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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Foglio Rassegna Stampa
10.06.2023 Antisemitismo, fucile in spalla e contro l'Ucraina: ecco i sostenitori a oltranza di Trump
Analisi di Giulio Silvano

Testata: Il Foglio
Data: 10 giugno 2023
Pagina: 10
Autore: Giulio Silvano
Titolo: «Le pretoriane»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 10/06/2023, a pag. 10, con il titolo "Le pretoriane", il commento di Giulio Silvano.

The 11 most amazing reactions from Donald Trump's fans when meeting The  Donald - The Washington Post
Trump acclamato dai suoi sostenitori


Speravate di esservi liberati di Donald Trump. Nonostante la sconfitta contro Joe Biden, nonostante la reputazione rovinata dalle cause legali, il trumpismo continua però ad animare i corridoi di Washington, come uno spettro arancione. Anche se The Donald non vincerà nel 2024, la sua legacy continua a fiorire. La presa di potere del Tycoon ha facilitato, e normalizzato, l’ingresso nell’arena governativa di personaggi dell’estrema destra che hanno imparato le sue tecniche comunicative. Personaggi che prima erano emarginati negli angoli bui del dibattito politico-folkloristico. E’ finito il tempo in cui il partito repubblicano si basava su una serie di valori snocciolati dagli anni reaganiani, con la giusta dose di dottrina libertaria e influenze evangeliche. L’eredità dell’ex presidente è incarnata oggi da alcune figure che siedono tra i banchi del Congresso, in quello stesso Campidoglio assaltato da Oath Keepers, Proud Boys e sciamani QAnon con l’elmo vichingo. Da quei protagonisti che hanno tentato di mettere un freno a una tradizione democratica che va avanti da un paio di secoli, aizzati da un presidente che non accettava la sconfitta alle urne, restio a concedere il potere al suo successore. Una di queste figure che ben rappresenta l’evoluzione del partito è la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene, per tutti MTG. Quando The Donald era ad aprile in stato di arresto, nel tribunale di Manhattan, per il caso sulla pornostar Stormy Daniels, Greene ha detto: “Trump si unisce alla lista di alcune delle persone più incredibili della storia. Nelson Mandela è stato arrestato, ha passato del tempo in prigione. Gesù, beh Gesù è stato arrestato e ucciso dal governo romano”. Questa è solo una delle frasi di MTG che mostrano il livello di fedeltà alla causa borderline dittatoriale, frasi che la posizionano spesso tra i trend topic di Twitter. Quando la deputata è andata fuori dal tribunale in segno di supporto a Trump, ha cercato di organizzare un piccolo comizio in un parco, ma è stata cacciata dai fischi e dalle urla di chi era lì per attaccare l’ex-presidente. Quel pomeriggio in televisione ha paragonato New York a Gotham City, la metropoli dark di Batman, dicendo: “E’ una città disgustosa, puzza terribilmente. Le strade sono luride, sono coperte di gente drogata che praticamente sta morendo. Non riescono nemmeno ad alzarsi. Cadono. C’è troppo crimine in città. Non capisco come faccia la gente a viverci”. Greene è una donna del sud, è nata in Georgia e ne rappresenta il 14esimo distretto in Congresso dal 2021, e la sua narrativa anti-newyorkese, luogo dell’élite multietnica e scolarizzata della costa est, rientra perfettamente nel personaggio. La sua carriera politica è stata molto rapida. E’ iniziato tutto durante la campagna elettorale del 2016 di Trump. Fino ad allora aveva lavorato per un paio d’anni, senza mansioni specifiche ma con il titolo di CFO, nell’azienda creata dal padre e poi venduta al marito, dopo era passata a fare l’allenatrice part-time di cross-fit in una palestra di Alpharetta, in Georgia, nei sobborghi di Atlanta. Poi l’illuminazione: colpita dal carisma di Trump e dalle tematiche care alla sua piattaforma – il muro col Messico, gli attacchi a Black Lives Matter e il fatto che Obama non fosse nato in America – ha iniziato a scrivere su alcuni blog dell’AltRight, spingendo varie teorie cospirazioniste, per poi candidarsi, battere alle primarie dei repubblicani con più esperienza e arrivare al Congresso. Prima di essere eletta era andata in visita a Washington e aveva fatto una scenata davanti all’ufficio di alcuni membri della Squad, il gruppetto iper-progressista filo-socialista capitanato dalla democratica sandersiana Alexandria Ocasio-Cortez, accusando le deputate Rashida Talib e Ilhan Omar di aver giurato sul Corano, e di non essere quindi rappresentanti “ufficiali” dell’elettorato americano, anche perché secondo MTG vorrebbero instaurare nel paese la sharia. Come nella tradizione patriarcale delle vallette di Mediaset, la