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24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi 28/06/2010 -

Ruth Halimi e Émilie Frèche
24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi
Prefazioni di Bernard-Henri Lévy, Pierluigi Battista, Giulio Meotti
Salomone Belforte & C.

Venerdì 20 gennaio 2006, Ilan Halimi, un giovane ebreo, viene rapito e condotto in un appartamento in periferia. Vi rimarrà sequestrato e torturato per tre settimane prima di essere buttato in un bosco dai suoi carnefici. In questo straziante resoconto, Ruth Halimi, la madre di Ilan, e la scrittrice Émilie Frèche ritornano su quei 24 giorni di incubo nel corso dei quali Ruth riceve richieste di riscatto, insulti e minacce mentre la polizia sottovaluta l'odio antisemita che domina i rapitori e non immagina che Ilan potrebbe perdere la vita...Un libro da leggere e diffondere, affinché uno dei più efferati episodi di antisemitismo dei nostri tempi sia conosciuto e ricordato.

Perché l’Olocausto non fu fermato 08/02/2010 -

Theodore S. Hamerow
Perché l’Olocausto non fu fermato
Feltrinelli

Professore emerito di Storia all'Università di Wisconsin-Madison, Theodore S.Hamerow in questo saggio, frutto di un vasto lavoro d’archivio, documenta per la prima volta in modo sistematico perché l’Occidente lasciò mano libera alla follia omicida nazista: l'Olocausto non fu fermato prima perché anche le democrazie occidentali furono percorse al loro interno da una fortissima ondata di antisemitismo, che impedì ai governi di prendere misure concrete in soccorso degli ebrei. Nessuna iniziativa diplomatica aiutò i fuggiaschi, anzi, molti paesi resero estremamente difficoltoso, se non impossibile, l'accoglienza degli ebrei. E' un libro interessante e documentato che ci lascia con la speranza che nulla del genere possa verificarsi nuovamente.

Il Dio in armi 17/06/2010 -

Jill Hamilton
Il Dio in armi.
La Gran Bretagna e nascita dello Stato di Israele
Corbaccio

Le radici dell'attuale conflitto mediorientale risalgono ai primi decenni del ventesimo secolo quando, sull'onda del movimento sionista, le grandi potenze europee furono coinvolte nella decisione di creare quello Stato di Israele che vedrà la luce nel 1948. In questo libro si analizzano le scelte politiche e strategiche, avallate da forti convinzioni religiose, dei leader inglesi e americani, dalla dichiarazione Balfour del 1917, alla formazione di un corpo d'armata di soldati ebrei all'interno dell'esercito britannico durante la prima guerra mondiale, alle pressioni esercitate dal primo ministro inglese Lloyd George, alla fondazione dello Stato d'Israele con il sostegno del presidente Truman.

La casa di via Garibaldi 27/08/2012 -

Isser Harel
La casa di Via Garibaldi
Castelvecchi


Per gli amanti della suspence, delle indagini con colpi di scena, del lavoro meticoloso e dietro le quinte dei servizi segreti, ecco una storia affascinante e, per di più, vera: come Israele riuscì prima a individuare, poi a catturare e quindi a processare e a condannare Adolf Eichmann, l’ex ufficiale delle SS, il principale esecutore materiale della “soluzione finale del problema ebraico”. L’autore, non è uno scrittore, né un giornalista, ma l’uomo che materialmente, dalla sua posizione al vertice dei servizi segreti israeliani, guidò la caccia all’assassino nazista: raccolse le prime frammentarie notizie, organizzò la squadra che doveva condurre a termine l’operazione.
Operazione complicatissima: perché Eichmann, come tanti ex nazisti, aveva trovato rifugio in Argentina, e per processarlo in Israele doveva non solo essere individuato, ma catturato, sequestrato per alcuni giorni, e portato alla destinazione finale. Una delle più straordinarie operazioni investigative della storia. Dove la strategia contò molto – ma anche il caso, i destini umani dei protagonisti, le banali coincidenze.
Un libro appassionante da non perdere.

Il suicidio della ragione 21/05/2012 -

Lee Harris
Il suicidio della ragione
Rubettino


Conoscere il nemico per conoscere se stessi": questa è la massima che sembra ispirare Lee Harris, definito il "filosofo dell'11 settembre", perché non edulcora lo scontro di civiltà, e non ha paura di chiamare il nemico col suo vero nome: l'islam radicale. Persuaso che la sua ascesa sia speculare alla crisi di valori dell'Occidente edonista e post-illuminista, egli individua due grandi minacce alla nostra sopravvivenza: una esagerata fiducia nel potere della ragione e una profonda sottovalutazione del potere del fanatismo. “E se il nostro nemico è fatto di uomini che non si fermano davanti a nulla, pronti a morire ed uccidere, allora dobbiamo trovare uomini che combattano al nostro fianco e siano disposti a fare lo stesso».

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