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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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gazavive.com Rassegna Stampa
24.09.2007 Un appello che falsifica la storia e la cronaca
firmato, tra gli altri, da Gianni Vattimo, Franco Cardini e Danilo Zolo

Testata:gazavive.com
Autore: Autori Vari
Titolo: «Gaza vivrŕ. Appello per la fine di un embargo genocida»

Potrebbero essere delle farneticazioni che girano su internet, come esistono siti che inneggiano a Hitler o ad Ahmadinejad, cosě ci sono nell’estrema destra filonazista e nella sinistra comunista spazi nei quali si esalta la complicitŕ con le tesi dei terroristi del fondamentalismo islamico. Quando perň queste farneticazioni raggiungono le istituzioni, allora č opportuno preoccuparsi, non sono piů farneticazioni perché coinvolgono una parte significativa del nostro governo. E di conseguenza, la sua politica estera.

 

Quando si dice che Israele, nel definire Gaza entitŕ nemica, “commette un genocidio”, quando si sostiene che “Israele ha messo a ferro e a fuoco i territori, che un milione e mezzo di esseri umani restano dunque sotto assedio, accerchiati dal filo spinato, senza possibilitŕ né di uscire né di entrare, come nei campi di concentramento nazisti essi sopravvivono in condizioni miserabili, senza cibo né acqua, senza elettricitŕ né servizi sanitari essenziali, come se non bastasse l’esercito israeliano continua a martellare Gaza con bombardamenti e incursioni terrestri pressoché quotidiani “, si falsifica non solo la storia ma anche la cronaca.

 

Ci riferiamo ad un appello chiamato “ Gaza vivrŕ”, con diffusione via internet, che sta raccogliendo adesioni significative. Nell’appello, ovviamente, manca qualsiasi richiamo ai missili Kassam, che ogni giorno piovono su Israele, unica e vera causa che spiega la risposta di Israele.  Non esiste poi alcun “embargo genocida”, ma semmai  il tentativo di costringere Hamas a cessare le ostilitŕ senza ricorrere ad una nuova occupazione della Striscia, come ha sempre ricordato il governo Olmert.  Merita riportarne le richieste finali, con le richieste al governo Prodi:

 

 1. Rompa l’embargo contro Gaza cessando di appoggiare la politica di due pesi e due misure per cui chi sostiene al-Fatah mangia e chi sta con Hamas crepa;

2. si faccia carico in tutte le sedi internazionali sia dell’urgenza di aiutare la popolazione assediata sia di quella di porre fine all’assedio militare di Gaza;

3. annulli la decisione del governo Berlusconi di considerare Hamas un’organizzazione terrorista riconoscendola invece quale parte integrante del popolo palestinese;

4. cancelli il Trattato di cooperazione con Israele sottoscritto dal precedente governo.

Seguono le firme di chi ha aderito, che vale la pena riprendere, per capire fino in fondo a quali livelli di bassezza puň arrivare una certa intellighenzia nostrana.Apre l’elenco l’esimio prof.Gianni Vattimo, altrimenti noto per le sue appassionate genuflessioni davanti a Fidel Castro. Seguono Margherita Hack, nota astronoma, che a furia di guardare le stelle ha dimenticato quello che accade realmente su questa terra, e ancora il poeta Edoardo Sanguinetti, vetero comunista, gli andava bene Stalin, figuriamoci Hamas. Ci sono pure, nel coté cattolico-terzomondista, firmaioli doc come dom Franzoni e altri suoi colleghi teologi della liberazione, poco importa se alla guida di questi stati ci sono dei criminali, basta che “liberino”. Segue una lista nutrita di docenti universitari,  Franco Cardini in testa, seguito dal prof.Danilo Zolo, il che ci spiega perché l’insegnamento della storia nelle nostre universitŕ č diventato di fatto propaganda contro l’occidente, con America e Israele per imputati, quando alla sbarra dovrebbero esserci gli stati canaglia. Della Striscia di Gaza e dei suoi abitanti non gliene importa nulla, sono uno strumento per attaccare quello che chiamano imperialismo, e se c’č di mezzo Israele meglio ancora. Quanti nel governo Prodi la pensano nello stesso modo ?


