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La Stampa Rassegna Stampa
23.09.2023 I super missili di Biden per Kiev
Analisi di Alberto Simoni

Testata: La Stampa
Data: 23 settembre 2023
Pagina: 23
Autore: Alberto Simoni
Titolo: «Gli Usa cedono sugli Atacms, a Kiev missili a lunga gittata per vincere»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/09/2023, a pag.23 con il titolo "Gli Usa cedono sugli Atacms, a Kiev missili a lunga gittata per vincere" l'analisi di Alberto Simoni.

Alberto Simoni - US CORRESPONDENT - La Stampa | LinkedIn
Alberto Simoni

Missili Atacms all'Ucraina da Usa: cosa sono e come funzionano

Il presidente americano Joe Biden ha detto a Volodymir Zelensky che gli Stati Uniti invieranno «un ridotto numero di missili a lunga gittata», gli Atacms (Army Tactical Missile System) all'Ucraina. È quanto ha rivelato la Nbc citando fonti dell'Amministrazione e del Congresso. Non è precisato né il numero di vettori - con sistema di lancio da terra e gittata fino a 300 chilometri - né quando l'annuncio ufficiale avverrà. Ma il processo decisionale è arrivato alle ultime fasi. Di recente le discussioni nelle varie agenzie sono passate a livello di riunioni fra funzionari di medio livello dei dipartimenti quindi ai vice sino ai responsabili stessi. L'ordine non è stato ancora firmato da Biden, ma nelle ore che hanno preceduto il bilaterale nello Studio Ovale di giovedì, Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale aveva confermato che «l'ipotesi Atacms non era stata tolta dal tavolo», anche se l'invio dei missili non sarebbe stato incluso nel pacchetto da 325 milioni annunciato dalla Casa Bianca. Zelensky ha lasciato Washington giovedì sera affermando di «aver ottenuto quello di cui i nostri soldati hanno bisogno» e non lamentando - come invece era capitato in passato - che l'America e gli alleati europei fossero un passo indietro rispetto alle richieste. Possibile che la promessa di Biden gli abbia dato un po' di sollievo dopo l'incontro con il Congresso che minaccia - sul fronte della Camera - di bloccare il budget per fornire ulteriori aiuti a partire dal primo ottobre. Attualmente gli ucraini possono disporre di una serie di missili a medio e corto raggio. Inoltre, hanno a disposizione gli Storm Shadow britannici e gli Scalp francesi che hanno una gittata di circa 250 chilometri. Fonti vicine al Pentagono hanno spiegato a La Stampa che il «vantaggio degli Atacms è quello di essere subito impiegabili, possono essere montati sui lanciatori Himars che gli ucraini sanno già usare e sono precisissimi». E soprattutto potrebbero essere un elemento fondamentale, sottolinea la fonte, in vista di un inverno in cui ci si aspetta un periodo difficile con attacchi russi sulle infrastrutture per colpire le reti di approvvigionamento di cibo ed energia per la popolazione civile. Timore espresso pubblicamente anche da Sullivan. La prossima settimana sul campo arriveranno anche i carri armati Abrams e il potenziale ucraino per la controffensiva sarà potenziato anche dai missili Avenger e da quelli a medio raggio Hawk oltre che da un sistema ibrido - intercettori europei e sistemi di lancio ucraini. Il tutto in vista di una annunciata cooperazione strategia fra Washington e Kiev che metterà insieme mondo del business militare e funzionari governativi per aumentare produzione e studiare sistemi di deterrenza per il futuro. La Casa Bianca ribadisce che all'Ucraina servono armi per l'offensiva ma anche per difendere i territori liberati. Anche il Canada - dove Zelensky è andato in visita ieri - potenzia le difese ucraine: donerà altri 482 milioni di dollari in aiuti militari nei prossimi tre anni. E invierà addestratori per piloti degli F-16 e la manutenzione dei caccia. Sugli Atacms il Pentagono ha opposto una certa resistenza sin da quando nel luglio 2022 Zelensky ha iniziato a pressare per averli. L'ex numero due Colin Kahl in un recente intervento in un think tank di Washington ha puntualizzato che i vettori francesi e inglesi sono sufficienti e che «il problema per gli ucraini è un chilometro più avanti sul campo di battaglia, non decine» riferendosi a come la Russia ha minato il terreno e costruito «trappole» per i carri armati rendendo più complessa, faticosa e lenta l'avanzata. Nonostante questo - nota John Herbst dell'Atlantic Council - gli ucraini hanno riconquistato 300 chilometri quadrati di terreno, ovvero in tre mesi i soldati di Kiev hanno recuperato il territorio che i russi hanno impiegato 9 mesi a partire dall'autunno scorso a conquistare. C'è una doppia preoccupazione che circonda l'uso degli Atacms: il primo è lo stato degli arsenali statunitensi. Si teme che possano essere «alleggeriti» ulteriormente e indebolire la deterrenza Usa. Il Pentagono non ha diffuso la quantità di Atacms disponibili, ma la loro produzione sta esaurendosi a vantaggio di un nuovo sistema. La Lockheed Martin ha un contratto per produrre 500 missili a lunga gittata all'anno ma sono tutti destinati al mercato estero. Gli Atacms possono montare una testata unica oppure bombe a grappolo e sarebbe proprio questo il modello che Biden dovrebbe dare a Kiev. La seconda fonte di inquietudine è il possibile utilizzo per colpire nel territorio russo, che l'America ha sollevato spesso in passato con Zelensky prima di dare via libera a nuove armi. Soprattutto quando si trattò di sdoganare gli Himars.

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