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La Nazione Rassegna Stampa
16.12.2022 Charlotte Salomon
Commento di Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 16 dicembre 2022
Pagina: 15
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Charlotte Salomon»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 16/12/2022, il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

Tutto su Charlotte Salomon
Charlotte Salomon

Charlotte dipinse solo per 18 mesi della sua breve vita, ma è una delle più grandi artiste del XX secolo. Nata a Berlino, fuggita in Francia, verrà uccisa a Auschwitz, a 26 anni, incinta di cinque mesi. Le sue opere furono esposte solo nel ´61, e fu una scoperta straordinaria. Charlotte Salomon ha ispirato un film, un balletto, un´opera lirica, su di lei hanno scritto diversi libri, saggi critici, una biografia. Ora un Biopic è stato, presentato al Film festival ebraico a Londra. Nel 2012, a Documenta XIII, la grande rassegna di arte contemporanea che si tiene a Kassel ogni cinque anni, cento sue gouache furono esposte in una sala buia. Nella penombra, con colori netti, le tavole raccontavano l´esistenza di una giovane ebrea, tra arte e morte, e anche la nostra storia. La curatrice di Documenta, l´ italoamericana Carolyn Christov Bargaiev, aveva voluto presentare una rassegna del secolo scorso, artisti noti o dimenticati. Fu una rassegna affascinante, l´ultima, l´estate scorsa, è stata un fallimento, uno scandalo per le opere antisemite presentate.

Il dossier di Pagine Ebraiche Charlotte Salomon, l'arte per la vita - Moked

Charlotte in 1325 gouache raccontò la sua biografia, o la inventò, ogni tavola accompagnata da un breve testo, una sorta di fumetto, a cui diede il titolo Leben? Oder Theater?, vita o teatro. La prima Graphic Novel, come si dice adesso. Era nata a Berlino, durante la Grande Guerra, il 16 aprile del 1917. Il padre Albert Salomon è un celebre chirurgo ebreo. La madre Franziska muore quando lei ha nove anni, di influenza le dicono. Quattro anni dopo, il padre si sposa con la cantante Paula Lindberg. “Amavo Charlotte, e lei mi amava, eravamo unite come madre e figia”, le fa diire l´artista. La matrigna occupa un ruolo importante nell´opera, ma la realtà fu più conflittuale. La ragazza si innamorßo del maestro di canto di Paula. Frequenta un liceo per le ragazze della buona società, la espellano perché ebrea un anno prima della maturità. Riesce a iscriversi all´Accademia di Belle Arti, perché il padre ha combattuto nella Grande Guerra. Ottiene il primo premio in un concorso tra gli allievi, ma la vittoria viene annullata perché ebrea. Nel gennaio del ´39, Cjarlotte parte per la Riviera Francese, dove vivono i nonni, a Villefranche-sur-mer, vicino a Nizza. “Era seducente, piena di vita, ma timida e riservata, eravamo sicuri che ci saremmo rivisti,” raccontò il padre. Con Paula anda a sua volta in Olandam e sfuggirà alla deportazione, morirà nel 1976, a 93 anni. Quando vedrà le opere della figlia, rimarrà sorpreso, ignorava che Charlotte avesse un grande talento. Dipinge con colori netti. Le tavole berlinesi sono cupe, interni quasi senza luce, le strade sotto la pioggia, quelle francesi soffuse di luce dorata, con colori vivi, azzurri, verdi. Si uccide la nonna, e il nonno le rivela che anche sua madre si tolse la vita, a 36 anni, come la sorella, e altre parenti, “Una maledizione di famiglia pesa sulle donne”, le rivela. Charlotte non sa se morirà per mano dei nazisti, che hanno occupato la Francia, o non sfuggirà alla maledizione, e deciderà di togliersi la vita. Incomincia a dipingere in modo frenetico, si chiude in camera a lavora fino all´alba. In tutto creerà 1325 gouache, quasi tre al giorno, tutte nello stesso formato 32 per 25, e ne sceglie 869 per unirle in un´opera unitaria. Charlotte racconta di aver avvelenato il nonno, forse colpevole di abusi sessuali. Probabilmente è solo un desiderio, Il nonno sarebbe morto in seguito di una caduta per strada. Ma non ci sono prove certe. Poco prima della deportazione, affida in una valigia le sue opere a un amico. Si sposa con un giovane profugo austriaco, Alexander Nagler. Vengono traditi, e arrestati il 24 settembre del ´43, e deportati il sette ottobre a Auschwtz. Charlotte è uccisa poco dopo l´arrivo al lager, probabilmente il dieci ottobre, Alexander muore di stenti il 2 gennaio del 44. Una pietra d´inciampo ricorda Charlotte innanzi alla casa di famiglia, nella Wielandstrasse 15, nel quartiere di Charlottenburg. Hanno dato il suo nome a una strada e a una scuola elementare.

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