bionda Greene ha una sua controparte mora, a Capitol Hill. Lauren Boebert è l’altra donna di primo piano del Freedom Caucus, il gruppo più a destra nel Congresso; anche lei ha iniziato la sua carriera politica facendo una scenata davanti alle telecamere, e senza aver mai avuto alcuna esperienza nella cosa pubblica. Nell’autunno del 2019 si era presentata a un incontro con il candidato alle primarie democratiche, Beto O’Rourke, per attaccarlo sulle sue posizioni anti-armi. Da allora Boebert è diventata una delle voci più combattive sulla libertà dell’uso di fucili automatici. Posta sui social foto dove imbraccia fucili e pistole. Proveniente da una famiglia che viveva di welfare, la trentaseienne Boebert ha lavorato in un McDonalds per poi aprire un suo ristorante – col nome patriottico di Smokehouse 1776 – e poi, dopo il fallimento, ne ha aperto un altro ristorante, chiuso per questioni igieniche. Poi la politica, rappresentando il terzo distretto del Colorado, riconfermata alle Midterm del 2022. Entrambe, Greene e Boebert, hanno raggiunto visibilità prima della loro elezione, filmandosi o finendo in video virali dove si scagliavano contro politici democratici. Questo dice molto degli effetti del trumpismo nella politica – “Non arriverai alla presidenza insultando la gente”, aveva detto Jeb Bush, candidato repubblicano, a Trump, in un dibattito per le primarie. Evidentemente si sbagliava, il tempo dei Bush era finito. Era arrivato il tempo di sfruttare gli iracondi quindici minuti warholiani e usarli come piattaforma politica, per mettere all’angolo i più moderati sfidanti del partito, con il supporto di un presidente che in cambio chiede solo la totale fedeltà. E infatti, sia Greene e Boebert, continuano a cercare di convincere il mondo che le elezioni presidenziali del 2020 sono state truccate, e che Trump dovrebbe essere rimasto alla Casa Bianca. Dopo le polemiche sui palloni spia della Cina, Greene si è presentata nei corridoi del Campidoglio con un grosso palloncino bianco. Ma i modi, forse, sono un problema minore rispetto ai contenuti. Il giorno prima dell’attacco del 6 gennaio, al canale di destra Newsmax, che cerca di rubare il pubblico più MAGA a Fox News, MTG ha detto che “domani sarà il nostro momento 1776”, facendo riferimento alla rivoluzione contro la corona inglese di Washington e Jefferson. Una retorica, quella della rivoluzione, di cui erano intrisi i furibondi contestatori antidemocratici che hanno forzato i posti di blocco per entrare negli uffici dei senatori. L’altro grande tema, il più infantile nella dialettica politica, è paragonare gli avversari ad Adolf Hitler. MTG ha postato a un certo punto sui social un video con Biden e i baffetti e uno sfondo di svastiche e la frase “Joe Biden è Hitler”. Come molti, Greene aveva già usato l’immaginario del Terzo Reich, paragonando i vaccini contro il Coronavirus e l’obbligo di portare le mascherine all’Olocausto. Considerato il notevole aumento dell’antisemitismo in America negli ultimi anni qualche settimana fa Joe Biden ha condiviso una strategia per combattere l’odio anti ebraico, creando una task force con a capo il second gentlemen Doug Emhoff, marito della VP Kamala Harris. E qual è stata la risposta di Lauren Boebert a questa iniziativa e alle parole di Biden? “Quando dicono cose del genere”, ha scritto la deputata su Twitter, “vuol dire che vogliono scagliarsi sui conservatori. Le loro tattiche vengono direttamente da un manuale dell’Urss”. Come se l’antisemitismo fosse un valore dei conservatori. O forse, Boebert, confonde il conservatorismo – quello di Ayn Rand, Edmund Burke, Barry Goldwater, Jonah Goldberg? – con la destra populista a tendenza estremista, e non è un caso che gran parte delle teorie della cospirazione fomentate dall’AltRight abbiano quasi sempre un fondamento o una sfumatura antisemita. MTG ha collezionato una serie di affiliazioni, più o meno dirette, con personaggi che spingono teorie come quella del Pizza Gate, di Charlottesville, e del Deep State, e lei stessa ha più volte fatto dichiarazioni ammiccanti verso queste tesi pericolose. Ha attaccato George Soros, ça va sans dire, e si è fatta fotografare con il leader del Ku Klux Klan, Charles Dole. Ed è andata a visitare in carcere alcuni “patrioti” che hanno attaccato il Congresso il 6 gennaio. Sul tema razzismo e anti-islamismo, anche Boebert ha avuto le sue uscite, in un discorso ha lasciato intendere che la deputata dem Omar fosse una terrorista – è stata poi costretta a scusarsi. In passato ha anche accennato a una teoria, figlia della “Grande sostituzione” di Renaud Camus, secondo cui i poteri forti progressisti avrebbero messo in atto un piano per sostituire gli americani con immigrati illegali. Sul fronte lgbtq+ la deputata del Colorado se ne esce ogni tanto accodandosi a qualche boicottaggio, ormai arma principale degli anti-wokisti. E’ successo anche il mese scorso con quello dell’azienda di abbigliamento North Face per una pubblicità che celebrava il Pride, dove la protagonista era la drag queen Pattie Gonia. Boebert ha scritto su Twitter: “Quante volte dobbiamo spiegare ai dipartimenti di marketing woke di queste aziende disgustose che l’America non è una nazione di degenerati?”