venerdi 26 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
03.03.2023 Blinken: continueremo a sostenere l’Ucraina
Analisi di Paola Peduzzi

Testata: Il Foglio
Data: 03 marzo 2023
Pagina: 1
Autore: Paola Peduzzi
Titolo: «Zelensky vuole parlare con i repubblicani americani»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 03/03/2023, a pag. 1, con il titolo 'Zelensky vuole parlare con i repubblicani americani', l'analisi di Paola Peduzzi.

Risultati immagini per paola peduzzi
Paola Peduzzi

Who is Tony Blinken? Biden taps close confidante, longtime aide for  secretary of state - ABC News
Antony Blinken

Milano. I dieci minuti che ieri il segretario di stato americano, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, hanno trascorso allo stesso tavolo, a margine del G20 dei ministri degli Esteri in India, sono una buona risposta a chi sostiene che l’America abbia voluto la guerra contro l’Ucraina e che l’unica soluzione sia un dialogo con la Russia accettando le sue condizioni. L’incontro è stato richiesto da Blinken, quindi dall’americano ostile al dialogo, o almeno questo è quello che ha voluto sottolineare il ministero degli Esteri russo, che tiene a farci sapere, qualora non ce ne fossimo accorti, che Mosca non fa alcun approccio. I due diplomatici, che non si vedevano di persona da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, hanno parlato per dieci minuti scarsi, ha fatto sapere una fonte americana, e definire questo incontro una discussione è un’esagerazione: Blinken ha detto a Lavrov che Mosca dovrebbe rientrare nel trattato sul controllo delle armi nucleari New Start (nell’ultimo discorso alla nazione, Vladimir Putin ha sospeso la partecipazione della Russia); che dovrebbe rilasciare Paul Whelan, cittadino americano e britannico arrestato nel 2018 e condannato nel 2020 a 16 anni di prigione per spionaggio; che non si deve “illudere”, il sostegno dell’America all’Ucraina non sta scemando, e durerà finché sarà necessario. Il resoconto da parte russa è meno dettagliato, ma Lavrov ha detto anche in conferenza stampa che molte delegazioni occidentali, in particolare l’America, stanno tentando di “dare la colpa del loro fallimento economico” alla Russia e stanno cercando di esercitare la loro influenza per costringere gli stati neutrali a condannare l’invasione russa: “L’occidente continua i suoi tentativi di far pressione su tutti e tutto”. Una fonte americana ha detto all’Associated Press che Blinken è convinto che un cambiamento nell’atteggiamento della Russia non sia “imminente” e che ogni incontro internazionale è “rovinato dalla guerra non provocata e ingiusta” di Putin in Ucraina. Nelle ore successive, il comunicato del G20 di condanna di questa guerra è stato boicottato dalla Russia e dalla Cina: non è sorprendente, ma resta grave. L’incontro tra Blinken e Lavrov conferma che Putin è sordo a qualsiasi tentativo di dialogo e aspetta, devastando il paese che ha aggredito, che le sue condizioni (riassumibili in: resto a occupare l’Ucraina) siano accettate. Blinken ha però voluto ribadire: non ci stancheremo. E’ la stessa cosa che ha detto durante la sua visita a Kyiv, proprio come Joe Biden, presidente americano, e Janet Yellen, segretario al Tesoro. Il messaggio è diretto alla Russia e all’America. I sondaggi d’opinione mostrano un calo del sostegno a Kyiv, molto contenuto se si pensa a quanto è martellante la campagna antiucraina di molti esponenti trumpiani al Congresso. Ma ciò che si intravvede in queste rilevazioni è che si insinua la volontà di mettere un limite di tempo al sostegno, il contrario del “finché sarà necessario” ripetuto dalla Casa Bianca. Anche per questo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha in programma di parlare con il leader della maggioranza repubblicana al Congresso, il mezzo trumpiano McCarthy, che va dicendo che il sostegno all’Ucraina “non è un assegno in bianco”. Zelensky pensa di dirgli che la cifra su quell’assegno non si conosce perché la sta scrivendo, con le bombe, l’occupazione, le torture e gli stupri, Vladimir Putin.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT