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La Repubblica - Il Foglio Rassegna Stampa
06.05.2022 Tensione Israele-Russia sulle frasi antisemite di Lavrov: Putin chiede scusa a Bennett
Cronache di Rossella Tercatin, Giulio Meotti

Testata:La Repubblica - Il Foglio
Autore: Rossella Tercatin - Giulio Meotti
Titolo: «E ora Putin chiede scusa a Bennet per la gaffe di Lavrov su 'Hitler ebreo' - Accuse e 'mercenari' inviati. Alta tensione fra Israele e Russia. Putin ora chiede scusa per il caso Lavrov»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/05/2022, a pag. 6, con il titolo "E ora Putin chiede scusa a Bennet per la gaffe di Lavrov su 'Hitler ebreo' " la cronaca di Rossella Tercatin; dal FOGLIO, con il titolo "Accuse e 'mercenari' inviati. Alta tensione fra Israele e Russia. Putin ora chiede scusa per il caso Lavrov", l'articolo di Giulio Meotti.

Ecco gli articoli:

Rossella Tercatin: "E ora Putin chiede scusa a Bennet per la gaffe di Lavrov su 'Hitler ebreo'"

Immagine correlata
Rossella Tercatin

Vladimir Putin si è scusato con il primo ministro israeliano Naftali Bennett per le parole del capo della diplomazia del Cremlino Sergej Lavrov che domenica aveva sostenuto che Hitler avesse origini ebraiche. Una notizia che, considerando la propensione del presidente russo a non arretrare mai dalle sue posizioni, anche le più estreme, appare unica e dimostra ancora una volta l’eccezionalità della posizione dello Stato ebraico rispetto alla guerra scatenata da Mosca in Ucraina. I commenti del ministro degli Esteri russo — durante il programma “Zona Bianca” diRetequattro — erano volti a giustificare la presunta necessità di “denazificare” una nazione, l’Ucraina, che in questo momento è governata da un presidente ebreo, Volodymyr Zelensky. Le dichiarazioni avevano suscitato un putiferio in Israele, spingendo a prendere un’esplicita posizione di condanna anche figure che fino a quel momento avevano evitato di puntare esplicitamente il dito contro Mosca, Bennett in primis. Israele si è sforzata di mantenere rapporti accettabili con la Russia, che ha molte truppe schierate in Siria e ne controlla i cieli: è con loro che l’esercito israeliano deve coordinarsi per le incursioni aree contro gli obiettivi legati all’Iran e a Hezbollah nel Paese. Il rapporto particolare che lega Mosca e Gerusalemme però non riguarda solo interessi strategici. In Russia vivono centinaia di migliaia di ebrei — e altrettanti sono i cittadini israeliani provenienti dai territori dell’ex Unione Sovietica. Un legame che riguarda lo stesso Putin, che da bambino a San Pietroburgo trascorreva molto tempo a casa di una vicina ebrea, e con cui probabilmente Lavrov, nel rilanciare l’ennesima manovra di propaganda non aveva fatto i conti. A influenzare il comportamento di Putin però anche le voci insistenti apparse sulla stampa israeliana e americana che Gerusalemme starebbe valutando l’invio di armi a Kiev, una notizia che probabilmente non a caso è emersa dopo le dichiarazioni del ministro russo. Tra gli equipaggiamenti considerati, comunque tutti di natura difensiva, anche il leggendario Iron Dome, il sistema anti-missilistico che aiuta lo Stato ebraico a proteggersi dai razzi provenienti da Gaza. A dare notizia delle affermazioni di Putin è stato l’ufficio di Bennett, aggiungendo che il premier «ha accettato le scuse del presidente Putin per le osservazioni di Lavrov e lo ha ringraziato per aver chiarito il suo atteggiamento nei confronti del popolo ebraico e della memoria della Shoah». Bennett ha anche discusso con Putin la questione dell’evacuazione delle Acciaierie Azovstal a Mariupol, come richiestogli da Zelensky in un colloquio il giorno precedente e il leader russo ha assicurato che i civili saranno lasciati passare attraverso un corridoio umanitario organizzato da Onu e Croce Rossa. La telefonata è arrivata proprio mentre Israele festeggiava il 74esimo anniversario dell’indipendenza, occasione per cui Putin ha espresso a Bennett i suoi auguri, come Zelensky prima di lui. «Ho condotto proficue trattative con il primo ministro Naftali Bennett», aveva twittato Zelensky. «Ho fatto gli auguri a lui e al popolo di Israele nel Giorno dell’Indipendenza!L’ho informato sullalotta all’aggressore e sulla situazione critica a Mariupol». A dimostrazione di come Gerusalemme sia finora riuscita a tenere in piedi il difficile equilibrio di un canale aperto verso entrambi i Paesi da utilizzare anche per tentativi di mediazione. Con la stella polare, più volte ribadita da Bennett, di dare il suo contributo quando possibile per salvare vittime innocenti. Come nel caso di Mariupol.

