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La Stampa Rassegna Stampa
20.05.2023 Putin si inventa la minaccia nucleare
Commento di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 20 maggio 2023
Pagina: 17
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «"Una nube radioattiva verso l'Europa". Il Cremlino s'inventa la minaccia nucleare»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/05/2023, a pag.17 con il titolo " "Una nube radioattiva verso l'Europa". Il Cremlino s'inventa la minaccia nucleare" il commento di Anna Zafesova.

Anna Zafesova | ISPI
Anna Zafesova

Vladimir Putin pushed to brink of nuclear horror | The Australian

 Una nube radioattiva che si sta spostando verso l'Europa, con le radiazioni già in aumento in Polonia: è l'ultimo incubo che Mosca cerca di evocare per spaventare gli alleati dell'Ucraina. La minaccia è stata affidata a un personaggio di prima grandezza nel regime del Cremlino, il segretario del Consiglio di sicurezza Nikolay Patrushev, ex capo dell'Fsb e uno degli uomini più fidati al fianco di Vladimir Putin, che ieri ha annunciato l'arrivo di una nube radioattiva prodotta dai bombardamenti russi dei depositi di armi a Khmelnitsky e Ternopil. I magazzini avrebbero contenuto munizioni all'uranio impoverito fornite a Kyiv dagli «anglosassoni», e quindi nella logica di Patrushev anche se le bombe che avrebbero diffuso la polvere radioattiva sono russe, la colpa è comunque dell'«Occidente collettivo», colpito ora dal boomerang del suo sostegno ai «nazisti ucraini». La smentita delle autorità polacche, che dichiarano di non aver registrato alcuna impennata nel livello delle radiazioni, e di quelle ucraine che sostengono che nessun magazzino di armi all'uranio impoverito sia stato colpito, non sembrano turbare i propagandisti del Cremlino, così come i pareri degli esperti internazionali che spiegano come le munizioni in questione non siano in grado di creare nubi radioattive. Del resto, era stato Putin in persona a dichiarare, appena saputa la notizia della fornitura di munizioni all'uranio impoverito per i carri armati Challenger destinati all'Ucraina, a denunciare l'invio di «armi con componenti nucleari», sostenuto anche dal suo ministro degli Esteri Sergey Lavrov, che pure dovrebbe sapere che questo tipo di armi non viene catalogato come «nucleari», ed è presente nell'arsenale della Russia stessa. Patrushev però ieri ha aggiunto alla lista delle accuse nei confronti dell'«Occidente collettivo» altre imputazioni: gli Usa starebbero già producendo nei laboratori in Ucraina e utilizzando contro le truppe russe «armi chimiche e biologiche», e gli attentati contro i propagandisti ultranazionalisti come Zakhar Prilepin e Vladlen Tatarsky sarebbero stati «coordinati direttamente da Washington». Accuse che, in caso di esistenza di prove, dovrebbero finire immediatamente sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, o almeno sulle pagine dei giornali russi, ma invece rimangono confinate a un discorso dell'ex capo dei servizi segreti, che propone altre rivelazioni clamorose, come quella che gli americani «vogliono convincere i giapponesi che a sganciare la bomba atomica su Hiroshima sia stata l'Urss e non gli Usa». Affermazioni che sollevano per l'ennesima volta l'interrogativo sugli obiettivi di una propaganda così palesemente infondata, oltre a quello più evidente di reagire alla notizia che Volodymyr Zelensky andrà a Hiroshima a partecipare a quel G7 dal quale la Russia è stata espulsa dopo aver annesso la Crimea, nel 2014. È vero che Patrushev si era già distinto in passato per dichiarazioni di fantapolitica come quella sull'imminente invasione dell'Ucraina da parte della Polonia. Minacce destinate essenzialmente a un pubblico interno russo, come l'affermazione fatta ieri che «la maggioranza dell'Europa aveva sostenuto Hitler», e quindi l'invasione dell'Ucraina oggi non è altro che il sequel di una Seconda guerra mondiale dipinta ormai dal Cremlino non come uno scontro tra il Terzo Reich e gli Alleati, ma come un atto della battaglia «esistenziale» tra Russia e Occidente. Con un occhio anche al pubblico europeo da terrorizzare con una minaccia nuova: dopo il ricatto del gas per «congelare l'Ue», ora a minare l'unità del fronte occidentale arriva la «nube radioattiva» prodotta dalle munizioni inviate dagli alleati, un «ennesimo piano B del Cremlino» come lo definisce il politologo Stanislav Belkovsky, ma anche una fake news che potrebbe ispirare i sostenitori di un appeasement di Putin. Curioso che proprio ieri il presidente russo sia apparso a sua volta in pubblico per dichiarare il «consolidamento al 90%» dei russi intorno a lui e alla sua guerra. L'apparente ritorno dell'iniziativa agli ucraini a Bakhmut, e l'abbattimento sopra Kyiv dei missili ipersonici russi Kinzhal – che Putin aveva proclamato impossibili da intercettare – hanno reso la necessità di un piano B ancora più evidente, e perfino molti sostenitori del regime hanno ironizzato in Rete sulle dichiarazioni di Patrushev. Anche perché se vere avrebbero richiesto da una grande potenza misure più pesanti di quelle annunciate dal Cremlino ieri: la messa al bando di Greenpeace, e il divieto di entrare in Russia a 500 funzionari americani tra cui Barack Obama.

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