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La Stampa Rassegna Stampa
29.12.2024 Gaza, nascosti nell’ospedale terroristi finti pazienti
Cronaca di Fabiana Magrì

Testata: La Stampa
Data: 29 dicembre 2024
Pagina: 17
Autore: Fabiana Magrì
Titolo: «Gaza, raid nell’ospedale Idf: uccisi 10 terroristi Hamas, 48 morti in 24 ore»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/12/2024, a pag. 17, con il titolo "Gaza, raid nell’ospedale Idf: uccisi 10 terroristi Hamas, 48 morti in 24 ore", l'intervista di Fabiana Magrì.

Fabiana Magrì
Fabiana Magrì

Raid dell'IDF nell'ospedale Kamal Adwan, nel nord della striscia di Gaza. C'erano terroristi di Hamas che si fingevano pazienti. E poi l'IDF si becca la colpa di uccidere malati e feriti: per episodi come questo.

Sabato mattina le truppe israeliane hanno lasciato l’ospedale Kamal Adwan a Jabalia, nel Nord della Striscia di Gaza, dopo 48 ore di scontri con gli uomini armati di Hamas e del Jihad islamico palestinese. È il portavoce militare Nadav Shoshani a fornire i dettagli dell’ennesima operazione controversa di questo fronte del conflitto tra Israele e Hamas. Controversa ma «necessaria», nella ricostruzione dell’esercito. Per lo Shin Bet, l’ospedale era di nuovo utilizzato come nascondiglio e rifugio dalle fazioni palestinesi. E allora sono tornate le truppe della 401ª Brigata corazzata a circondare la struttura. All’interno, e qui le versioni combaciano, ci sono 350 persone. Il portavoce di Tsahal sostiene che «95 pazienti, operatori sanitari e medici sono stati evacuati dal Kamal Adwan al vicino ospedale indonesiano». Non solo le persone, anche «tutto ciò che serve per mantenere e far funzionare i sistemi essenziali». E fa l’elenco: 5.000 litri di carburante, due generatori, attrezzature mediche. Centinaia di civili, continua Shoshani, hanno lasciato l’area - dichiarata zona di guerra - attraverso «percorsi di evacuazione definiti». E sostiene che alcuni miliziani si siano finti pazienti e dottori per cercare la fuga in ambulanza. Sono poi entrate in campo le forze dell’unità Shayetet 13 della Marina, per eseguire «attività mirate». Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, invece, il raid «ha messo fuori uso l’ultima grande struttura sanitaria nel Nord di Gaza». Le fonti del ministero della Sanità di Hamas e il direttore dell’ospedale, Hussam Abu Safiya parlano di almeno 50 morti e di locali dati alle fiamme dai soldati. Il portavoce di Tsahal offre un’altra versione: «Un piccolo incendio in un edificio vuoto, di cui non conosciamo la causa, era già divampato prima del nostro arrivo». I morti, specifica l’esercito, sarebbero «approssimativamente 10». Centinaia gli arresti: «240 terroristi identificati» e altri sospetti fermati per i primi interrogatori sul campo, gestiti dall’unità 504 della Direzione dell’Aman, l’intelligence militare, e dallo Shin Bet. Tra loro, lo stesso direttore del Kamal Adwan. Identico destino del predecessore nel ruolo, nella stessa struttura. Confessò poi di essere affiliato ad Hamas. Nel caso di Abu Safiya, Israele sospetta la stessa appartenenza «ma non ha confessato e non abbiamo ancora le prove», chiarisce Shoshani. Negli ambienti dell’ospedale le truppe hanno anche localizzato e requisito granate, pistole, munizioni e altre armi. Dopo 450 giorni di guerra a Gaza, con 101 ostaggi israeliani ancora prigionieri e un accordo per il cessate il fuoco e la loro liberazione su cui si sono nuovamente spenti i riflettori in mancanza di veri progressi, Tsahal non può chiudere il primo dei molti fronti aperti nella regione. Dopo aver concluso le attività a Rafah la scorsa settimana, la Brigata Nahal ha iniziato una nuova operazione a Beit Hanoun. Da qui, dalla Striscia settentrionale, sono stati lanciati ieri due razzi verso Gerusalemme. Non accadeva da un anno. Il portavoce arabo di Tsahal, Avichay Adraee ha emesso un avviso di sgombero urgente per i residenti di Beit Hanoun, prima che entrasse in azione l’aeronautica militare. Il ministero della Salute di Hamas ha detto che gli attacchi israeliani delle ultime 24 ore hanno ucciso 48 persone in tutta l’enclave, almeno nove dei quali in una casa nel campo di Maghazi nel centro della Striscia, che portano il bilancio totale dei morti a 45.484 dal 7 ottobre del 2023. Ieri le sirene intorno a Gerusalemme avevano diffuso l’ululato di allarme già nel cuore della notte. Per la prima volta, la minaccia arrivava dallo Yemen. Il missile degli Houthi è stato intercettato, dice Israele, prima di raggiungere il territorio ebraico. Il botta e risposta a distanza (di 2 mila chilometri) fra il gruppo alleato dell’Iran e la coalizione partner di Israele è ormai quotidiano. Il canale Al-Masirah, affiliato agli Houthi, ha segnalato due attacchi da parte della coalizione internazionale (Stati Uniti e Regno Unito al fianco dello Stato ebraico) nella provincia di Hajjah, nel Nord-Ovest dello Yemen.

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