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Il Giornale Rassegna Stampa
30.06.2021 Spagna e Italia, idea di una 'proposta di pace'. C'è già: gli Accordi Abramo
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 30 giugno 2021
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Roma e Madrid, per la pace in Israele basta Abramo»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 30/06/2021, a pag. 12 con il titolo "Roma e Madrid, per la pace in Israele basta Abramo", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

Sono passati 30 anni di fallimenti dalla Conferenza di Pace di Madrid, e ancora l'Europa non l'ha capita. Io c'ero a quella Conferenza, piena di speranza che il conflitto israelo-palestinese trovasse se non una soluzione almeno un capo e una coda, e con esso si placasse l'odio anti-israeliano e venisse a compimento l'idea di due Stati per due popoli. Ma uno dei due, non voleva: quello palestinese. Quello che vedemmo già allora era il farsi di giorno di una tela di Penelope di chiacchiere che di notte, quando Hana Ashrawi, Saeb Erekat e altri membri della delegazione andavano in volo a riportare gli eventi ad Arafat a Tunisi, veniva disfatta. Essi tornavano alle riunioni carichi di odio, sicuri che Israele doveva essere distrutto: spargevano questo odio in dichiarazioni univoche, Israele era un odioso occupante colonialista, uno Stato razzista, di apartheid… Intanto Farouk al Shaara ministro degli Esteri siriano convocava noi giornalisti per dirci con rinnovato livore che il Primo ministro israeliano Ytzhak Shamir là presente, che ascoltava sconsolato e impotente, era lui un terrorista. Adesso Madrid e Roma ripropongono una conferenza di pace israelo-palestinese. Sanno benissimo ambedue, che da trent'anni a questa parte i tentativi sono stati molti.

La sottoscritta, da giornalista, purtroppo non ne ha mancato uno, e sono andati tutti nello stesso modo. Il decantato accordo di Oslo firmato da Rabin, chi meglio di lui, e Arafat, e finito nel bagno di sangue della Seconda Intifada. Arafat rientrò trionfalmente, le città palestinesi furono sgomberate fino all'ultima consentendo al 98 per cento dei palestinesi di vivere sotto la giurisdizione del loro Governo, fino ad oggi. Niente di significativo per chi desiderava la morte del nemico. Anche Gaza nel 2005 è stata sgomberata fino all'ultimo uomo, e ancora i palestinesi amano parlarne come di terra occupata. Nel frattempo ci sono state parecchie altre Conferenze di Pace alla fine delle quali a fronte delle molteplici vantaggiosissime offerte di terra da parte di Israele e dai Primi ministri Peres, Barak, Olmert Netayahu etc… I palestinesi hanno sempre risposto con dei "no"e con ondate di terrore. Del resto che la loro convinzione sia quella che Israele non debba esistere è ben chiara dalla rete di accuse intessute dalla loro propaganda: genocidio, apartheid... Tutte cretinate che una mente lucida e informata non può accettare, ma che stanno alla base del nuovo antisemitismo che impedisce la pace non solo di Israele, ma del popolo ebraico. Qui viene un punto che l'Europa forse dovrebbe finalmente capire se veramente desidera la pace e l'equilibrio dell'Area mediorientale in cui, inoltre, adesso l'Iran e gli Hezbollah pesano con finanziamenti e armi a Gaza e non solo. L'UE sappia che non tutto il mondo arabo è contro la pace, e che il veto e la criminalizzazione palestinesi non impediscono la pace: lo dimostrano i Patti di Abramo. Se i palestinesi capiranno che una vera amicizia può fiorire, pace contro pace, tolleranza contro tolleranza, vantaggi contro vantaggi, fra chi lo desidera veramente forse usciranno dal loro desiderio di distruzione razzista. Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Marocco, Sudan oltre all'Egitto e alla Giordania sono in pace con Israele. Hanno capito che gli Ebrei appartengono a quella terra, là sono nati, là sono tornati dopo secoli di sofferenze con la loro autodeterminazione a un Paese democratico, la pace è un obiettivo che porta davvero frutti e non parole, speranza per i bambini, salute, acqua, agricoltura, tecnologia... Israele sa darla, i Paesi arabi sanno lavorare insieme.

I palestinesi, se l'Europa avesse davvero voluto coinvolgerli in un Processo di Pace, avrebbero dovuto essere invitati a Bruxelles nell'ambito della pace di Abramo, perché è quello l'involucro positivo, quello del reciproco apprezzamento, cortesia, business. Non il solito disprezzo per cui a Israele ci si rivolge come a un suprematista invasore, negando i suoi diritti a essere lo Stato del Popolo Ebraico. La questione dell'occupazione, che è l'unica parola che l'UE sa compitare accusando Israele di illegalità internazionale, deve recuperare il suo significato storico: qui siamo a fronte di terre disputate, questione di suprema sicurezza, e di reciproca accettazione. Non è fatta certo solo di terra la pace, essa è stata offerta mille volte, è fatta di pregiudizio religioso e ideologico da parte palestinese, ma non più arabo. L'Europa certamente ama la pace, quindi deve capire che il ponte per avvicinarvisi sono gli Accordi di Abramo sono quei Paesi arabi cui un tempo sembrava affezionata, e che oggi ignorano a favore di chi? Del loro peggior nemico: l'Iran! Ma non vi sembra che prima di rimettervi a progettare altre Conferenze di Pace, che il paradigma europeo vada riletto completamente? Quanto ad Abu Mazen, non vi siete accorti che è un dittatore i cui oppositori vengono uccisi? Che i denari che gli donate spariscono in vortici incontrollati? Che ha appena cancellato le elezioni dopo 17 anni di inutile e dannoso potere? Non solo la proposta di un ennesimo Vertice di pace non è di pace, esso è di guerra al popolo palestinese stesso, che forse desidera la pace proprio come quello dei Patti di Abramo ma non può dirlo.

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