Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ezra Pound: un fascista, a prescindere da eventuali meriti poetici Lettera di Riccardo Calimani
Testata: Corriere della Sera Data: 16 novembre 2018 Pagina: 33 Autore: Riccardo Calimani Titolo: «Ezra Pound»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/11/2018 a pag.13 con il titolo "Ezra Pound", la lettera di Riccardo Calimani.
Ezra Pound fu salvato dagli americani alla fine della Seconda Guerra Mondiale. L'etichetta di "pazzo" che è stata incollata al poeta ammiratore di Mussolini e dei fascismi europei - mai pentito - è stata quella che lo ha salvato dal giudizio come traditore e fascista. Di fatto la decisione americana di rinchiuderlo in una clinica per malati mentali lo ha salvato dalla fucilazione. Bene fa Riccardo Calimani a chiarire che il giudizio verso Pound deve essere quello adottato verso un fanatico fascista, e che i suoi meriti poetici non costituiscono in nessun modo una attenuante. Anzi.
Non condivido la tesi che vi sia la necessità di distinguere tra il letterato e le sue idee. Alcuni grandi scrittori del Novecento sono stati fascisti, nazisti, stalinisti e tra questi Céline, Heidegger, Hamsun. Per questo devono godere di extraterritorialità? Proprio perché intelligenti e sensibili, la loro adesione al totalitarismo fascista è ancora più degna di biasimo e di condanna. La loro intelligenza è una aggravante. Furono del tutto incapaci di capire che le loro scelte politiche contribuirono ad accrescere il dolore e la morte in questo povero mondo. Distinguere tra l'autore e la sua opera è metodologicamente pericoloso, può ingenerare assoluzioni o equivoci e creare confusione. La moralità, non il moralismo, in politica deve restare un valore e dagli intellettuali bisogna pretendere di più. Se non hanno capacità critica e cedono a violenza, a tentazioni autoritarie o altro vanno biasimati bendi più dello sciocco che si lascia abbindolare.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante