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Il Foglio Rassegna Stampa
25.05.2022 Nazisti per Putin
Commento di Micol Flammini

Testata: Il Foglio
Data: 25 maggio 2022
Pagina: 1
Autore: Micol Flammini
Titolo: «Nazisti per Putin»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/05/2022, a pag.1 con il titolo "Nazisti per Putin", l'analisi di Micol Flammini.

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Micol Flammini

Interview: Can The Russian Military Overcome Its Manpower Problems In  Ukraine?

Roma. Nella regione di Kyiv sono state trovate più di dieci fosse comuni, che allungano il numero delle persone uccise nei distretti che circondano la capitale, come Bucha. La maggior parte dei corpi presenta ferite da armi da fuoco, segno del fatto che sono probabilmente vittime di un’esecuzione. Mentre Kyiv pensa alla sua ricostruzione, fa ancora i conti con le atrocità e con la consapevolezza di vivere al fianco di un nemico di cui non potrà mai fidarsi, che potrebbe sempre creare un nuovo pretesto per una nuova guerra. Uno dei pretesti di quest’invasione è stato quello di combattere i nazisti in Ucraina e in questi giorni l’intelligence tedesca ha rivelato che al fianco dei soldati regolari di Mosca combattono almeno due formazioni neonaziste che si coordinano con l’esercito regolare nell’ambito dell’“operazione speciale” iniziata per “denazificare e smilitarizzare” l’Ucraina. L’intelligence ha fatto finora il nome di due movimenti che forniscono combattenti a Mosca: la Legione imperiale russa e i gruppi Rusich. La prima è il braccio armato del Movimento imperiale russo, un gruppo ultranazionalista che vede in Mosca la capitale spirituale per una rinascita dell’occidente e che gli Stati Uniti hanno designato come organizzazione terroristica due anni fa. I secondi invece sono una costola delle milizie della Wagner. La guerra contro l’Ucraina non poteva non esaltare le frange più nazionaliste della Russia, ma la loro partecipazione alle guerra mostra in maniera ancora più vivida le bugie di Vladimir Putin. I rapporti non indicano se sia stato il Cremlino a invitare questi gruppi a unirsi alla guerra, ma uno dei problemi che Mosca affronta è quello della mancanza di uomini e questi combattenti rafforzano le schiere dell’esercito. La Legione imperiale sarebbe in Ucraina dai primi di marzo, i Rusich invece sarebbero arrivati un mese più tardi e il loro coinvolgimento è tale che anche alcuni esponenti di rilievo sono rimasti feriti nei combattimenti. I gruppi Rusich conoscono bene il Donbas, vi hanno combattuto al fianco della Wagner, composta da miliziani neonazisti che espongono simboli come la svastica o le rune, già nei primi giorni della guerra del 2014, che vedeva fronteggiarsi l’esercito di Kyiv e i filorussi aiutati da Mosca. A parlare della presenza della Wagner anche nella guerra scoppiata il 24 febbraio è stato il Pentagono. La guerra va avanti dolorosa e lenta. Mosca non ottiene grandi guadagni territoriali, ma non per questo ha smesso di fare del male all’Ucraina. La Russia sta cercando di spezzettare il territorio della nazione vicina, di accerchiare i soldati, ma agisce con una strategia sempre meno precisa. Gli ucraini non vogliono un cessate il fuoco che sappia di resa, lo ammettono solo se accompagnato dal ritiro delle truppe russe dai territori occupati, sono stanchi, e nel Donbas la stanchezza si sente più che altrove, ma sanno che devono incalzare. Per questo per loro il piano di pace italiano che parte dal cessate il fuoco è impensabile: Mosca userebbe la tregua per riorganizzarsi. Ma anche la Russia non sembra aver approvato le proposte del ministero degli Esteri italiano: l’ex presidente Dmitri Medvedev si è espresso contro, il Cremlino dice di non averlo ancora letto. Vuole continuare la sua guerra, sempre più costosa e meno logica. La propaganda russa si muove in modo da trovare ampio appoggio soprattutto negli ambienti di estrema destra e anche di estrema sinistra. Canali telegram rivolti a un pubblico internazionale sono cuciti su misura per frange estremiste, spesso con simpatie naziste. Anche le cospirazioni antisemite sono spesso utilizzate per giustificare l’invasione e rimbalzano tra i propagandisti di estrema destra europei e americani. In Germania i canali estremisti su Telegram dipingono gli ucraini come gli eredi delle tribù cazare, un popolo turco che, secondo alcuni, nel Medioevo si convertì all’ebraismo e quindi la guerra è vista come la giusta lotta contro la “mafia cazara”. Mosca non disdegna queste letture e anzi le fomenta. Nei paesi europei questi gruppi estremisti a sostegno della guerra contro gli ucraini sono una minoranza, negli Stati Uniti invece la propaganda russa solletica le idee trumpiane, cerca i suoi cantori anche nel Partito repubblicano e non per niente la notizia falsa sui biolaboratori americani in Ucraina era collegata al nome di Hunter Biden, il figlio del presidente democratico. Per rendere incontestabili le idee contro l’Ucraina, Mosca ha potenziato il suo esercito di fact checker, che gli ucraini chiamano fake checker. Sono coloro che prendono la verità, la manipolano in modo da renderla distorta, mentre raddrizzano le falsità. Così le idee sul genocidio, sugli attacchi chimici, sugli ucraini nazisti diventano parte di un puzzle, il tassello di una storia che ha senso per la logica di Mosca, che ha iniziato una guerra nel nome della denazificazione che piace tantissimo ai neonazi.

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