venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
07.06.2023 Cina e Russia aggressive nel Pacifico
Analisi di Giulia Pompili

Testata: Il Foglio
Data: 07 giugno 2023
Pagina: 4
Autore: Giulia Pompili
Titolo: «La Cina (con la Russia) sempre più aggressiva nel Pacifico»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/06/2023, a pag.4, con il titolo "La Cina (con la Russia) sempre più aggressiva nel Pacifico" l'analisi di Giulia Pompili.

Immagine correlata
Giulia Pompili

Pechino e la guerra in Ucraina: gli scacchi cinesi di Xi Jinping
Putin con Xi Jinping

Roma. Ieri i jet giapponesi e sudcoreani si sono alzati in volo in due diversi scramble – cioè il decollo d’emergenza di un caccia per l’intercettazione di una potenziale minaccia aerea – quando aerei da guerra russi e cinesi sono entrati, senza autorizzazione, all’interno delle Zone di identificazione aerea di Giappone e Corea del sud, cioè in quelle aree controllate dalle rispettive Difese aeree. Russia e Cina hanno annunciato ieri l’inizio del “sesto pattugliamento aereo strategico congiunto” nelle acque tra il Mar del Giappone e il Mar cinese orientale, nell’ambito della sempre più forte cooperazione tra Mosca e Pechino a livello militare. E’ la sesta volta sin dal 2019 che Russia e Cina conducono pattugliamenti congiunti nell’area. Nelle stesse ore, sui suoi canali Telegram, la Difesa russa ha annunciato l’inizio delle esercitazioni operative nelle acque del Mar del Giappone e del Mare di Okhotsk, a nord dell’isola di Hokkaido, la più settentrionale dell’arcipelago giapponese, che dureranno fino al prossimo 20 giugno: saranno coinvolte “più di 60 navi da guerra e di supporto, circa 35 aerei dell’aviazione navale, truppe costiere e più di 11.000 militari”. Lo sforzo di addestramento bellico nell’area asiatica della coalizione russo-cinese arriva in un momento di alta tensione militare. Il 31 maggio scorso, sui cieli del Mar cinese meridionale (un’altra zona del mondo rivendicata pressoché interamente dalla Repubblica popolare cinese) un caccia cinese J-16 si è avvicinato in modo molto pericoloso a un aereo da ricognizione americano dopo averlo intercettato. Sabato scorso, un cacciatorpediniere cinese ha tagliato la rotta della Uss Chung-Hoon, che stava conducendo un’esercitazione con la Marina canadese nello Stretto di Taiwan. Le manovre militari cinesi, secondo il Pentagono, sono sempre più aggressive e mirano ad aumentare il fattore di rischio di un’escalation, in un momento in cui il dialogo diretto tra la Difesa di Pechino e quella di Washington è azzerato per volontà di Pechino. La sicurezza nell’area del Pacifico, al G7 e in tutte le riunioni sovranazionali dell’alleanza occidentale, viene sempre più spesso legata a quella dell’Ucraina, dell’Europa, e alla volontà della partnership tra Cina e Russia di guadagnare potere d’influenza grazie alla destabilizzazione globale. E’ anche per questo che sul tavolo del prossimo Summit della Nato, in programma l’11 e 12 luglio in Lituania, c’è anche l’apertura di un ufficio di rappresentanza Nato in Giappone – uno dei Nato Plus 5, i cinque paesi partner dell’Alleanza atlantica – il primo nell’area dell’Indo-Pacifico. Questa possibilità è stata accolta da Pechino come una “provocazione” e, di fatto, un “allargamento alla Nato asiatica” - anche se l’Alleanza ha in realtà diversi uffici di rappresentanza che svolgono per lo più funzioni diplomatiche. Ma ieri il Financial Times ha svelato che il primo ostacolo per raggiungere il consenso unanime dei paesi membri a Vilnius è la Francia di Emmanuel Macron. Parigi resta contraria a qualsiasi azione “che contribuisca alla tensione fra Nato e Cina”, ha detto una fonte al quotidiano. Un paio di mesi fa, tornando da una missione a Pechino, il presidente francese aveva detto che l’Europa doveva tenersi fuori dalla disputa per Taiwan tra America e Cina. Non solo: ieri il capo della diplomazia di Pechino, Wang Yi, e il consigliere per la politica estera dell’Eliseo, Emmanuel Bonne, hanno parlato al telefono e sembra che la Cina si aspetti di collaborare proprio con la Francia per promuovere la sua versione della “pace” tra Russia e Ucraina. Secondo Politico, il premier cinese Li Qiang sarà in Europa a fine giugno, e il 22 e 23 giugno è atteso a Parigi per partecipare alla “conferenza internazionale per un nuovo patto finanziario globale” voluta da Macron per “gettare le basi per un nuovo sistema finanziario, più equo e solidale, e per affrontare le sfide globali condivise”. Dopo la telefonata con Bonne, secondo quanto riportato dalla stampa cinese, Wang ha auspicato che la Francia continui ad avere più autonomia nella sua politica estera, e il riferimento è alle accuse contro l’America che cercherebbe lo scontro con Pechino.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT