domenica 08 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
26.11.2023 Ucraina: 640 giorni di aggressione
Analisi di Paola Peduzzi

Testata: Il Foglio
Data: 26 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Paola Peduzzi
Titolo: «640 giorni di aggressione»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 26/11/2023, a pag. 1, con il titolo '640 giorni di aggressione', l'analisi di Paola Peduzzi.

Risultati immagini per paola peduzzi
Paola Peduzzi

La rivista il Mulino: A che punto è la guerra in Ucraina

Milano. “Alcuni muoiono, altri continuano ad avanzare. E’ come un film di zombi”, ha detto alla France Press un soldato ucraino sul fronte di Avdiivka, la cittadina nel Donbas dove è iniziata “la terza ondata” di soldati russi contro la linea di difesa ucraina. Il campo è pieno di cadaveri, i russi scavano dei tunnel per prendere di sorpresa gli ucraini, le immagini che ci arrivano sono tragiche e coraggiose insieme, secondo le fonti ucraine ci sarebbero 40 mila soldati russi all’attacco. L’intelligence di Kyiv ha rilasciato l’audio di una telefonata intercettata in cui un soldato russo dice di essere ricoverato in un ospedale civile a Rostov perché quello militare è pieno, “tre piani pieni di feriti, senza gambe, senza braccia, con altre parti del corpo mutilate, vengono soprattutto da Avdiivka”. Da settimane e settimane, da questa cittadina ormai quasi deserta e distrutta arrivano racconti di morti, feriti, zombi. Al 640esimo giorno di guerra, tra giovedì e venerdì sono stati lanciati 91 missili russi sulle città ucraine. E’ arrivata la neve, gli obiettivi principali sono l’elettricità e l’acqua. In occidente non si fa che discutere di negoziati, stallo, stanchezza. La Bild ieri ha pubblicato un articolo che è stato molto citato perché racconta di un “piano segreto” di Germania e Stati Uniti – i due paesi che più spendono militarmente e finanziariamente per sostenere la difesa ucraina contro l’aggressione di Vladimir Putin – per dare a Kyiv lo stretto necessario per mantenere la linea del fronte mentre aspettano che Volodymyr Zelensky capisca che non può vincere, meglio scendere a patti. In sostanza: un conflitto “congelato”, lo stesso che accettammo nel 2014 e che di congelato aveva soltanto la determinazione occidentale a respingere l’offensiva della Russia – morirono a migliaia, così come accade oggi. Questo articolo è stato molto citato perché il partito del negoziato inevitabile si è ampliato nell’ultimo mese e mezzo, complici: la crisi mediorientale, la controffensiva ucraina senza successi conclamati (che cinismo), le decisioni rimandate in Europa su munizioni e fondi da stanziare, le pressioni al Congresso americano da parte dei repubblicani che vogliono ridurre il sostegno a Kyiv per andare contro a quella che definiscono “la guerra di Biden” e il discorso di Putin al G20 malignamente equivocato come un’offerta di pace. Secondo le fonti della Bild, il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, che due giorni fa era a Kyiv (mentre Putin era ad abbracciare il dittatore bielorusso a Minsk), è contrario a questo piano, ma la decisione sarebbe del cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Gli esperti sentiti dalla Bild dicono che è un piano destinato a fallire e criticano il capo del governo tedesco, oltre che l’Amministrazione americana. Basandosi sui fatti: Biden continua a ripetere che la difesa dell’Ucraina è la difesa dell’occidente, se Putin vince, perdiamo tutti; Scholz ha detto al presidente russo durante il G20 che se vuole porre fine al conflitto come dice, deve ritirarsi dall’Ucraina. Berlino ha stanziato un altro pacchetto di aiuti militari per Kyiv di 1,3 miliardi di euro e fornirà un altro sistema Patriot all’Ucraina durante l’inverno.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT