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Il Foglio Rassegna Stampa
27.11.2024 All’ONU è ammesso solo chi è contro Israele
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 27 novembre 2024
Pagina: 1/VII
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Dissenso all’Onu»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/11/2024, a pag. 1/VII, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Dissenso all’Onu''.

Informazione Corretta
Giulio Meotti
Knesset speaker cancels meeting with UN ...
António Guterres ha messo alla porta Alice Wairimu Nderitu, Consigliere speciale per la prevenzione del genocidio, per aver negato l'esistenza di un genocidio a Gaza e dunque disobbedito alla 'linea' del Segretario Generale, ossia: è sempre colpa di Israele e chi la pensa diversamente deve essere cacciato. 

Roma. L’ex commissario dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i palestinesi, Pierre Krähenbühl, ha incontrato i leader delle organizzazioni terroristiche palestinesi durante il suo mandato, ha rivelato UN Watch. L’incontro ha avuto luogo a Beirut nel 2017 alla presenza di esponenti di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del Fronte per la liberazione della Palestina. Krähenbühl aveva avvertito i presenti di mantenere private le discussioni sull’Unrwa, agenzia che dopo il 7 ottobre è accusata da Israele di collusioni con Hamas. “Se riusciamo a raggiungere questo obiettivo, significa che siamo uniti e nessuno può separarci”, avrebbe detto Krähenbühl. 

Le Nazioni Unite hanno perso da tempo credibilità, ma il loro assalto a Israele sta toccando nuovi minimi orwelliani. L’Onu non rinnoverà il contratto di Alice Wairimu Nderitu, la keniota che è Consigliere speciale per la prevenzione del genocidio, rivela il Wall Street Journal. L’ultima parola sul suo licenziamento spetterà al segretario generale António Guterres, che ha l’autorità di rinnovare o interrompere i contratti dei dipendenti delle Nazioni Unite.

La biografia all’Onu di Nderitu la descrive come una “voce riconosciuta nel campo della costruzione della pace e della prevenzione della violenza”. Ha ricoperto quel ruolo dal 2020. Nderitu non è un’alleata dichiarata di Israele. Ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza. Ma il suo “peccato” agli occhi dei funzionari pubblici internazionali è quello di dare valore alle vite degli israeliani e dei palestinesi, condannare la barbarie del massacro di Hamas e chiedere il rilascio degli ostaggi israeliani. E così sarebbe in procinto di essere licenziata perché è rimasta ferma nella sua convinzione che la guerra di Israele contro Hamas non costituisce genocidio.

Il suo ufficio ha pubblicato un documento su “quando riferirsi a una situazione come ‘genocidio’”. Tale definizione, ha affermato Nderitu, include la Shoah, il genocidio in Ruanda, il massacro serbo dei musulmani bosniaci e potrebbe includere le uccisioni etniche che si stanno verificando in Sudan. La campagna di autodifesa di Israele non si qualifica come tale. La guerra contro Hamas ha causato vittime, ma la strategia di Israele mira a smantellare un regime terroristico, non a eliminare un gruppo etnico. Ma non è questo che la cricca antisraeliana all’Onu vuole sentirsi dire.

Nderitu non è un’altra Francesca Albanese o Leila Zerrougui, l’inviata dell’Onu per i bambini e i conflitti armati, che ha inserito l’esercito israeliano nella lista nera di paesi e organizzazioni che causano regolarmente danni ai bambini assieme ad al Qaida, ai nigeriani di Boko Haram, all’Isis e a paesi come il Congo e la Repubblica Centrafricana. Nderitu non è neanche Sarah Douglas, vice capo della pace e della sicurezza delle donne delle Nazioni Unite, apparsa in un video da casa accanto a un poster palestinese e il cui account sui social ha diffuso centinaia di tweet anti Israele prima che lo cancellasse, secondo UN Watch.

Nella sua unica dichiarazione sulla guerra di Gaza, Nderitu ha denunciato le atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre e non ha mosso alcuna critica demonizzante a Israele, sebbene abbia affermato che “i civili innocenti non dovrebbero mai pagare il prezzo di un conflitto di cui non hanno alcuna responsabilità”.

Il 14 novembre, il Comitato speciale delle Nazioni Unite per indagare sulle pratiche israeliane ha pubblicato un rapporto a sostegno delle accuse di genocidio. Il comitato sta prendendo spunto dall’austriaco Volker Türk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha trascorso un anno dal 7 ottobre ad attaccare Israele. Le sue affermazioni sono spesso riprese dal segretario generale delle Nazioni Unite Guterres e dai critici di Israele. Il Comitato è composto da stati membri come Malesia, Senegal e Sri Lanka. Senegal e Malesia sono nazioni musulmane con una storia di ostilità verso Israele.

Chiunque abbia un minimo di integrità non può sopravvivere all’Onu. O canti lo stesso spartito antioccidentale e antisraeliano o te ne vai.

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