venerdi 11 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
31.07.2021 L'Iran terrorista e la nave mercantile israeliana attaccata al largo dell'Oman
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 31 luglio 2021
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Nave mercantile israeliana attaccata in Oman»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 31/07/2021, a pag. 14 con il titolo "Nave mercantile israeliana attaccata in Oman", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: la nave colpita

Immagine correlata

Fiamma Nirenstein

L'aggressione internazionale affiancata alla violenza interna sono sempre state la strada maestra percorsa dal regime iraniano. Lo scenario è un palcoscenico girevole, la gente soffre e le armi iraniane attaccano. In questi giorni nelle strade specie del Khuzestan sudorientale, il popolo, specie gli agricoltori, gridano disperati gli stessi slogan che si sentirono nel 2019, quando le proteste furono affogate nel sangue di 1500 persone uccise nelle strade delle città nella Repubblica degli Ayatollah.

Manca l'acqua, il regime ha scelto solo la canna da zucchero e il riso abbandonando il resto dei campi, non c'è elettricità, i contadini abbandonano il lavoro e la casa, la protesta si muove verso Teheran dalle campagne. Ci sono già, dal 15 di luglio, inizio dei moti, 10 morti. La folla grida: "Morte al dittatore" "Khamenei, vergognati, lascia in pace l'Iran" e anche "Nè Gaza ne Libano, la mia vita per l'Iran": cioè, l'Iran non ne può più dell'ideologia espansionista della leadership che usa il terrore e la violenza affiancandosi a Hamas e agli Hezbollah in battaglie di sapore ultraideologico, dei miliardi spesi per affermare l'odio contro Israele, gli Stati Uniti, l'Occidente, per allargarsi a formare una mezzaluna di potere dall'Iraq al Libano, alla Siria, allo Yemen; che ambisce a diventare sempre più importante mentre non cela le consuete ambizioni atomiche. Israele è sempre il cardellino nella miniera della disastrosa politica iraniana, e infatti era una nave mercantile israeliana quella attaccata nella notte di ieri al largo della costa dell'Oman, non a caso un Paese in predicato di diventare un amico istituzionale dello Stato Ebraico nell'ambito dei Patti di Abramo. Il governo israeliano tace, questa è una delle varie navi legate in qualche modo a Israele che sono state prese di mira in questo periodo, lo scontro registra ormai una quantità di episodi di varia entità, questo per ora non sembra di grande rilievo in confronto al danneggiamento, si dice da parte israeliana, di svariate centrali nucleari e alle eliminazioni mirate come quella del padre della bomba atomica Fahrizade. Gesti molto rilevanti che Israele ha compiuto contro la bomba atomica destinata alla distruzione del suo Paese; monito che tutto sarà fatto per evitare che l'Iran ottenga la bomba. Il nuovo primo ministro Bennett ha espresso la medesima posizione.

Netanyahu nel 2013 aveva detto all'assemblea generale dell'ONU che se si voleva porre fine al programma nucleare iraniano pacificamente, guai a lasciare l'acceleratore delle sanzioni. Ma Obama cercava il patto a tutti i costi, e adesso Biden, mentre chiede a Khamenei di accettare il vecchio patto JCPOA, aspetta pazientemente che Khamenei, come ha annunciato, torni alle trattative di Vienna dopo il 5 agosto quando il nuovo infausto presidente Ebrahim Raisi sarà entrato in carica. Sono giorni in cui l'arricchimento dell'uranio, secondo gli esperti, va a mille, e così avvicina la bomba e aumenta il ricatto per ottenere un patto che i desideri degli iraniani vogliono, per scritto, definitivo, intoccabile, quale che siano le violazioni che certamente già progettano. Proprio in questi giorni in Israele si insiste che la bomba è ormai vicinissimo. La preoccupazione è che gli USA di Biden, pur di cancellare la giusta scelta di Trump di conservare un patto fasullo e inutile, siano pronti a cancellare tutte le sanzioni riempiendo le tasche del regime. La confezione di un nuovo patto nella forma richiesta di un infallibile pacchetto che preservi intatta la forza nucleare attuale dell'Iran accumulata in questi mesi, e consegni a Raisi, responsabile del mare di sangue dei dissidenti eliminati con la pena di morte un budget che arricchisce le casse del regime (e non certo quelle della gente) sarebbe un errore capitale. Subito diversi Paesi sunniti si muoverebbero per ottenere la bomba a loro volta. Bel risultato di pace. Comunque non distoglierebbe Israele dalla sua linea: fare qualsiasi cosa per assicurarsi che l'Iran non ottenga l'atomica.

Per inviare la propria opinione telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail del Giornale

segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT