venerdi 03 maggio 2024
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dei principali telegiornali italiani.



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Un paese non basta 03/09/2009 -

Arrigo Levi
Un paese non basta
Il Mulino

Saggista e giornalista, conduttore televisivo oltre che consigliere dei presidenti Ciampi e Napolitano, in quest’ultimo saggio Levi si e' accinto a scrivere il suo percorso formativo: un racconto intessuto di riflessioni e ricordi, che rievoca il mondo felice della giovinezza, trascorsa in un'agiata famiglia della borghesia ebraica modenese, e poi le peripezie subite a causa dell'andata al potere del fascismo e delle leggi razziali, l'emigrazione in Argentina, il ritorno in patria, la partecipazione da soldato alla nascita di Israele, il decennio nell'Inghilterra di Churchill e di Giorgio VI, l'ingresso definitivo nel giornalismo. Levi riflette anche sulla fede, sui totalitarismi, sulla tragedia della Shoah, e in pagine di lucida e spesso sorridente saggezza consegna al lettore una penetrante lezione sul Novecento.


Arrigo Levi
Rapporto sul Medio Oriente
Il Mulino

Il 1997 è stato l'anno che ha segnato una fase di arresto e crisi del processo di pace in Medio Oriente. Quando il dialogo tra israeliani e palestinesi (e paesi arabi) sembrava avviato, si è ricominciato a parlare di guerra. Di giorno in giorno, la situazione evolve nell'incertezza, in un'area dove il problema israelo-palestinese è solo uno dei fattori in gioco, a fianco di pericoli di instabilità legati alla modernizzazione degli stati arabi, alla minaccia del fondamentalismo, ai conflitti tra gli stati arabi e tra le minoranze nazionali e religiose. Per comprendere la situazione Levi ha compiuto un viaggio d'inchiesta da cui è risultato un rapporto di grande interesse per conoscere e approfondire le tematiche più complesse di questa parte del mondo.

Arrigo Levi
Yitzhak Rabin
Mondadori

Nel saggio dedicato al premier israeliano ucciso il 4 novembre del 1995, Levi ripercorre il cammino di pacificazione che Rabin seppe seguire fino all’estremo sacrifico, riscopre la sua profondità storica e prova a capire al di là dell’orrore che gli attentati suscitano in ogni uomo civile, quanto di permanente possa ancora esserci nell’anelito alla pace che il soldato premier ha lasciato in eredità all’intera regione mediorientale. L’autore crede nel traguardo della pace con quell’impegno intellettuale e umano che forse può esprimere soltanto un ebreo, un ebreo che per Israele ha fatto anche la guerra.

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Viva Israele 10/08/2009 -

Magdi Allam
Viva Israele.
Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia
Mondadori

In questo libro autobiografico Magdi Allam, giornalista e saggista che da anni si occupa di eventi politici, economici e culturali dell’area mediorientale, parla alle coscienze di tutti; dietro l'intransigenza con cui si tutela il diritto di Israele all'esistenza e alla pace c'è la fermezza con cui si protegge la nostra società dai pericoli di infiltrazione e legittimazione dell'ideologia della morte. In queste pagine l’autore racconta il suo lento e sofferto percorso esistenziale dall’ideologia della menzogna, della dittatura e della morte alla civiltà della verità, della libertà e della pace fino a maturare il convincimento che, oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincide con la difesa del diritto di Israele ad esistere.

Il declino della cristianità sotto l’Islam 05/10/2009 -

Bat Ye’or
Il declino della cristianità sotto l’Islam.
Dalla Jihad alla dhimmitudine
Lindau

La conquista islamica è avvenuta all'insegna del jihad e della sharfa, la guerra santa contro i non musulmani e il diritto fondato sul Corano. Quando le popolazioni di religione cristiana, ebraica e zoroastriana che abitavano lungo le rive del Mediterraneo e nei territori dell'antica Persia vennero sottomesse dagli arabi e dai turchi, divennero, nei loro stessi territori, dhimmi, cioè privi di diritti. Ma quali forze, secolo dopo secolo, prepararono e imposero la dhimmitudine, modellandosi su un progetto politico di lungo termine teso a sconfiggere le altre religioni? Come è possibile spiegare un'espansione dell'islam così rapida e una sua penetrazione così profonda in paesi tanto diversi tra di loro e spesso sede di culture antiche e profondamente radicate? Sulla scorta di una documentazione storica cospicua, Bat Ye'or dimostra che se la dhimmitudine è stata certamente la conseguenza delle conquiste militari, è però stata soprattutto il frutto della cooperazione di élite civili e religiose altamente civilizzate e di maggioranze poco coese e per questo motivo incapaci di reagire.

Ripensare l'Olocausto 20/07/2009 -

Yehuda Bauer
Ripensare l’Olocausto
Baldini Castaldi Dalai L’Olocausto,

 L’immane tragedia che ha colpito il popolo ebraico durante la Seconda Guerra mondiale ha rappresentato un autentico spartiacque nella storia umana. È ancora possibile, a più di sessant'anni di distanza, dire qualcosa di nuovo sull'Olocausto? E, soprattutto, ha senso farlo? A questi due interrogativi, che costituiscono il filo rosso di questo saggio, Yehuda Bauer, uno fra i più importanti storici viventi dell’Olocausto, risponde affermativamente con un libro che, prendendo in considerazione aspetti noti e meno noti dello sterminio degli ebrei, riesce a fornirci un quadro esaustivo e inconsueto di questa tragedia senza precedenti nella storia dell'umanità.

L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare? 21/02/2014 -

George Bensoussan
L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare?
Einaudi

Tante (forse troppe) volte commemorando lo sterminio degli ebrei perseguito dal regime nazista concludiamo con un «Mai piú» pericolosamente sospeso, impreciso. L'immensa barbarie della shoah spesso ci ammutolisce, riduce le nostre parole a una balbettante invocazione e trascura di spiegare con chiarezza quanto accaduto. E, invece, ciò di cui la storia ha assoluto bisogno non è uno sterile «dovere della memoria» ma un dovere di rigore storico che insegni a chi ancora non sa come e quando quell'atrocità si è consumata.
Nell'Eredità di Auschwitz, Georges Bensoussan indaga con sguardo acuto e lucido non tanto la dinamica della shoah come fatto storico, quanto il modo in cui la civiltà occidentale ha gestito e gestisce la memoria dell'evento: una memoria spesso mistificante e conciliatrice, che tende ad attenuare il portato traumatico dell'accaduto, piuttosto che farsi responsabilità bruciante. Per eludere le trappole della retorica è necessario - secondo Bensoussan - iniziare a prendere in considerazione le questioni politiche che questa storia solleva, a cominciare dal problema del suo insegnamento alle generazioni presenti e venture, e ad adottare un approccio critico che potrebbe anche apparire impopolare: la shoah è stata un'aberrazione imprevista e unica nel corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione?

Israele, 50 anni di speranza 16/06/2009 -

Fausto Coen Israele
50 anni di speranza
Marietti editore

Il libro di storia su Israele essenziale, scritto da un famoso storico-giornalista. capitoli brevi, tutte le analisi e i dati indispensabili per sapere quanto è accaduto. da leggere e da consultare.

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