lunedi` 29 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
09.01.2024 Netanyhau: valutiamo ogni opzione
Commento di Nello Del Gatto

Testata: La Stampa
Data: 09 gennaio 2024
Pagina: 6
Autore: Nello Del Gatto
Titolo: «Escalation con il Libano ucciso capo di Hezbollah. Israele: pronti alla guerra»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/01/2024, a pag.6 con il titolo "Escalation con il Libano ucciso capo di Hezbollah. Israele: pronti alla guerra" la cronaca di Nello Del Gatto.

Nello Del Gatto
Nello Del Gatto

Eliminato da Israele uno dei capi di Hezbollah Wissam Hassan al-Tawil. Qui fotografato vicino al comandante iraniano Qassem Soleimani, eliminato dagli USA
 
Israele preferisce ripristinare la sicurezza per i suoi cittadini al confine con il Libano senza una vasta campagna militare, ma è pronto anche a questa opzione. È quanto ha detto il premier Benjamin Netanyahu visitando i soldati di stanza al confine con il Paese dei cedri. «Hezbollah ci ha fatto un grosso torto nel 2006, e ci sta facendo un grave torto anche adesso», ha detto il premier a Kiryat Shmona, visitando le truppe, poco dopo che l'area era stata colpita da un missile anticarro, che aveva ferito un israeliano a Shtula. Poco prima, il ministro della difesa Gallant aveva detto che il Paese ebraico, se Hezbollah continua con i suoi attacchi, è pronto a "copiare e incollare" lì quanto sta facendo a Gaza.
E un colpo è stato assetato. L'esercito ha ucciso uno dei leader di Hezbollah, Wissam al-Tawil, noto anche come "Jawad", vice capo di un'unità della forza d'élite Radwan. L'uomo è stato colpito da un attacco aereo nella sua auto mentre viaggiava in compagnia di altri due miliziani nel villaggio libanese di Majdal Selem. Il leader del "partito di Dio", Hassan Nasrallah, in due discorsi sulle televisioni nei giorni scorsi, dopo l'uccisione a Beirut del numero due di Hamas Saleh Al Arouri, aveva minacciato Israele di ripercussioni per ogni morto palestinese o libanese in Libano, ed era partita una salve di 62 razzi che ha centrato una base di controllo aereo israeliana. Si teme, ora, che con l'eliminazione di Jawad, aumenti la tensione in un'area già di per sé molto tesa.
Il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, riferiscono i media israeliani, ha affermato che il suo Paese è pronto ad attuare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Questa, adottata dopo la guerra del luglio 2006 tra Hezbollah e Israele, prevede che dovrebbe esserci una zona smilitarizzata tra il fiume Litani in Libano e la cosiddetta Linea Blu, che separa il Paese dei cedri da Israele. Per il ministro, Israele «deve ritirarsi completamente da tutti i territori libanesi e porre fine alle violazioni terrestri, marittime e aeree», l'esercito libanese controllerà tutto il Libano, fino al confine con Israele, e Hezbollah si disarmerà.
Ma la tensione resta alta, come restano alti gli sforzi diplomatici. In Israele ieri c'era la ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock, mentre per oggi sono previsti incontri del segretario di Stato americano Antony Blinken con i vertici israeliani, nella sua quarta visita dall'inizio della guerra. Blinken ieri è stato in Arabia Saudita, dove ha incontrato anche il capo della diplomazia europea Josep Borrell, oltre ai vertici del regno saudita, con i quali ha discusso dell'implementazione del processo di pace per la soluzione a due Stati. «Questo è un momento di profonda tensione per la regione. Si tratta di un conflitto che potrebbe facilmente metastatizzare, causando ancora più insicurezza e sofferenza», ha detto Blinken a Doha prima di dirigersi ad Abu Dhabi e poi a Riad. Blinken dirà ai vertici israeliani che è imperativo che facciano di più per prevenire le vittime civili a Gaza e che ai civili palestinesi deve essere consentito di tornare a casa e non essere costretti a lasciare Gaza.
Sia Netanyahu che Gallant hanno confermato che la guerra a Gaza è entrata in una nuova fase, ma che ci vorrà molto tempo per finire. Il ministro della Difesa ha detto che soprattutto a Nord della Striscia si comincerà con una fase meno intensa di combattimenti, cosa che ha scatenato le proteste del ministro della sicurezza nazionale Itmar Ben Gvir, che è per la linea dura. Di fase militare ha parlato anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani in una telefonata con gli omologhi di Regno Unito e Francia, cominciando l'anno di presidenza italiana del G7. «I Paesi del G7 stanno lavorando con il governo israeliano per trovare una rapida uscita dalla fase militare», ha detto Tajani. Daniel Hagari, il portavoce dell'esercito israeliano, ha spiegato i connotati di questa nuova fase, dicendo che l'intensità dei combattimenti nella Striscia settentrionale, in particolare, ha iniziato a diminuire mentre l'esercito si è spostato verso la conduzione di raid più mirati, invece di operazioni su larga scala. L'attenzione sarà ora focalizzata sulle roccaforti di Hamas nella Gaza centrale e meridionale, come Khan Yunis e Deir al Balah.
L'obiettivo è sempre quello di annientare Hamas e di riportare a casa gli ostaggi. Su questo fronte, le brigate Al Quds, l'ala militare del Jihad Islamico, hanno diffuso il video di un ostaggio israeliano nelle loro mani, che a Netanyahu dice: «Mi avete lasciato prigioniero. Mi hai lasciato ad affrontare la morte».
Secondo il quotidiano Israel Hayom, Israele conosce l'ubicazione esatta a Gaza del leader di Hamas Yahya Sinwar, la mente degli attacchi terroristici del 7 ottobre. Tuttavia, Sinwar si è circondato di un gran numero di ostaggi israeliani vivi, il che impedisce all'esercito di sferrare un attacco contro di lui. La notizia fa seguito ad una dichiarazione simile rilasciata ieri alla radio Kan dall'ex capo dell'intelligence militare Amos Yadlin.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT