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Quotidiano Nazionale Rassegna Stampa
22.03.2023 Traute Lafrenz, l'ultima rosa bianca che sfidò Hitler
Commento di Roberto Giardina

Testata:Quotidiano Nazionale
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Traute Lafrenz, l'ultima rosa bianca che sfidò Hitler»
Riprendiamo dal QUOTIDIANO NAZIONALE il commento di Roberto Giardina dal titolo "Traute Lafrenz, l'ultima rosa bianca che sfidò Hitler".

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Roberto Giardina

Letzte „Weiße Rose“ Traute Lafrenz ist tot
Traute Lafrenz

Solo a cento anni, Traute Lafrenz è stata decorata con la Bundesverdientkreuz, la croce di cavaliere, onorificenza diversa dalla nostra, che premia appena una dozzina di persone all´anno. Frau Traute è scomparsa lo scorso sei marzo a 103 anni, era l´ultima della Rosa Bianca, il piccolo gruppo di giovani che in piena guerra sfidò Hitler denunciando i crimini del nazismo, e che pagarono con la vita. “E´ un´eroina della libertà e dell´umanità”, disse il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmaier, che le appuntò sul petto la medaglia. “Perché ha fatto parte di quei pochi tedeschi che ebbero il coraggio di opporsi, e di ascoltare la voce della coscienza e di opporsi alla dittatura”.

Perché dové attendere di compiere un secolo per venire premiata? “Noi giovani anche dopo la sconfitta del III Reich venivamo giudicati da molti tedeschi come traditori della patria.” Un giudizio negativo anche per i congiurati del venti luglio 1944, che tentarono di uccidere il Führer. Erano militari e tradivano l´antico comandamento che risale a Lutero: bisogna obbedire agli ordini, giusti o sbagliati. Ed erano giudicati male  Willy Brandt, fuggito in Norvegia a 19 anni, all´avvento di Hitler, e tornato in patria con la divisa norvegese, da nemico. E Marlene Dietrich emigrata in tempo a Hollywood e che non volle mai tornare nella sua Berlino nazista. I berlinesi si opposero che le fosse dedicata una strada o una piazza, dopo la morte nel 1992. Era una donnaccia, dicevano, non tutti. Le hanno dedicato una piazzetta dove non abita nessuno, vi sono solo uffici.

Traute Lafrenz, come Marlene, se ne andò negli Stati Uniti nel ´47, a 28 anni, terminò gli studi di medicina a San Francisco, sposò un medico, Vernon Page, ebbe quattro figli, ed è morta a Charleston nella South Carolina. Negli Stati Uniti diverse scuole e strade portano il suo nome. Era nata a Amburgo,  il 3 maggio del 1919, neanche un anno dopo la fine della Grande Guerra.
Nella sua famiglia “il bene primario era la cultura”, raccontava Traute. Da adolescente leggeva Goethe, Schiller, filosofi come Lessing e Fichte. “La chiamavo, la mia altra Germania”, ricordava. A scuola ebbe la fortuna di trovare una straordinaria insegnante, Ema Stahl, che educa i suoi ragazzi a giudicare con la loro testa, attraverso la lettura dei classici, e allo studio della storia. La professoressa Stahl viene sospesa dall´insegnamento nel 1935, ma continua a ricevere i suoi ragazzi a casa, e a dare loro lezioni private, non a pagamento. “Erano incontri tra amici, quelle lezioni furono un regalo per la vita” diceva Traute, “devo molto alla mia professoressa, non l´ho mai dimenticata”. Nella nordica Amburgo non si amava Hitler, e anche i nazisti anseatici erano meno fanatici. Il regime fingeva di non vedere.

Nel maggio del 1941, Traute si trasferisce a Monaco per studiare medicina. E conosce Hans Scholl, che ha un anno più di lei, tra i due giovani nasce un amore. Traute diventa amica di Sophia, la sorella ventenne di Hans, e degli altri studenti del gruppo. Partecipa ai loro incontri, condivide i loro ideali. Nell´autunno del ´43, Traute torna a Amburgo portando con sé il terzo volantino della Rosa Bianca, e lo diffonde tra gli  amici. Riportava le parole del filososo Joseph de Maistre: “ogni popolo merita il regime che tollera”. Il 18  febbraio del ´´44, Hans e Sophia vengono arrestati mentre diffondono all´università il sesto volantino. Il processo è sommario, i due giovani vengono ghigliottinati quattro giorni dopo. Furono quindici i membri della Rosa Bianca condannati a morte.

Ad Amburgo, la Gestapo il cinque marzo arresta Traute. La ragazza riesce a ingannare gli agenti e i giudici, il 19 aprile la condannano a un anno di prigione per complicità. Appena liberata, il 14 marzo del ´44, l´arrestano di nuovo dopo due settimane. Passa da una prigione all´altra, sarà liberata dagli americani il 15 del ´45, a Bayreuth, in Baviera, due settimane prima del suicidio di Hitler. Il III Reich è crollato, a Norimberga vengono processati i capi del regime, la loro condanna sarà come un´assoluzione per tutti gli altri, i tedeschi che non si considerano colpevoli perché costretti a obbedire. Traute decide di lasciare per sempre il suo paese. Ma, diceva, portai la mia cultura con me, l´altra Germania.



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