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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Foglio Rassegna Stampa
16.10.2023 Hamas ha ricevuto da ogni paese miliardi di dollari
Analisi di Francesco Palmieri

Testata: Il Foglio
Data: 16 ottobre 2023
Pagina: 6
Autore: Francesco Palmieri
Titolo: «'Le divisioni della società israeliana non ci hanno indebolito'»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/10/2023, a pag. 6, con il titolo 'Le divisioni della società israeliana non ci hanno indebolito' l'analisi di Francesco Palmieri.

Michael Ramirez | Las Vegas Review-Journal

Un pomeriggio di fine ottobre 2021, prendendo il caffè con Dror David Nahum, chiacchierammo del più e del meno: della vicenda del piccolo Eitan, sopravvissuto all’incidente del Mottarone e conteso tra parenti italiani e israeliani; di una prossima visita di Abraham Yehoshua, di cui Dror David, avvocato specializzato in copyright and entertainment a Tel Aviv, curava i diritti. Le sue radici italiane, rinsaldate dalla conoscenza della lingua e da frequenti viaggi di lavoro, hanno generato foglie in Israele. Ma quando mercoledì scorso ci siamo risentiti, abbiamo dovuto sospendere la conversazione perché – per quel che poi si è rivelato un falso allarme – è dovuto scappare in un rifugio: “Forse è iniziato l’attacco di Hezbollah dal nord”. Ricordando il caffè di due anni prima abbiamo realizzato che è la storia a indirizzare le nostre vite, quasi mai il contrario come un’errata inversione di prospettiva ci lascia spesso credere. Dror David, 56 anni, ha due figlie. La prima, diciannovenne, si è arruolata nell’esercito quasi due mesi fa firmando per una leva prolungata a tre anni. Tre suoi ex compagni di scuola sono stati uccisi dai miliziani di Hamas sabato 7 ottobre. “Ogni israeliano ha un parente, un amico o indirettamente conosce qualcuno che è stato assassinato, ferito o rapito. Gli eventi di quel sabato bruceranno per sempre nella storia ebraica e israeliana, a migliaia soffriranno nei prossimi anni di problemi mentali per lo shock post-traumatico”. C’è anche chi in occidente, finché non ha verificato immagini di cui si preferiva dubitare, ha manifestato difficoltà a credere. Gli occhi vedono e il cuore si rifiuta di accettare che ci siano esseri umani capaci di tanta crudeltà. Si sono consumati orrori che ricordano i giorni più bui della storia. Crimini contro l’umanità. Hamas è una organizzazione terroristica micidiale come l’Isis, che si è posta l’obiettivo dichiarato di distruggere lo Stato di Israele e sterminare gli israeliani. Sia chiaro che i miliziani pieni d’odio che hanno operato l’invasione non sono stati mandati a combattere “il nemico sionista” né a liberare la Palestina “occupata”, ma con l’ordine preciso di commettere omicidi di massa, stuprare e rapire innocenti. Ne fa le spese, tuttavia, anche la popolazione palestinese. La reazione di Israele ha comportato una durissima risposta. Lo Stato di Israele ha il diritto e il dovere di difendersi per ripristinare la sicurezza dei suoi cittadini. Il disastro umanitario di Gaza bombardata, con centinaia di migliaia di sfollati, è il prezzo pagato da una popolazione che subisce da anni il brutale regime di Hamas. Tutti i palestinesi che si sono opposti o si sono espressi contro sono stati brutalmente torturati, eliminati, precipitati pubblicamente dai tetti dei grattacieli di Gaza. Ai capi non importa nulla della loro gente. Negli anni Hamas ha ricevuto miliardi di dollari da ogni paese, ma invece di investire nelle infrastrutture e nel lavoro, nell’istruzione, nella costruzione di scuole e ospedali ha preferito finanziare l’acquisto di armi, scavare tunnel per contrabbandarle, incitare con il lavaggio del cervello i bambini incolpando Israele della miseria in cui versavano. L’università islamica di Gaza ha cresciuto generazioni di studenti esperti in sabotaggio, terrorismo e nell’odio verso gli ebrei, ai quali dopo 75 anni non viene ancora riconosciuto il diritto di vivere nella loro patria naturale. C’è chi definisce la Striscia di Gaza la più grande prigione a cielo aperto. Israele ha dovuto staccarsene per difendersi dagli attentatori suicidi che si facevano esplodere a Tel Aviv. Le Forze di difesa israeliane sono espressione di un paese democratico che ha investito enormi risorse per assicurare il rispetto delle leggi di guerra e per colpire i terroristi di Hamas in modo chirurgico, cercando di prevenire danni ai civili. Ogni azione è stata condotta dopo severi controlli giuridici e anche adesso, che non è facile per gli israeliani piangenti pensare alla sofferenza dei palestinesi, crediamo che l’intensità del dolore per la perdita di una persona cara non sia diversa tra Gaza e Ofakim. Israele continuerà ad agire nei limiti del diritto internazionale. Anche quando il sangue bolle. Purtroppo le regole morali che si è imposto sono risultate, agli occhi di Hamas, come una debolezza di cui brutalmente approfittarsi. Le lacerazioni della società israeliana e le contestazioni a Netanyahu per la riforma della giustizia quanto hanno indebolito il Paese? Hamas ha avuto torto a pensare che gli sviluppi di politica interna abbiano reso più vulnerabile Israele. Nel giro di poche ore si sono mobilitati centinaia di migliaia di riservisti. La gente ha lasciato la scuola e il lavoro per assistere le vittime e l’esercito. Chi, fino a pochi giorni prima, protestava nelle strade ha accantonato le opinioni e in quelle stesse strade ha distribuito cibo e bevande ai soldati. Proprio la democrazia ci ha riuniti e trasformati in una forza formidabile, che il regime dittatoriale di Hamas non potrà mai sconfiggere. Il nostro paese, grande quanto la Toscana, sorto come la fenice in un’area dove regnano violenza e oscurità, ha dato contributi all’umanità nella scienza, nella medicina, nell’agricoltura. Israele è qui per sempre e il suo legittimo diritto di esistere deve essere interiorizzato anche da chi finora, per non riconoscerlo, ha preferito combatterlo con l’omicidio o la propria stessa morte. Imprigionati dai loro leader tra gli stenti, i palestinesi sono rimasti senza più nulla da perdere. Tranne la vita.

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