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Il Foglio Rassegna Stampa
02.06.2023 "L’Ucraina è pronta a entrare nella Nato"
Analisi di David Carretta

Testata: Il Foglio
Data: 02 giugno 2023
Pagina: 1
Autore: David Carretta
Titolo: «Alleanza a tappe»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 02/06/2023, a pag. 1, con il titolo "Alleanza a tappe", il commento di David Carretta.

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David Carretta

Analysis: EU faces a complex task as it tries to agree Russia sanctions |  Reuters

Bruxelles. “L’Ucraina è pronta a entrare nella Nato. Siamo pronti per il momento in cui la Nato sarà pronta”, ha detto ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al suo arrivo al vertice della Comunità politica europea in Moldavia. E’ la sua prossima battaglia politica, dopo quelle per lo status di candidato all’Ue, i sistemi di difesa aerea, i carri armati Leopard 2, i Patriot e i caccia F-16: al vertice della Nato di Vilnius di luglio Zelensky vuole un invito, un calendario e garanzie di sicurezza lungo tutto il percorso di adesione. Perché il presidente ucraino sa che l’ingresso nella Nato non ci sarà prima della fine della guerra. Per gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi europei è impensabile estendere l’articolo 5 del Trattato dell’Atlantico del nord all’Ucraina in conflitto militare con la Russia. Ma, senza garanzie di sicurezza che funzionino da deterrente alla tentazione di Vladimir Putin di un’altra guerra, la pace non sarà duratura. Zelensky è stato l’ospite inatteso. La sua presenza al vertice della Comunità politica europea non era stata confermata. Eppure è stato il primo ad arrivare. Ma non come intruso. Al contrario. E’ quello che ha costretto la famiglia europea nel senso più largo a riunirsi per proteggere il suo paese e proteggersi tutti insieme dall’aggressione e dalle minacce della Russia. E’ quello che ha cambiato l’Europa decidendo di non scappare su un elicottero, quando i carri armati di Vladimir Putin erano a pochi chilometri dal suo palazzo e i commando russi inviati per ucciderlo si erano già infiltrati a Kyiv.

Nato due volte - Fondazione Luigi Einaudi

E’ quello che ha fatto uscire dal loro torpore l’Unione europea e la Nato, costringendole a un esercizio di creatività che è destinato a rimodellare l’architettura politica e di sicurezza del continente. Volodymyr Zelensky è stato accolto dalla padrona di casa, Maia Sandu, la presidente di un paese, la Moldavia, che condivide le sue stesse sfide esistenziali. La loro stretta di mano è stata un’immagine simbolica forte, prima della riunione dei più di quaranta capi di stato e di governo (mancava solo Recep Tayyip Erdogan) nel Castello Mimi, a Bulboaca, a pochi chilometri dalla Transnistria moldava occupata dalla Russia, non lontano dall’Ucraina che resiste e prepara la controffensiva. Sandu ha insistito sull’adesione della Moldavia all’Ue, chiedendo di “avviare i negoziati il prima possibile”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato un pacchetto che comprende assistenza economica, sostegno agli investimenti nelle rinnovabili, contributi per rafforzare la sicurezza della Moldavia. Il premier britannico, Rishi Sunak, ha promesso a Sandu aiuti contro la minaccia della Russia. Zelensky ha immediatamente fatto capire qual è la sua priorità: una prospettiva formale di ingresso nella Nato. “Ogni dubbio è una trincea che la Russia cercherà di occupare”. Per il presidente ucraino, “i dubbi devono svanire” e “questo deve essere l’anno delle decisioni. In estate al vertice Nato di Vilnius, è necessario un invito chiaro all’Ucraina e sono necessarie le garanzie di sicurezza nel percorso verso l’adesione alla Nato. In autunno, è necessaria una decisione positiva sulla nostra adesione all’Ue. E stiamo anche preparando il summit per la pace”, ha spiegato Zelensky. Una spinta è arrivata mercoledì, quando il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto di essere favorevole a garanzie di sicurezza più solide di quelle fornite a Israele e a un “percorso” per l’adesione dell’Ucraina alla Nato. Ma i membri dell’Alleanza atlantica sono divisi. “La sola garanzia di sicurezza che funziona è la Nato”, ha detto il premier estone, Kaja Kallas. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, non si è sbilanciato. “Ora stiamo dando il nostro contributo per sostenere l’Ucraina. Abbiamo sempre detto che ci devono essere garanzie anche per un ordine di pace dopo la guerra”, ha detto Scholz: “La Germania darà un contributo in tal senso. Dovremo discuterne concretamente”. A Oslo, dove erano riuniti i ministri degli Esteri per preparare il vertice di Vilnius, il britannico James Cleverly, ha detto che “il posto giusto dell’Ucraina è dentro la Nato”. La tedesca Annalena Baerbock ha ricordato che l’ingresso nella Nato non ci sarà finché l’Ucraina è in guerra. Il segretario di stato americano, Antony Blinken, si è mostrato molto prudente. “L’Ucraina può aspettarsi un pacchetto molto robusto di sostegno sia politico sia pratico” al vertice Nato, ha detto Blinken. La Comunità politica europea, nata da un’idea di Macron, è al suo secondo vertice dopo quello di Praga dello scorso anno. E’ un forum per permettere ai leader di discutere di geopolitica, sicurezza e energia in modo più informale rispetto ad altre istituzioni come il Consiglio d’Europa o l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Ognuno arriva con le proprie priorità e le sue piccole crisi. Il britannico Sunak ha voluto concentrarsi sui richiedenti asilo. Il premier olandese, Mark Rutte, ha incontrato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per parlare di migranti e Tunisia. Il premier kosovaro, Albin Kurti, e il presidente serbo, Aleksandar Vucic, si sono scambiati accuse per gli scontri nel nord del Kosovo. Macron e Scholz hanno promesso di occuparsene.

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