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Il Giornale Rassegna Stampa
03.12.2023 Il dilemma di Netanyhau: vincere senza tradire Biden
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 03 dicembre 2023
Pagina: 0
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Il dilemma di Netanyhau: vincere senza tradire Biden»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 03/12/2023 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "Il dilemma di Netanyhau: vincere senza tradire Biden"

fiamma nirenstein on LinkedIn: Il “populismo delle idee” che rende Israele  colpevole sempre e comunque -…
Fiamma Nirenstein

Biden speaks with Netanyahu as White House prepares for Herzog meeting
Netanyahu e Biden

L’Esercito e il governo di Israele con la ripresa della guerra di Gaza hanno due precisi scopi uno sull’altro: eliminare Hamas mantenendo l’impegno di ritrovare gli ostaggi. E anche, da ieri, affrontare il problema impossibile che gli Stati Uniti impongono a Tzahal: combattere e vincere con una mano legata.  Ovvero, “formulare” come ha detto il Segretario di Stato Antony Blinken durante la sua terza visita “un piano chiaro per proteggere le vite dei civili e per fornire un consistente aiuto umanitario”. Al sud della Striscia, provenienti dal nord belligerante, si sono ormai rifugiati centinaia di migliaia di palestinesi. Gli USA vorrebbero anche che Israele facesse presto e bene, per potere poi impostare un programma che metta in ruolo dirigente un mondo palestinese “rinnovato” come dice sibillinamente il suggerimento, implicando Abu Mazen, vecchio, debole, che non ha mai condannato Hamas. Sono sfide encomiabili e anche necessarie a Biden di fronte al suo elettorato democratico; Israele cerca di accettare le richieste del migliore amico, e elabora fino all’impossibile come fare in una guerra in cui Hamas utilizza la sua popolazione come scudo umano. La decisione rallenta di certo, se non mette a rischio, la guerra nata sull’empito indispensabile di cancellare l’organizzazione terrorista che il 7 di ottobre ha sommerso Israele in un bagno di sangue. Via via che in questi giorni tornavano a casa gli ostaggi, le loro esperienze di crudeltà e maltrattamenti aumentavano la fretta di Israele di vedere Sinwar battuto. L’esercito comincia a operare in zone nuove, e ieri, al centro, si è imbattuta sull’intreccio della popolazione che non indossa divise, con Hamas: un gran numero di missili, armi di ogni genere, sono state trovate in una scuola dell’UNRWA. Un bambino rapito aveva già raccontato come un maestro dell’UNRWA lo aveva tenuto prigioniero, maltrattandolo, a casa sua. Nelle città le gallerie convergono sui centri e le case civili per consentire agli armati, coperti dalla gente, l’uso di abitazioni, ospedali, scuole. Israele, rispondendo a Biden, ha disegnato in arabo una mappa in cui sono disegnate le aeree, città per città, in cui si possono rifugiare coloro che vogliono lasciare le zone pericolose. “Il sud può accogliere molti rifugiati, ci sono vaste aree di rifugio. Così il nord resterà zona chiusa da cui Hamas è espulsa una perdita territoriale che danneggerà la sua leadership” dice il generale Giora Eiland ex capo del consiglio di Sicurezza Nazionale “I palazzi sono nidi di sniper da cui si spara; gli edifici sono tane dove si preparano i lanciamissili e si organizza Hamas con l’aiuto di una società militarizzata, direi nazificata. Non risparmia vite rallentare le operazioni, il contrario. Possiamo cercare di far spostare le persone con avvisi e zone di rifugio, e per risparmiare vite invece di sparare tagliare infrastrutture fondamentali come l’internet, per costringere Hamas a arrendersi”. “Gli americani” dice il brigadier generale Yossi Kuperwasser ex capo ricerche dell’esercito “sostengono la nostra vittoria, capiranno che ci chiedono di combattere con una mano legata allungando il tempo di combattimento. Questo aumenta, non diminuisce il numero dei morti, nostri e loro”. L’esercito a ogni passo ha strutture che controllano le leggi internazionali per restare nella legalità: puoi colpire un obiettivo che comporta danno ai civili solo se il suo uso bellico è sicuro e ne trascende il significato civile quotidiano, per esempio una moschea divenuta caserma. Biden al fondo chiede a Israele di non violare il tabù moderno per il quale è proibito combattere una guerra difficile perché asimmetrica: e ricorda che l'orologio ticchetta senza tregua. D’altra parte mentre conferma il suo aiuto perché la guerra venga vinta, conferma, secondo il Wall Street Journal, l’indispensabile rifornimento di armi fra cui anche bombe di profondità, un’arma preziosa per distruggere le gallerie. Israele da parte sua sa chiaramente che si tratta di una guerra di sopravvivenza, e questo non può essere dimenticato anche di fronte ai migliori amici.

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