Di seguito, l'appello e le firme:

Nel 1996, votando massicciamente al-Fatah, i palestinesi espressero la speranza di una pace giusta con Israele. Questa speranza venne perň uccisa sul nascere dalla sistematica violazione israeliana degli accordi. Essi prevedevano che entro il 1999 Israele avrebbe dovuto ritirare le truppe e smantellare gli insediamenti coloniali dal 90% dei Territori occupati.

Giunto al potere dopo la sua provocatoria «passeggiata» nella spianata di Gerusalemme, Sharon congelň il ritiro dell’esercito e accrebbe gli insediamenti coloniali — ovvero cittŕ razzialmente segreganti i cui abitanti, armati fino ai denti, agiscono come milizie ausiliarie di Tsahal. Come se non bastasse, violando anche stavolta le risoluzioni O.N.U., diede inizio alla edificazione di un imponente «Muro di sicurezza» la cui costruzione ha implicato l’annessione manu militari di un ulteriore 7% di terra palestinese.

Nel tentativo di schiacciare la seconda Intifada, Israele travolse l’Autoritŕ Nazionale Palestinese e mise a ferro e fuoco i Territori. Migliaia i palestinesi uccisi o feriti dalle incursioni, decine di migliaia quelli rastrellati e arrestati senza alcun processo. Migliaia le case rase al suolo. Decine i dirigenti ammazzati con le cosiddette «operazioni mirate». Lo stesso presidente Arafat, una volta dichiarato «terrorista», venne intrappolato nel palazzo presidenziale della Mukata, poi bombardato e ridotto ad un cumulo di macerie.

 

Evidenti sono dunque le ragioni per cui Hamas (nel frattempo iscritta da U.S.A. e U.E. nella black list dei movimenti terroristici) ottenne nel gennaio 2006 una straripante vittoria elettorale. Prima ancora che una protesta contro la corruzione endemica tra le file di al-Fatah, i palestinesi gridarono al mondo che non si poteva chiedere loro una «pace» umiliante, imposta col piombo e suggellata col proprio sangue.

Invece di ascoltare questo grido di aiuto del popolo palestinese, le potenze occidentali decisero di castigarlo decretando un embargo totale contro la Cisgiordania e Gaza. Seguendo ancora una volta Israele (che immediatamente dopo la vittoria elettorale di Hamas aveva bloccato unilateralmente i trasferimenti dei proventi di imposte e dazi di cui le Autoritŕ palestinesi erano i legittimi titolari), U.S.A. e U.E. congelarono il flusso di aiuti finanziari causando una vera e propria catastrofe umanitaria, ciň allo scopo di costringere un intero popolo a piegare la schiena e ad abbandonare la resistenza.

Questa politica, proprio come speravano i suoi architetti, ha dato poi il suo frutto piů amaro: una fratricida battaglia nel campo palestinese. Coloro che avevano perso le elezioni, con lo sfacciato appoggio di Israele e dei suoi alleati occidentali, hanno rovesciato il governo democraticamente eletto per rimpiazzarlo con un altro abusivo. Hanno poi scatenato, in combutta con le autoritŕ sioniste, la caccia ai loro avversari, annunciando l’illegalizzazione di Hamas col pretesto di una nuova legge per cui solo chi riconosce Israele potrŕ presentarsi alle elezioni. USA ed UE, una volta giustificato il golpe, sono giunte in soccorso di questo governo illegittimo abolendo le sanzioni verso le zone da esso controllate, e mantenendole invece per Gaza.


Un milione e mezzo di esseri umani restano dunque sotto assedio, accerchiati dal filo spinato, senza possibilitŕ né di uscire né di entrare. Come nei campi di concentramento nazisti essi sopravvivono in condizioni miserabili, senza cibo né acqua, senza elettricitŕ né servizi sanitari essenziali. Come se non bastasse l’esercito israeliano continua a martellare Gaza con bombardamenti e incursioni terrestri pressoché quotidiani in cui periscono quasi sempre cittadini inermi.


Una parola soltanto puň descrivere questo macello: genocidio!

 

Una mobilitazione immediata č necessaria affinché venga posto fine a questa tragedia.



