Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Il Keren Hayesod, l'organizzazione israeliana che cura i rapporti con gli ebrei nel mondo, ci da una confortante notizia : l'alya' continua in modo costante nonostante la grave situazione di terrorismo che attanaglia Israele da 31 mesi e la conseguente recessione economica che, poiche' le disgrazie non vengono mai sole, rende la nostra vita ogni giorno piu' difficoltosa e deprimente.
Dall’inizio dell’anno, sono giunti in totale in Israele 4.694 nuovi immigranti; 2.403 dall’ex-Unione Sovietica ed Europa Orientale, 551 dall’Argentina, 243 dalla Francia e 753 dall’Etiopia.
Notizie del genere riempiono di orgoglio nazionale perche' non e' da tutti poter accogliere in un duro periodo di guerra degli emigranti, molti dei quali senza mezzi, e dar loro amore e dignita'.
In Israele non esistono bidonvilles, i primi caravan che ospitarono etiopi e russi, nel periodo di maggiore alya', quasi un milione di persone negli anni 90, sono scomparsi da anni, e migliaia di famiglie sono state sistemate.
Quando, aperte le frontiere dell'exURSS, arrivarono in Israele piu' di 800.000 russi si verifico' un fenomeno spontaneo di solidarieta' che ha dell'incredibile: ogni famiglia israeliana poteva "adottare" un russo e questo sentimento di fratellanza, aggiunto agli aiuti governativi, diede a tutti la piacevole sensazione che Israele fosse ancora il Paese dei Miracoli.
Quando arrivarono, tutti insieme, 28.000 etiopi con la famosa Operazione Salomone, gli israeliani adottarono anche loro e con uno sforzo titanico da parte del Governo e dell'Agenzia Ebraica, in pochi mesi furono sistemati degnamente e i loro figli furono scolarizzati.
I problemi erano tantissimi e per molti altri paesi del mondo sarebbero stati insormontabili: gli etiopi arrivavano da villaggi senza luce, acqua, scuole. La maggior parte erano analfabeti, molti ammalati di tubercolosi da denutrizione e assolutamente tutti hanno fatto un salto epocale pari a centinaia d'anni: dal tucul africano alla citta' , dalla cultura tribale alla globalizzazione, dalla candela alle luci al neon, dall'analfabetismo all'universita'.
L'Operazione Salomone e' stata una vera e propria epopea nella storia di Israele, ottenuta grazie all'efficienza delle istituzioni e alla solidarieta' della popolazione.
Il progetto dell'Agenzia Ebraica "La Prima casa in Patria"
inserisce nei vari kibbuzim i nuovi immigrati, li prepara professionalmente, li aiuta ad integrarsi e a dare un contributo al paese. Ogni Ole' (nuovo immigrante) e' affidato a un volontario che diventa la sua famiglia, suo fratello, il suo angelo custode.
Incominciare una nuova vita in un kibbuz e' senz'altro il modo migliore, il piu' facile e umano per integrarsi senza traumi e senza paure, prova ne e' che le famiglie di rifugiati kossovari che Israele aveva ospitato durante la guerra in ex Jugoslavia e sistemato in vari kibbuzim del nord, sono ancora qui e, pur essendo musulmani e non avendo nessun legame ideologico e culturale con questo Paese, non se ne vogliono andare, rifiutano di tornare in Kossovo e molti tra essi hanno chiesto e ottenuto la cittadinanza israeliana.
Israele quindi nonostante la demonizzazione che continua a tener banco in Europa, nonostante la guerra e la crisi economica, nonostante la disperazione di una situazione che pare senza uscita, e' un grande paese dove ancora impera l'animo ebraico che ha permesso agli ebrei di sopravvivere durante i secoli : solidarieta', giustizia e speranza.