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La Nazione Rassegna Stampa
22.03.2016 A ruota di Gino Bartali, 'Giusto tra le Nazioni'
Commento di Alfredo De Girolamo

Testata: La Nazione
Data: 22 marzo 2016
Pagina: 18
Autore: Alfredo De Girolamo
Titolo: «Onore a Bartali, il 'Giusto' fra le Nazioni»

Riprendiamo dalla NAZIONE di oggi, 22/03/2016, a pag. 18, con il titolo "Onore a Bartali, il 'Giusto' fra le Nazioni", il commento di Alfredo De Girolamo.

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Da Firenze ad Assisi in bicicletta, 200 km di passione e cuore hanno portato nella domenica delle Palme la squadra ciclistica professionista israeliana Cycling Academy a ricordare Gino Bartali, indimenticabile sportivo e uomo. Non solo per le gesta epiche del grande corridore ma principalmente per onorare il Bartali "Giusto fra le Nazioni", il più importante riconoscimento che Israele assegna a un non ebreo che ha messo a rischio la propria vita per salvare gli ebrei dalla Shoah.

Bartali fu uno di questi e Ran Margaloit, ex ciclista, oggi manager della giovane squadra, ha voluto ricordare il grande campione toscano. Margaloit sta promuovendo nel suo Paese la bellezza e la passione per il ciclismo, con Bartali riferimento etico: «Quella di Bartali è una vicenda dal valore universale, senza confini. Un dono meraviglioso per l'umanità intera». Ed è così che nasce questa pedalata lungo le strade che Ginettaccio percorreva giorno e notte, con i documenti d'identità falsi nascosti nel tubo della sua bicicletta.

Gino Bartali, buon fedele, entrò in questo gioco tanto nobile quanto pericoloso su richiesta dell'amico cardinale di Firenze, Elia Dalla Costa, che impegnato nell'aiuto clandestino agli ebrei, a rischio della vita, chiese al grande ciclista se poteva diventare una staffetta per trasportare documenti. Gino conosceva bene tutta la rete stradale e le vie anche meno battute della sua regione. Chi avrebbe fermato Bartali, il campione che si allenava per i prossimi giri e tour? E così lui pedalava, contribuendo a salvare vite umane in silenzio. Così fece anche con l'ebreo Giacomo Goldenberg e la sua famiglia, che in quel '43 nascose in una piccola casa in via del Bandino. Bartali fino alla fine dei suoi giorni preferì mantenere il riserbo su quelle storie.

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