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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Storia
Parliamo di Hebron 3
a cura di Deborah Fait
Dopo il pogrom del 1929 e la deportazione degli ebrei da Hebron, i sopravissuti della Comunita' tentarono tra enormi difficolta' di ritornare nella citta' dei loro Padri.

Una delle figure di spicco di quel periodo fu Rabbi Yaakov Slonim, la cui famiglia fu assassinata durante i tumulti, ma egli non fu solo, molti condivisero le sue aspirazioni e i suoi sogni.

Dopo aver superato ostacoli di ogni genere, nella primavera del 1931, un gruppo di famiglie ritorno' a Hebron guidate da Rabbi Heiem Begaio e Avraham Franco. Rimasero a Hebron per 4 anni cercando con ogni sforzo di svilupparsi e consolidarsi nonostante l'atmosfera ostile che li circondava.

Quando nel 1936 altri tumulti scoppiarono e si paventava un altro eccidio gli inglesi deportarono ancora tutti gli ebrei: in piena notte li ricaricarono sui camion e li portarono fuori dalla citta'. Ancora una volta trionfavano terrore e violenza con il supporto delle autorita' inglesi e ancora una volta la minuscola e pacifica comunita' ebraica di Hebron svani' nel nulla.



Nel 1948 i giordani conquistarono Giudea e Samaria , inclusa Hebron. Le autorita' giordane completarono la distruzione dei pochi ebrei abbarbicati a quella terra e di qualsiasi forma di vita ebraica.

L'antico quartiere ebraico fu raso al suolo (come a Gerusalemme) e al suo posto fu insediato il mercato, gabinetti pubblici furono costruiti al posto dei luoghi santi dell'ebraismo, e la casbah fu allargata sulle antiche case degli ebrei. L'antica Sinagoga di Abramo fu fatta crollare e al suo posto fu costruito un recinto per capre, pecore e asini .

Altre case di ebrei, come l'antico ospedale Hadassa e la Beit Romano furono usate come uffici per i conquistatori giordani.

L'antico cimitero ebraico , incluso il cippo a onore dei martitri del 1929, fu completamente distrutto. Le pietre tombali , qui come a Gerusalemme, furono usate per lastricare le strade e per costruire edifici.

Hebron rimase senza ebrei per 20 anni.

Nel 1967, dopo che i Giordani insieme ad altre cinque nazioni arabe avevano perso la guerra per l'annientamento di Israele , la Giudea e la Samaria furono liberate e gli arabi di Hebron temendo la vendetta per i fatti del 29 e 36 si arresero senza sparare un colpo.



Il capo dell'IDF, Generale Shlomo Goren, fu il primo ebreo ad entrare a Hebron, entro' da solo e prosegui' verso la Grotta della Machpela' dove ricevette l'articolo di resa della citta'.

Quello era il momento opportuno per i figli di Hebron di ritornare a prendere possesso delle loro terre e delle loro case per sempre.

Purtroppo il governo esito' e gli ebrei di Hebron dovettero arrangiarsi da soli.

Un gruppo di famiglie rientro' subito, altri seguirono all'inizio del 1968 e coll'andare del tempo, nonostante le difficolta' e i pericoli, la comunita' crebbe e si stabilizzo'.

Tre anni piu' tardi il governo decise di costruire un insediamento nell'antica Kiriat Arba a pochi chilometri dal centro di Hebron e dal 1971 la comunita' si estese fino a raggiungere le 7000 persone, religiosi e laici.

Kiriat Arba oggi ha una piccola zona industriale , centri commerciali, una grande varieta' di scuole religiose e laiche e centri sociali.

Le antiche sinagoghe distrutte furono ricostruite e restaurati gli scavi di palazzi dell'era cananea e delle parti della citta' dell'epoca del Primo e Secondo Tempio, tutto era stato sepolto con spregio sotto metri di immondizie.

Gli avvenimenti degli anni tra il 1994 e il 1996 portarono Hebron ad essere il centro dell'attenzione internazionale.

Nel settembre del 1993, gli accordi di Oslo diedero all'OLP la totale autonomia su Giudea, Samaria e Gaza e il primo risultato di questo accordo fu la creazione della polizia palestinese composta da ex terroristi e terroristi ancora in carica e il ritiro dell'esercito di Israele dai centri urbani lasciando tutto in mano all'autorita' palestinese che si occupo' di tutto meno che della difesa degli ebrei.

