto questo articolo  che consiglio di leggere. Anche lei parla di femminicidio e non mi trova  d'accordo, vale la pena però leggere quello che scrive e auguriamoci  che altre donne musulmane, come Karima, Squad Sbai, la mia amica Dounia  Ettaib, si adoperino per la libertà delle loro sorelle, come noi vecchie  femministe ci siamo battute tanti anni fa per la libertà della donna  occidentale. 

Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"