Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Testata: Il Foglio Data: 05 luglio 2024 Pagina: 3 Autore: Redazione de Il Foglio Titolo: «Israele e Hamas negoziano?»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/07/2024, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Israele e Hamas negoziano?"
Dopo il primo e unico scambio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi avvenuto alla fine di novembre, i negoziati fra Israele e Hamas si sono di fatto arenati. Hamas ha mostrato in piú occasioni di non aver alcun interesse a trattare, ma solo prendere tempo sperando che Israele sia messo in difficoltá dal crescente isolamento internazionale
Hamas ha consegnato ai mediatori di Egitto e Qatar una nuova risposta alla proposta che Israele aveva presentato a fine maggio per il cessate il fuoco e la liberazione degli oltre centoventi ostaggi tenuti ancora prigionieri nella Striscia di Gaza. La prima risposta di Hamas era stata irricevibile, i terroristi non sono scesi a patti neanche davanti a un accordo “estremamente generoso”, come lo aveva definito il segretario di stato americano Antony Blinken. Ora il gruppo della Striscia, dopo settimane in cui la parola “accordo” era scomparsa dal racconto quotidiano della guerra, ha presentato una nuova risposta sulla quale, secondo alcuni mediatori anche israeliani, “è possibile lavorare”. Rimangono differenze, soprattutto riguardo al passaggio da una fase all’altra del piano, Hamas ha ammorbidito le sue posizioni sulla liberazione di alcuni ostaggi, che verrebbero scambiati con palestinesi detenuti nelle carceri israeliane: sui nomi di questi detenuti Israele vuole esercitare potere di veto, alcuni sono condannati per terrorismo, e il gruppo della Striscia non vuole acconsentire. Hamas chiede il ritiro completo dell’esercito, anche dallo tzir Filadelfi, la zona cuscinetto tra Egitto e Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione di emergenza del gabinetto di sicurezza, e la squadra dei mediatori israeliani è partita per una nuova sessione di negoziati. Ora si apre un periodo di passi avanti e indietro, false partenze e speranze. Hamas ha detto che non si fida di Netanyahu e neppure dell’Amministrazione americana, il premier israeliano ha detto al capo della Casa Bianca Joe Biden che non può rinunciare ai suoi obiettivi di guerra, ma a molte delle condizioni previste nel piano di accordo con Hamas ha già acconsentito. Questo è il momento della pressione che va esercitata su Hamas, tenendo ben presente che qualunque accordo rischia di essere un pessimo accordo per Israele e il futuro dello stato ebraico, senza intaccare il potere di Hamas, è sempre di più una questione di sicurezza internazionale.
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