Giulio Meotti: "Accuse e 'mercenari' inviati. Alta tensione fra Israele e Russia. Putin ora chiede scusa per il caso Lavrov"

Informazione Corretta
Giulio Meotti

Roma. Prima un’arma anticarro Matador, di fabbricazione israeliana (è prodotto dalla Rafael Advanced Defense Systems), è finita nelle mani degli uomini dell’Azov. Poi è comparso un video che mostra fucili israeliani Tavor branditi dallo stesso battaglione ucraino. All’inizio della settimana si è innescato lo scontro tra Russia e Israele per l’affermazione di Sergei Lavrov rilasciata alla tv italiana, secondo cui Hitler aveva “radici ebraiche” (ieri Vladimir Putin ha chiesto scusa al premier israeliano Naftali Bennett). Poi è stata la volta dell’ambasciatore israeliano in Russia, convocato al ministero degli Esteri in Piazza Smolenskaya dopo che l’ambasciatore di Israele in Ucraina aveva suggerito che le strade di Kyiv fossero rinominate in onore dei giusti ucraini che hanno salvato ebrei durante la Shoah. Poi Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha affermato che “mercenari israeliani stanno combattendo praticamente spalla a spalla con i miliziani di Azov”. E mentre le relazioni tra Israele e Russia si facevano più tese, il volume delle comunicazioni tra Mosca e le fazioni palestinesi cresceva. Prima una telefonata tra Putin e Mahmoud Abbas, poi Lavrov che parla con il leader di Hamas Ismail Haniyeh. Infine, una delegazione di Hamas in visita a Mosca. Berel Lazar, il rabbino capo della Russia – noto per la sua amicizia con Putin – mercoledì ha esortato Mosca a “smetterla di invocare l’etnia dei suoi oppositori”. Alta tensione dunque fra Mosca e Gerusalemme, finora la più discreta nella condanna della guerra in Ucraina. Della presenza israeliana nel paese si sa poco. Ci sono video di combattenti con uniformi ucraine che parlano ebraico. “Vogliamo ringraziare tutta la nazione di Israele, il governo di Israele, per averci aiutato mentre possiamo combattere contro i russi”, dice uno di loro in perfetto ebraico. “Vogliamo ringraziare tutti gli ebrei che ci stanno aiutando”, dice un altro. “Siamo qui per gli ucraini e per l’intera nazione le cui vite sono in pericolo”. I presunti combattenti israeliani hanno ringraziato la sinagoga principale a Kyiv e il rabbino Moshe Azman, durissimo con la Russia. “Grazie per averci permesso di sentire lo spirito della Pasqua, grazie per il cibo kosher”, dice un altro combattente ebraico. Non è chiaro se siano cittadini israelo-ucraini che si sono arruolati nell’esercito o che si sono offerti come combattenti stranieri. Il sito web della Legione internazionale della difesa territoriale dell’Ucraina elenca Israele fra le nazionalità accolte. E’ ancora prematuro concludere che Israele infrangerà il tabù e venderà armi all’Ucraina. “Cosa accadrà se inizierà a fornire agli ucraini l’Iron Dome, che potrebbe cambiare il corso degli eventi?”, ha affermato Abbas Gallyamov, ex speechwriter di Putin, al giornale israeliano Yedioth Ahronoth. Allo stesso tempo, Israele è preoccupato che la Russia possa fornire sistemi avanzati all’Iran. Daniel Kovzhun, un ebreo di Kyiv che a Donetsk si è arruolato per le unità paramilitari, intanto rivela: “Ci sono ebrei ortodossi in Azov. Lo so perché ero lì sulle linee del fronte. A nessuno importava chi fosse ebreo”.

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