Ci rivolgiamo al governo Prodi affinché:


1. Rompa l’embargo contro Gaza cessando di appoggiare la politica di due pesi e due misure per cui chi sostiene al-Fatah mangia e chi sta con Hamas crepa;


2. si faccia carico in tutte le sedi internazionali sia dell’urgenza di aiutare la popolazione assediata sia di quella di porre fine all’assedio militare di Gaza;


3. annulli la decisione del governo Berlusconi di considerare Hamas un’organizzazione terrorista riconoscendola invece quale parte integrante del popolo palestinese;


4. cancelli il Trattato di cooperazione con Israele sottoscritto dal precedente governo.



PRIMI FIRMATARI

-      Gianni Vattimo – Filosofo ed ex parlamentare europeo  


-      Danilo Zolo – Universitŕ di Firenze


-      Margherita Hack – Astrofisica


-      Edoardo Sanguineti – Poeta, Universitŕ di Genova


-      Gilad Atzmon – Musicista


-      Franco Cardini – Universitŕ di Firenze  


-      Mara De Paulis – Scrittrice, Premio Calvino


-      Lucio Manisco – Giornalista, giŕ parlamentare europeo


-      Costanzo Preve – Filosofo, Torino


-      Giulio Girardi – Filosofo e teologo della Liberazione   


-      Giovanni Franzoni – Comunitŕ Cristiane di Base  


-      Domenico Losurdo – Universitŕ di Urbino


-      Marino Badiale – Universitŕ di Torino  


-      Aldo Bernardini – Universitŕ di Teramo  
-      Piero Fumarola – Universitŕ di Lecce


-      Giovanni Bacciardi – Universitŕ di Firenze


-      Giovanni Invitto – Universitŕ di Lecce


-      Alessandra Persichetti – Universitŕ di Siena  


-      Bruno Antonio Bellerate – Universitŕ Roma tre


-      Rodolfo Calpini – Universitŕ La Sapienza, Roma


-      Ferruccio Andolfi – Universitŕ di Parma


-      Roberto Giammanco – Scrittore e americanista  


-      Gianfranco La Grassa – Economista  


-      M. Alighiero Manacorda – Storico dell’educazione


-      Alessandra Kersevan – Ricercatrice storica, Udine


-      Nuccia Pelazza – Insegnante, Milano  


-      Stefania Campetti - Archeologa


-      Carlo Oliva – Pubblicista  


-      Gabriella Solaro – Ist. Naz. Storia del Movimento di Liberazione in Italia


-      Giuseppe Zambon – Editore


-      Bruno Caruso – Pittore


-      Vainer Burani – Avvocato, Reggio Emilia  


-      Ugo Giannangeli – Avvocato, Milano


-      Giuseppe Pelazza – Avvocato, Milano


-      Hamza Roberto Piccardo – Direttore www.islam-online.it


-      Nella Ginatempo, Movimento contro la guerra, Roma


-      Mary Rizzo – blog Peacepalestine


-      Tusio De Iuliis – Presidente

Associazione “Aiutiamoli a Vivere”


-      Cesare Allara – Com. Sol. Palestina,

Torino


-      Angela Lano – Giornalista Infopal


-      Umar Andrea Lazzaro – Collettivo www.islam-online.it, Genova


-      Marco Ferrando – Partito Comunista dei Lavoratori


-      Leonardo Mazzei – Portavoce Comitati Iraq Libero


-      Mara Malavenda – Slai Cobas, Napoli


-      Moreno Pasquinelli – Campo Antimperialista  


-      Marco Riformetti – Laboratorio Marxista


-      Maria Ingrosso – Colletivo Iqbal Masih, Lecce


-      Antonio Colazzo – L.u.p.o. Osimo (Ancona)


-      Gian Marco Martignoni – Segreteria provinciale Cgil, Varese


-      Luciano Giannoni – Consigliere provinciale Prc Livorno  


-      Dacia Valent – ex Eurodeputata, dirigente dell’Islamic Anti-Defamation League


-      Pietro Vangeli – Segretario nazionale Partito dei Carc


-      Ascanio Bernardeschi – Prc Volterra (PI)  


-      Fabio Faina – Capogruppo Pdci al Consiglio comunale di Perugia


-      Roberto Massari – Editore, Utopia Rossa  


-      Fausto Schiavetto – Soccorso Popolare


-      Luca Baldelli – Consigliere provinciale Prc Perugia

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