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Il Giornale Rassegna Stampa
24.11.2024 La follia e il buon senso
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 24 novembre 2024
Pagina: 11
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La follia e il buon senso»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 24/11/2024 a pag. 11 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "La follia e il buon senso". 


Fiamma Nirenstein

Buon senso vuole che i paesi civili ignorino il mandato di cattura per Netanyahu e Gallant emesso dalla Corte Penale Internazionale. Le democrazie che accettano questa logica non si accorgono che i loro stessi politici possono essere le prossime vittime, se trovati "colpevoli" di difendersi dal terrorismo islamico.

Nel 2002 un giudice spagnolo e una giudice francese chiesero all’Inghilterra, dove Henry Kissinger era diretto, di arrestarlo con l’accusa di complicità col generale Pinochet nell’eccidio di 4000 persone. A Londra i governanti alzarono le sopracciglia e suggerirono che la richiesta di studiare il caso fosse rivolta ai giudici americani, un Paese democratico. Ma Israele è il Paese degli Ebrei. Non solo: è il Paese di Netanyahu, di un governo, che, secondo la macchina della spazzatura internazionale, ha il difetto di non essere di sinistra. Anzi: di destra estrema, come ripetono mentendo tanti che si rallegrano che uno dei maggiori uomini di Stato del nostro tempo sia stato condannato alla gogna. E fanno bene a essere contenti: questa bomba antisemita e antimoderata è gigantesca. Ma proprio per questo gli esploderà in mano. Il giudizio dell’ICC, la Corte penale internazionale, è solo politico e anche masochista: niente prove, niente indagini, testimonianze di ONG antisraeliane il cui lavoro, da una vita, è fornire le proprie chiacchiere alle varie strutture dell’ONU, dall’UNESCO all’ICC, per distruggere Israele. Ma l’ONU è un’organizzazione corrotta in cui una maggioranza automatica mette insieme Stati falliti, Stati islamici, Stati spaventati, Stati che adorano contrapporsi agli USA e a Israele.

Questo, mentre Israele dal nord al sud, brucia di bombe, aggressioni armate, una guerra di cui ogni cittadino amante della pace soffre le conseguenze nel lutto, nell’economia, nelle scuole. È il piano dell’Iran. Ma l’ICC non lo vuole sapere, fa il suo passo onusiano, deve distruggere Israele: ma il passo stavolta è troppo lungo.  La gente normale ride a pensare che si debba arrestare Netanyahu dopo il 7 di ottobre, sa la verità, teme semmai la violenza dei lunatici e dei jihadisti, rafforzati dalla sentenza; gli Stati che hanno subito promesso di arrestare Netanyahu come il Canada, il Belgio, l’Irlanda, si ritroveranno rifiutati dal buon senso, che distingue un aggredito da un aggressore, una persona civile da un fanatico antisemita, le cifre verificabili degli uccisi in guerra da quelli inventati, la cura nel consegnare migliaia di tonnellate di cibo e medicine dalla furto che ne ha fatto Hamas. La festa di criminalizzazione di Netanyahu alla fine porta alla vergogna della sinistra e alla sua definitiva decadenza; lo slancio teorico con cui tanti intellettuali anche ebrei profetizzano che il popolo ebraico non dovrà avere una terra, non conosce Israele, così tanto nazione, così tanto ebraica, così tanto piena di bambini e di soldati che sanno vivere e morire per la loro Terra, di persone la cui generosità non conosce i limiti dell’egoismo occidentale, che basta guardarsi intorno per capirlo.

Dopo la sentenza dell’ICC, Israele vive, e anche Netanyahu, mentre l’Occidente rischia la vita. Sembra accorgersene a sinistra solo Olaf Scholz che ha messo un’ipoteca sul verdetto dell’ICC. È stato scritto più volte che Churchill sarebbe stato condannato dall’ICC. Succederà, ma tutti rideranno. Il senatore Lindsey Graham l’ha detto senza paura: “Francia, Inghilterra, Canada, se seguite quei delinquenti noi vi sanzioneremo, distruggeremo le vostre economie, perché altrimenti nessuno potrà combattere il terrorismo”. Chi sceglierà questo destino, si troverà con Erdogan ad affermare che il ICC ha restaurato la fiducia nella giustizia.

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