Quelli che molti paventavano si verifico' e incomincio' un altro periodo di efferati attentati anche se era pronto il premio Nobel per la pace per il Capo dell'OLP , Yasser Arafat.

Vi furono molti attacchi terroristici nella zona e molti ebrei furono uccisi. Dal 1993 gli attacchi del terrore contro gli ebrei continuarono senza sosta con le piu' svariate armi , dai coltelli, alle bombe , ai sassi, ai fucili e numerosi ebrei di Hebron tra cui alcuni bambini, la piu' piccola di tre anni, furono uccisi.

Una settimana prima della festa di Purim del 1994 Hamas fece circolare un volantino per annunciare un prossimo e massiccio attacco alla comunita' ebraica e per ordinare agli arabi di chiudersi in casa.

La sera di Purim centinaia di arabi urlanti gli stessi slogan di sempre : "ALLAH E' GRANDE ! MORTE AGLI EBREI!" correvano per le strade della cittadina terrorizzando gli ebrei che credevano di essere ritornati al 1929.

Il giorno dopo, Purim, il dottor Baruch Goldstein un medico chirurgo di Kiriat Arba che aveva dovuto curare o dichiarare la morte di numerose vittime del terrorismo arabo, entro' nella grotta della Machpela' e apri' il fuoco uccidendo 29 arabi. Dopo questo gravissimo attentato si riparlo' di evacuare gli ebrei da Hebron ma durante la festa della pasqua ebraica (Pessach) una grande manifestazione ebbe luogo per protestare contro la minaccia del Governo di sradicare gli ebrei dalla loro citta' santa.

Il rispetto degli accordi di Oslo e il trasferimento di tutti i territori liberati nel 1967 all'OLP metteva in pericolo la vita di migliaia di ebrei specialmente dei 400 che vivevano al centro di Hebron, cuore dell' area popolata da arabi ostili molti dei quali identificati come gli assassini del 1929.

Dopo l'attentato del 1994 agli ebrei fu vietato di entrare nella Grotta della Machpela' e per un anno intero furono costretti a pregare all'aperto, lontani dagli arabi.

Dopo l'inchiesta condotta dal giudice Meir Shamgar risulto' enorme il numero di attacchi e omicidi che aveva colpito i cittadini ebrei di Hebron e di Kiriat Arba prima del folle gesto di Baruch Goldstein.

Questo pero' non poteva sminuire la gravita' dell'attentato condannato all'unanimita' e con forza da tutti poiche' gli israeliani, non abituati al terrorismo ebraico, se ne vergognavano moltissimo.

Il Governo decise la permanente separazione fisica tra i gruppi e nego' agli ebrei il permesso di visitare la Tomba di Isacco che si trova in pieno quartiere arabo.

Queste decisioni del governo di Israele prese allo scopo di evitare altre tragedie, provocarono tuttavia una forte opposizione a causa del calpestato diritto degli ebrei di poter avere un legame continuo e libero con le proprie radici.

Ledecine di attentati arabi non avevano provocato nessuna punizione alla popolazione araba, un unico attentato di un ebreo porto' alla punizione di tutta la comunita' ebraica da parte del suo stesso governo.

Nel 1995, a Taba, il destino di Hebron fu segnato, la citta' fu irresponsabilmente regalata a Arafat e l'esercito si ritiro' dall'85% dell'area .

L'assassinio di Rabin, 4 novembre 1995, incoraggio' la sinistra israeliana ad accusare la destra e i religiosi e approfitto' dell'atmosfera di dolore, vergogna, e confusi sentimenti di colpa degli israeliani per concludere la svendita delle antiche terre ebraiche liberate nel 1967 dall'occupazione giordana.

Furono evacuati gli ebrei dalle citta' di Giudea e Samaria, Jenin, Shechem, Tulkarm, Bet Lechem, Ramallah e Kalkilia. Gli uomini dell'OLP entrarono nelle citta' come vincitori .

Le bandiere di Israele furono dissacrate e bruciate.

La probabile evacuazione di Hebron paventava l'avvicinarsi all'orlo di un abisso da cui non si sarebbe piu' risaliti.

Cancellare la presenza ebraica da Hebron poteva significare cancellare 4000 anni di storia e nessuno doveva assumersi tale responsabilita'.

Povera la Nazione che dimentica la sua Storia.



Probabilmente non ci sara' mai piu' il ricongiungimento tra la Citta' Santa dei Padri e lo stato di Israele ma la missione di Abramo non e' conclusa e per gli ebrei Hebron e'

* il passato, il presente e per sempre*

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