. In seguito al massacro nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, nella primavera del 2022, Greene sottolineò che l’omicida fosse transgender e disse in uno streaming social: “Vogliono farti pensare che di colpo l’intera popolazione stia diventando gay o trans. Generazione dopo generazione. Probabilmente tra quattro o cinque generazioni non ci sarà più nessuno di etero”. Ha anche attaccato la grande catena di supermercati Walmart accusandola di “partecipare nella sessualizzazione dei bambini”, dato che alcuni sex toy venivano venduti nello stesso reparto degli spazzolini da denti. Sulle questioni di genere MTG ha fatto sua la campagna per vietare l’esposizione delle bandiere lgbtq+ e del Pride nelle ambasciate americane, e sempre in tema di bandiere, la deputata ha detto che quelle di Black Lives Matter “rappresentano un gruppo che vuole cancellare la nostra storia e portare alla distruzione di massa nel nostro paese tramite il comunismo”. Quando, nel 2022, attaccando l’allora speaker democratica Nancy Pelosi, MTG disse: “la polizia gazpacho di Pelosi”, confondendo la zuppa andalusa con la Gestapo hitleriana. MTG e Boebert sull’invasione putiniana sono in prima linea per evitare di inviare armi e aiuti all’Ucraina. “L’unico confine che interessa ai democratici è quello dell’Ucraina, non quello a sud degli Stati Uniti. Con noi repubblicani nemmeno un centesimo andrà all’Ucraina, il nostro paese viene prima”, ha detto Greene in un comizio in Iowa. “Aiutare l’Ucraina”, ha detto Boebert, “non è una priorità per i cittadini americani”, aggiungendo che quei soldi sarebbero meglio spesi per combattere gli oppiacei o l’inflazione. “Abbiamo inviato miliardi di dollari, non sappiamo dove finiscono quei soldi”. Queste pasionarie però vengono attaccate oggi non solo per il loro posizionamento e il loro galateo istituzionale, ma con la grande arma tanto cara agli americani: l’ipocrisia. La tiritera è sempre quella: “spargi il verbo della sacralità famiglia, e poi la tua è un disastro”. E infatti, sia Boebert che Greene sono state al centro di diverse coperture giornalistiche per i loro affair familiari. L’anno scorso il marito di MTG, Perry Greene, padre dei suoi tre figli, ha chiesto il divorzio. Tutto nella norma, cose che anche il più radicale puritanesimo può sopportare. Diversa è invece la storia della deputata Boebert. Il marito, Jayson, era già stato arrestato per essersi denudato davanti a due ragazze in una pista da bowling, e la settimana scorsa sono usciti gli audio di una telefonata alla polizia fatta da uno dei figli a dicembre. Il figlio telefona, dice che il padre lo sta picchiando e poi, poco dopo, chiama per rettificare, spinto dalla madre al suo fianco. Scandalo quasi evitato. E nel frattempo i due hanno iniziato le procedure di divorzio. Se vogliamo farne una questione di genere, non si può negare che oggi, nel parlamento americano, le figure che sembrano avvicinarsi di più gli estremi, e che a volte riescono a scavalcarli, sono figure femminili. Le già citate Ocasio-Cortez e Company, rappresentano un equivalente nello spettro congressuale a sinistra, almeno inizialmente. Sono diventate virali le lacrime della deputata dem di New York quando “ha dovuto” votare in linea col partito sugli aiuti economici a Israele per costruire il sistema di difesa Iron Dome. Sembra esserci a sinistra una maggiore obbedienza alla condotta ufficiale, o comunque al programma governativo di Biden, e al saper stare in riga senza rendersi particolarmente ridicoli. A destra invece i membri del Freedom Caucus sono dei veri ribelli. La domanda che ci si fa, su queste pasionarie dell’AltRight, è se si staccheranno dal seno trumpiano, una volta che non ci sarà più latte, per finire tra le braccia di Ron DeSantis, il governatore della Florida che sembra voler scavalcare a destra tutti gli altri candidati. Intanto, vista la visibilità ottenuta, alcuni fanno il nome di Marjorie Taylor Greene come possibile candidata vice-presidente accanto al prossimo grande populista del nuovo partito repubblicano.

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