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La Repubblica - La Stampa Rassegna Stampa
29.05.2022 Ecco le armi che servono per fermare Putin nel Donbass
Cronaca di Daniele Raineri, intervista di Francesco Semprini al generale Usa Philip Mark Breedlove

Testata:La Repubblica - La Stampa
Autore: Daniele Raineri - Francesco Semprini
Titolo: «Russi avanti nel Donbass ora puntano Sloviansk, Kiev spera nei razzi Usa - 'Missili da crociera e sistemi anti-aerei ecco le armi per fermare l'avanzata russa'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/05/2022 a pag.4 con il titolo "Russi avanti nel Donbass ora puntano Sloviansk, Kiev spera nei razzi Usa" la cronaca di Daniele Raineri; dalla STAMPA, a pag. 4, con il titolo 'Missili da crociera e sistemi anti-aerei ecco le armi per fermare l'avanzata russa', l'intervista di Francesco Semprini.

Ecco gli articoli:

"Russi avanti nel Donbass ora puntano Sloviansk, Kiev spera nei razzi Usa"

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

A questo punto l’offensiva russa nel Donbass si è divisa in due battaglie principali, una nella regione di Donetsk e l’altra nella regione di Lugansk – che ormai è quasi del tutta caduta. E lontano dal Donbass c’è un altro fronte attivo: ieri sera il Comando ucraino ha annunciato un’offensiva contro i russi nella parte meridionale della provincia di Kherson, quindi nel sud del paese, vicino alla Crimea occupata. Stando alle prime notizie, gli ucraini si sono mossi veloci in quella zona e hanno preso circa dieci chilometri di territorio nel tentativo di allentare la presa dei russi sul sud. L’intento è quello di smentire l’impressione generale di molti osservatori esterni, che ormai vedono quella regione costiera come irrimediabilmenterussa. A Donetsk i soldati russi hanno preso la piccola Lyman, che a vederla è un luogo insignificante: una strada che corre dritta verso nord, un po’ di case basse ai lati, una chiesa con la cupola dorata e molti campi. E’ uguale a centinaia di altri paesotti del Donbass, ma ora che i russi l’hanno conquistata in modo stabile possono usarla come postazione di tiro per colpire la città di Sloviansk, che è appena a sud, oltre il fiumeSeversky Donetsk. In queste settimane, come si sa, i russi hanno provato più volte ad attraversare il fiume montando in fretta dei pontoni mobili, ma i tentativi sono finiti in modo disastroso. Erano ancora i giorni dell’incapacità russa, quando sembrava che ogni manovra di Mosca in Ucraina fosse destinata all’insuccesso. Quei giorni sono finiti però, i russi hanno trovato un altro passo in questo conflitto e anche se non sono riusciti ancora ad arrivare sull’altra sponda adesso hanno Lyman. Da lì nei prossimi giorni potranno colpire Sloviansk, che è una città molto importante al centro del Donbass. Il rapporto quotidiano dell’intelligence inglese sostiene che le città di Sloviansk e Kramatorsk sono l’obiettivo finale dei russi. Prese quelle, dichiareranno vittoria nel Donbass. In queste settimane Sloviansk è stata colpita dai russi con missili e raid aerei. Ma si trattava di bombardamenti sporadici, diversi per qualità da quelli fatti con l’artiglieria. Come sanno altri centri della regione, da Mariupol a Severodonetsk, l’artiglieria russa quando si posiziona bene e comincia a colpire è capace di farti sentire sotto tiro in ogni minuto della giornata ed è capace di danneggiare ogni singolo edificio di una città. Se anche non conquistassero Sloviansk ma la colpissero ogni giorno con l’artiglieria e terrorizzassero a piacimento i suoi abitanti, il risultato non sarebbe diverso. A nord, nella regione di Luhansk, c’è la battaglia per Severodonetsk. Caduta quella, tutta la regione sarà di fatto sotto il controllo dei soldati russi e quindi potrebbe cominciare la procedura veloce che porterà all’annessione alla Russia. E’ ancora presto però. Forze speciali russe e milizie cecene sono entrate nel complesso dell’hotel Mir, sul margine nord della città, e da lì provano finora senza successo a farsi strada. L’area dell’hotel non è che una minuscola frazione della città, dove ci sono quattro brigate di soldati ucraini – diecimila uomini, secondo una stima grossolana – che hanno ricevuto l’ordine di resistere. Il rischio sempre incombente è però che i russi riescano a chiudere l’accerchiamento e poi passino alla distruzione sistematica dei soldati ucraini rimasti in trappola. Per evitare questi sviluppi, sia nella zona di Lyman e Sloviansk, sia a Severodonetsk, gli ucraini fanno affidamento sull’arrivo dei lanciarazzi americani di ultima generazione – la sigla è Himars – che potrebbero rovesciare la situazione. Per raggio d’azione, potenza di fuoco, precisione e velocità di movimento gli Himars surclassano l’artiglieria russa. Il problema degli ucraini è però che i lanciarazzi devono appunto arrivare, non sono già sul terreno.

Francesco Semprini: 'Missili da crociera e sistemi anti-aerei ecco le armi per fermare l'avanzata russa'

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Francesco Semprini

«Per fermare i russi sul fronte orientale, l'Occidente deve inviare in Ucraina obici di lunga gittata, missili da crociera e i sistemi antiaerei da alta a media quota, per abbattere droni, caccia e missili nemici. Ma deve farlo subito». A indicare la strada per la difesa del Donbass è il generale Philip Mark Breedlove già alto ufficiale dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti che ha servito come capo del Comando Usa in Europa e responsabile delle operazioni della Nato. Partiamo dalla situazione sul campo. «La Russia ha subito una netta battuta d'arresto a Kiev dove è stata costretta a ritirarsi. Successivamente ha subito un'altra sconfitta a Kharkiv, dove è stata respinta e poi costretta a riposizionarsi fuori dalla città, e successivamente si è ritrovata ai margini dell'Oblast e messa alle corde sul confine. A questo punto Mosca ha cambiato strategia dando vita a un riordino delle truppe per concentrarsi sul fianco orientale e sul fronte meridionale. Ora abbiamo visto che su quest'ultimo versante la situazione è in fase di stallo, mentre è sul primo che le forze di Vladimir Putin spingono con grande intensità e stanno mettendo a segno qualche passo in avanti».

Quindi siamo in una nuova fase? «Mosca ha cambiato strategia ancora una volta, credo che abbia messo da parte le proprie mire su Odessa e sul Sud, e che ora punti a consolidare il controllo delle zone già occupate. Diciamo che vuole mantenere lo status quo per poi andare al negoziato e far leva sui territori già nelle sue mani».

Giungono però notizie di ulteriori passi in avanti nel Donbass, i ceceni di Kadyrov controllano la linea di contatto di Severodonetsk e i russi hanno preso Lyman. «La forza d'urto della compagine di Putin in Donbass è rilevante, del resto c'è una concentrazione di uomini e mezzi straordinaria. Credo però che l'armata russa abbia preso atto delle battute d'arresto registrate in questi novanta giorni di conflitto, così come dei suoi limiti. Pertanto, ritengo che il primo obiettivo di Mosca sia quello di allargare il controllo negli Oblast di Luhansk e Donetsk mettendo poi in sicurezza gli stessi territori occupati e sigillandoli in vista di una trattativa».

Vuol dire che una volta terminata l'operazione Donbass Putin darà ordine alle sue truppe di cessare i combattimenti? «Credo che Putin sappia che, ancor prima di tentare offensive su altri fronti, la prima urgenza è di mantenere il controllo dei territori che ha già occupato. Il punto è che i russi possono anche avanzare e strappare porzioni di territorio agli ucraini, ma poi saranno in grado di mantenerne il controllo? A che costi e con l'impiego di quante forze? Ne servono parecchie, anche perché l'Ucraina non rimane a guardare. Allora non ha senso lanciarsi in nuove sortite offensive, piuttosto ha più senso mettere in sicurezza ciò che già si ha».

Putin però vuole tutto il Donbass, anche le città di Kramatorsk e Sloviansk. «È quello che ha in mente e che sta tentando di fare. Bisogna vedere se l'offensiva russa è resiliente abbastanza da proseguire la marcia sino a queste due città chiave».

Vuol dire che non tutto è perso sul fronte orientale, guardandola dal punto di vista di Kiev e di Washington? «Certo. Le forze di Volodymyr Zelensky hanno bisogno di rifornimenti veloci in termini di armamenti e munizioni, più veloci di quanto lo siano stati sino ad oggi, e più imponenti di quanto siano state le armi giunte sul fronte sino a questo momento».

Può essere più preciso in termini di entità e tipologia di armamenti? «Serve innanzitutto che l'Occidente invii pezzi di artiglieria di lunga gittata, obici che siano in grado di avere traiettorie più lunghe, missili da crociera e i sistemi "High to Medium Air Defense", si tratta di un gruppo di armi e tattiche antiaeree che hanno a che fare con la difesa contro minacce da alta a media quota, principalmente aerei e missili. Gli americani, ad esempio, hanno in dotazione gli MIM-104 Patriot e gli MIM-23 Hawk, ma penso anche agli Himars. Con queste dotazioni gli equilibri sul campo possono cambiare conferendo un vantaggio tattico-strategico sui russi».

Viene da chiedersi però per quale motivo Biden e i suoi alleati non abbiano mandato prima tali armamenti. Non erano a conoscenza delle dotazioni e della capacità militare dei russi? «La mia opinione è che tutto il mondo si aspettava che questa guerra sarebbe stata chiusa in poco tempo con la Russia vincitrice. Abbiamo preso coscienza solo a conflitto iniziato e in maniera graduale che gli ucraini erano ben preparati, che non erano quelli del 2014. Al contempo non potevamo immaginare che i russi avessero tali falle, che l'obsolescenza di parte dei loro armamenti fosse così rilevante. Credo quindi che, dando per scontato l'equilibrio sul campo a favore di Mosca, nessuno pensava che avremmo ingaggiato una corsa al riarmo dell'Ucraina. Ma ora dobbiamo rafforzare il nostro sostegno».

I russi possono essere fermati anche in Donbass? «Con l'equipaggiamento adeguato il Donbass può essere difeso, quanto meno si possono arginare i russi. Con le armi giuste è anche possibile riprendere qualche territorio».

Cosa pensa dell'esortazione di Henry Kissinger alla cessione di territori da parte dell'Ucraina per terminare la guerra senza catastrofi? «Conosco Kissinger, ho avuto diversi contatti con lui durante la mia carriera e lo rispetto immensamente. Ma questa volta non posso essere più in disaccordo. Il comportamento da lui suggerito non porta a nessun tipo di vantaggio. Nel 2008 la Russia ha invaso la Georgia e siamo stati a guardare, nel 2014 la Russia ha invaso due volte l'Ucraina e non siamo stati in grado di fornire una risposta adeguata. Prima di questa guerra abbiamo avvertito Putin delle conseguenze di un'invasione, lui è andato avanti lo stesso. Ora abbiamo l'opportunità di fare le cose per bene dopo tre errori, e di ripagare Putin con la sua stessa moneta».

Come ne uscirà la Nato? L'Ucraina potrà mai esserne membro? «Sino a quando ci saranno forze russe sul territorio ucraino Kiev non potrà mai essere membro Nato, lo stesso motivo per cui non lo è diventata la Georgia. Dobbiamo aiutare l'Ucraina cacciare i russi».

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