Anche Trieste cade nelle mani di Francesca Albanese
Commento di Deborah Fait

Deborah Fait

Francesca Albanese riceverà il prestigioso Premio Internazionale Marco Luchetta a Trieste. Un premio dedicato a un coraggioso corrispondente di guerra, morto in Bosnia, adesso verrà assegnato a una relatrice Onu che minimizza i crimini dei terroristi di Hamas e irride (come ha fatto a Reggio) chi parla degli ostaggi israeliani torturati nei tunnel di Gaza. Trieste premia una donna che è sotto sanzioni negli Usa e che in Italia meriterebbe quantomeno l'oblio, visto che accusa anche il nostro paese di "complicità in genocidio" per un genocidio che non c'è.
Finora non ho mai scritto molto su Francesca Albanese, la tristemente famosa relatrice dell’ONU per i territori palestinesi (che non conosce). Ora, dopo aver letto che la mia città darà alla Albanese il premio della Fondazione Luchetta, non posso tacere. Rabbia, ribellione all’ingiustizia, disgusto sono i sentimenti che provo. Chi era Marco Luchetta? Era un triestino, inviato di guerra, giornalista e fotoreporter che rischiava ogni giorno la propria vita per raccontare le violenze e le sopraffazioni della guerra in ex Jugoslavia. Luchetta è stato ucciso insieme ai colleghi Alessandro Ota e Dario D'Angelo mentre era in servizio per la Rai a Mostar, durante la guerra in Bosnia. Aveva 42 anni. In memoria dei tre giornalisti caduti è stata istituita una Fondazione dalla quale, nel 2004, nascerà “Il premio Internazionale Marco Luchetta” che viene conferito ogni anno a chi si sia reso meritevole di aver aiutato i bambini vittime di tutte le guerre. Lo scandalo è che quest’anno, il 21 novembre, questa Fondazione darà il premio a Francesca Albanese che in quest’ultimo anno imperversa, appoggiata dalla sinistra, in tutti i salotti, talk show, con i suoi discorsi di odio per Israele. Cosa ha fatto la Albanese per i bambini palestinesi e israeliani? Niente. Ha soltanto diffamato Israele. Il suo lavoro, la sua passione si limitano a questo. Ma piace, piace molto, il suo odio espresso con viscidi sorrisi affascina. I sindaci di sinistra fanno a gara per consegnarle le chiavi delle loro città e guai se una di loro osa nominare gli ostaggi israeliani prigionieri nei tunnel di Gaza. La relatrice, con fare da maestrina, con il ditino alzato, lo rimprovera pubblicamente sottoponendolo al pubblico ludibrio, tra gli applausi scrocianti dei presenti. Povero popolo bue, come Antonio Gramsci descriveva chi si lasciava manipolare, privo di un pensiero critico.
Pubblico qui di seguito la lettera che ho scritto al Piccolo di Trieste per protestare, per dissentire, perché un premio così prestigioso non deve essere conferito a chi meriterebbe solamente l’oblio.
Lettera al Piccolo di Trieste
Gentili signori,
Sono una triestina innamorata di Trieste che vive in Israele. Vi scrivo perché sono rimasta stupefatta alla notizia del conferimento a Francesca Albanese del Premio Luchetta.
Marco Luchetta era un inviato di guerra che raccontava le violenze e le sopraffazioni avvenute durante la guerra in ex Jugoslavia. Fu ucciso in Bosnia. A questo punto chiedo quali sarebbero le motivazioni per il conferimento del Premio in nome di questo coraggioso giornalista a Francesca Albanese. Questa signora, diventata la stella della sinistra italiana, non è mai stata a Gaza, ogni sua parola è dettata dal suo livore contro Israele e non da un’esperienza diretta. Questa signora ha deriso il destino degli ostaggi israeliani rinchiusi e torturati nei tunnel di Gaza. La Albanese ha deriso persino i massacri del 7 Ottobre quando bambini, donne vecchi furono fatti a pezzi e bruciati vivi dai terroristi di Gaza.
Francesca Albanese infine, non è una giornalista e nemmeno un avvocato (quindi, è colpevole di millantato credito visto che si è spacciata per tale), è stata dichiarata persona non grata in USA e in Israele a causa del suo odio feroce per il paese ebraico, gli ebrei tutti, e a causa della sua propaganda antisemita. Ha deriso persino Liliana Segre definendola “non lucida”. Non posso credere che Trieste si abbassi a dare il premio dedicato a un coraggioso giornalista e fotoreporter, a una simile persona.
Da triestina, ebrea, israeliana mi sento offesa e mi dispiace che la mia città si stia macchiando di una simile vergogna.
Cordiali saluti
Deborah Fait