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Il Foglio Rassegna Stampa
23.09.2022 Onu, la pace secondo Zelensky
La neutralità non serve

Testata: Il Foglio
Data: 23 settembre 2022
Pagina: 7
Autore: Volodymyr Zelensky
Titolo: «La pace secondo Zelensky»
Riprendiamo oggi, 23/09/2022, dal FOGLIO, a pag. 7, con il titolo "La pace secondo Zelensky", il discorso di Volodymyr Zelensky.


Volodymyr Zelensky

Pubblichiamo ampi stralci dell’intervento del presidente ucraino all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Un saluto a tutti i popoli del mondo che apprezzano la pace e l’unità tra nazioni diverse e uguali! Auguro a tutti voi la pace! Vi ringrazio per esserci riuniti nel tentativo di ripristinare la pace e di garantire la pace a qualsiasi nazione vittima di un’aggressione armata. E’ stato commesso un crimine contro l’Ucraina e noi chiediamo una giusta punizione. Un crimine contro i confini del nostro stato. Un crimine contro le vite dei nostri cittadini, contro la dignità delle nostre donne e dei nostri uomini. Un crimine è stato commesso contro i valori che fanno di voi e di me una comunità delle Nazioni Unite. L’Ucraina chiede una punizione contro chi ha cercato di rubare il nostro territorio. Una punizione per gli omicidi di migliaia di persone. Punizione per le torture e le umiliazioni di donne e uomini. Una punizione per il caos catastrofico che la Russia ha provocato con la sua guerra illegale e non solo per noi ucraini, ma per il mondo intero. Per ogni nazione rappresentata in questa sala dell’assemblea generale delle Nazioni Unite. Parlo a nome di uno stato che è stato costretto a difendersi ma ha una formula per la pace. Parlo a nome di tutti coloro che vogliono sapere come raggiungere la pace. Presenterò una formula che può funzionare non solo per noi, ma per chiunque si trovi in circostanze simili alle nostre. E’ una formula che punisce il crimine, protegge la vita, ripristina la sicurezza e l’integrità territoriale, garantisce la sicurezza e fornisce determinazione. Sono cinque le precondizioni per la pace. […] E questo è il primo punto della nostra formula per la pace. La punizione. Punizione per il crimine di aggressione. Punizione per la violazione dei confini e dell’integrità territoriale. Una punizione che deve essere applicata fino al ripristino dei confini riconosciuti a livello internazionale. Fino alla cessazione dell’aggressione. E fino a quando i danni e le perdite per la guerra non saranno pienamente compensati. Pertanto, le sanzioni contro l’aggressore fanno parte della formula per la pace. Finché l’aggressore è parte del processo decisionale nelle organizzazioni internazionali, deve essere isolato da esse – almeno finché l’aggressione dura. Togliergli il diritto di voto. Privarlo dei diritti di delega. Eliminare il diritto di veto – se si tratta di un membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Per punire l’aggressore all’interno delle istituzioni. E non dobbiamo chiudere un occhio sui propagandisti che giustificano l’aggressione, ma applicare un pacchetto completo di restrizioni personali contro di loro. Questa è la punizione per le loro menzogne. I cittadini dello stato aggressore non dovrebbero essere autorizzati a fare turismo o shopping nel territorio di chi vuole la pace, ma dovrebbero essere incoraggiati, attraverso restrizioni sui visti, a combattere contro l’aggressione del proprio stato. Punire i complici del male. Si dovrebbe creare un Tribunale speciale per punire la Russia per il crimine di aggressione contro il nostro stato. Questo diventerà un segnale per tutti gli “aspiranti” aggressori, che devono dare valore alla pace o essere portati alla responsabilità dal mondo. Il secondo punto della formula della pace è la protezione della vita. Il punto più concreto. Adesso, mentre le sessioni dell’Assemblea generale vanno avanti, nella città ucraina di Izyum, nella regione di Kharkiv, è in corso l’esumazione dei corpi sepolti in massa durante il periodo in cui quel territorio era controllato dalle truppe russe. Sono stati trovati corpi di donne e uomini, bambini e adulti, civili e soldati. 445 tombe. C’è una famiglia che è morta sotto le macerie di una casa dopo un attacco aereo russo: padre, madre, due bambine di 6 e 8 anni, ci sono i loro nonni. C’è un uomo che è stato strangolato con una corda. C’è una donna con le costole rotte e ferite sul corpo. C’è un uomo che è stato castrato prima dell’omicidio, e questo non è il primo caso che abbiamo trovato. Domandate ai rappresentanti della Russia perché i militari russi sono così ossessionati dalla castrazione. Cosa è stato fatto a loro tanto da volerlo fare ad altri? L’unica cosa che differenzia la sepoltura di massa a Izyum da quella che il mondo ha visto a Bucha è, appunto, la sepoltura. L’esercito russo è rimasto a Izyum per un periodo più lungo e quindi i corpi delle persone uccise sono stati sepolti e non sono rimasti sparpagliati nelle strade. Quindi, come possiamo permettere che l’esercito russo si trovi da qualche parte in territorio ucraino, sapendo che sta commettendo omicidi di massa ovunque? Non possiamo. Dobbiamo proteggere la vita. Il mondo deve proteggere la vita. Ogni stato che subisce un’aggressione armata deve avere la possibilità di proteggere i propri cittadini e liberare il proprio territorio. Se ha bisogno di aiuto con armi o granate, queste devono essere fornite. Se ha bisogno di aiuto finanziario, dovrebbe essere dato. Se ha bisogno di dati di intelligence, bisogna farlo. Ciò che non serve sono le bugie. […] La Russia ha paura dei veri negoziati e non vuole adempiere ad alcun obbligo internazionale. Mente a tutti. Come è tipico degli aggressori, dei terroristi. Il terzo punto della nostra formula di pace è il ripristino della sicurezza e dell’integrità territoriale. Guardate quanti elementi della sicurezza globale la Russia ha minato con la sua guerra: la sicurezza marittima, la sicurezza alimentare, la sicurezza dalle radiazioni, la sicurezza energetica e la sicurezza dalle armi di distruzione di massa. […] Alla vigilia della riunione dell’Assemblea generale, la Russia ha lanciato dei missili contro la centrale nucleare dell’Ucraina meridionale. L’esplosione ha colpito gli edifici della centrale: le finestre sono state rotte, i muri sono stati danneggiati. I missili sono esplosi a soli trecento metri dalle pareti dei reattori. […] Il ricatto russo sulle radiazioni è qualcosa che dovrebbe preoccupare ognuno di voi, perché nessuno di voi troverà un vaccino contro le conseguenze delle radiazioni. La crisi del costo della vita continua in decine di paesi e affonda le sue radici nella destabilizzazione del mercato dell’energia. E’ necessario rimuovere il principale fattore di turbolenza dei prezzi a livello globale, ossia il ricatto energetico russo. E’ necessario fissare un tetto ai prezzi ai quali la Russia esporta le sue risorse energetiche. E’ necessario che il petrolio e il gas russi tornino a essere beni comuni. Attualmente, il petrolio e il gas sono le armi energetiche della Russia. Limitare i prezzi significa salvaguardare il mondo. Questo è il modo per ripristinare la sicurezza energetica e dei prezzi. Dopo il terrore dei missili russi, dopo i massacri, dopo Mariupol. Dopo il fuoco contro i prigionieri ucraini a Olenivka da parte dell’esercito russo. Dopo il blocco dei porti. Dopo gli attacchi dei carri armati e dei missili russi alle centrali nucleari. E dopo le minacce di usare armi nucleari, che sono diventate la regola, non l’eccezione, per i propagandisti russi... dobbiamo finalmente riconoscere la Russia come stato sponsor del terrorismo. A tutti i livelli. In tutti i paesi che professano i valori della pace e della protezione della vita umana. Legalmente. Politicamente. Il quarto punto della nostra formula di pace è costituito dalle garanzie di sicurezza. Ogni nazione ha diritto a garanzie di sicurezza. Non solo le nazioni più grandi. Non solo quelle più fortunate. Abbiamo proposte per migliorare l’architettura di sicurezza per l’Ucraina, per l’Europa e per il mondo che non permetteranno più alcuna aggressione contro di noi. Le stiamo già presentando ai nostri alleati. Proposte di trattati multilaterali e bilaterali giuridicamente vincolanti. Queste sono le condizioni per l’azione dei garanti e il calendario delle loro azioni per portare risultati – risultati a terra, in mare e in aria; nella diplomazia e nella politica, nell’economia e nella finanza, nella fornitura di armi e intelligence. Ognuno di voi, che riceverà il testo della nostra formula per la pace, vedrà anche i dettagli di ciò che offriamo come garanzie di sicurezza. Il quinto punto della formula di pace ucraina è la determinazione. E’ una cosa senza la quale gli altri quattro elementi non funzionano. E’ la nostra determinazione a combattere, è la determinazione dei nostri alleati ad aiutarci. E questa è la determinazione del mondo a unirsi con chi combatte contro l’aggressione armata e a richiamare all’ordine chi minaccia tutti. Quindi, tutti e cinque i punti della nostra formula: punizione dell’aggressione; protezione della vita; ripristino della sicurezza e dell’integrità territoriale; garanzie di sicurezza e determinazione a difendersi. Cosa non c’è nella nostra formula? La neutralità. Chi parla di neutralità, quando i valori umani e la pace sono sotto attacco, intende qualcos’altro. Parla di indifferenza: ognuno per sé. Ecco cosa dicono. Fingono di interessarsi ai problemi degli altri. Si prendono cura l’uno dell’altro in modo formale. Sono solidali solo per il protocollo. Ed è per questo che fingono di proteggere qualcuno, ma in realtà proteggono solo i loro interessi acquisiti. E’ questo che crea le condizioni per la guerra. E’ questo che bisogna correggere per creare le condizioni per la pace. Tutto ciò che serve è la determinazione. […] Per quanto riguarda i colloqui tra Ucraina e Russia. Probabilmente vi sarà capitato di sentire parole diverse da parte della Russia in merito ai colloqui, come se fosse pronta a farli. Parlano di colloqui ma annunciano la mobilitazione militare. Parlano di colloqui ma annunciano pseudo referendum nei territori occupati dell’Ucraina. Che cosa è vero allora? La mobilitazione militare in Russia è vera. Anche i finti referendum sono veri. La Russia vuole la guerra. E’ vero. Ma la Russia non potrà fermare il corso della storia. L’umanità e il diritto internazionale sono più forti di uno stato terrorista. La Russia sarà costretta a porre fine a questa guerra. La guerra che ha iniziato. Escludo che l’accordo possa avvenire su una base diversa dalla formula di pace ucraina. Più si spinge avanti il terrore russo, meno è probabile che qualcuno al mondo accetti di sedersi a un tavolo con loro. […] E infine. Voglio ringraziare i centouno paesi che hanno votato perché io potessi fare questo mio intervento. E’ stato un voto non solo sul formato. E’ stato un voto sul principio. Solo sette paesi hanno votato contro: Bielorussia, Cuba, Corea del Nord, Eritrea, Nicaragua, Russia e Siria. Sette. Sette paesi che hanno paura di un discorso video. Sette paesi che rispondono ai principi con un pulsante rosso. Solo sette. Centouno – e sette. Amici! Se questa coalizione è contraria alla nostra determinazione, allora mi congratulo con tutti voi. Perché questo significa che la pace prevarrà su qualsiasi aggressione e che per noi non c’è alcun ostacolo all’attuazione della formula di pace. Vi ringrazio per la vostra attenzione. Ancora una volta, auguro a tutti voi la pace! Gloria all’Ucraina!

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