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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Stampa Rassegna Stampa
23.04.2023 'Dateci le armi e Kiev vincerà per tutti. L'Europa ha dimenticato Hitler e Mussolini'
Intervista di Letizia Tortello a Oleksiy Danilov

Testata: La Stampa
Data: 23 aprile 2023
Pagina: 15
Autore: Letizia Tortello
Titolo: «"La controffensiva partirà se arrivano le armi fermiamo Putin o sarà guerra per 15 anni"»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/04/2023, a pag.15 con il titolo "La controffensiva partirà se arrivano le armi fermiamo Putin o sarà guerra per 15 anni" l'intervista di Letizia Tortello.

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Letizia Tortello

Oleksiy Danilov informed about the results of the NSDC meeting - National  Security and Defense Council of Ukraine
Oleksiy Danilov

Oleksiy Danilov, il segretario del Consiglio di Sicurezza dell'Ucraina, uno degli uomini più potenti e rispettati a Kyiv, non può parlare di controffensiva: «Qualcuno dei partner non ha ancora mantenuto le promesse».

Un ritardo, dunque, rispetto a quanto lo stesso governo Zelensky aveva annunciato anche a La Stampa, cioè un attacco massiccio delle forze ucraine in primavera? «In guerra non c'è ritardo, c'è strategia».

Com'è la situazione degli armamenti? È vero che potreste finire i missili a maggio? «Parto dal ricordare che nel 1994 sono state ritirate dall'Ucraina le armi nucleari per un valore di milioni di dollari. Se i partner pensano che gli ucraini debbano essere uccisi dai russi, non iniziamo nemmeno a discutere. Noi stiamo difendendo i confini Ue a Est, non solo le nostre terre, ma soprattutto i Paesi Nato. L'Europa ha dimenticato velocemente chi sono stati Hitler e Mussolini».

Alcuni alleati hanno mantenuto gli impegni: sono arrivati i Patriot dagli Usa, gli Iris-T dalla Germania. Chi è in ritardo nelle consegne di armi? «Queste informazioni posso diffonderle solo in accordo con i partner, vale anche per il governo italiano. Ma vorrei che gli alleati fossero più solerti».

Il sistema di difesa italo-francese Samp-T è arrivato? «Anche in questo caso, ne parleremo se il vostro governo darà l'autorizzazione. In generale, posso dire che ci aspettiamo aiuti da tutti i governi del mondo che condividono principi democratici contro governi terroristici che uccidono bambini. In questo senso, attendiamo sostegno dal governo Meloni. Se, diversamente, l'Italia intende supportare il regime di un moderno Hitler, faccia pure. Non credo scelga questo».

Concentrandoci sull'Italia, che tipo di resistenze notate? «Io dico che se esistono ancora fan di Benito Mussolini, di cosa possiamo parlare? Il 28 aprile 1945, se non mi sbaglio, Mussolini è stato ucciso. Se c'è chi ritiene che questo sia stato un errore, dovrebbe dichiararlo pubblicamente. Se gli italiani non riescono a capire la similitudine tra Putin e Hitler, proviamola col Duce. Il vostro Paese ama tanto i bambini. Dovrebbe immaginare che una persona ha dato l'ordine di uccidere i bambini italiani. Che differenza c'è coi bambini ucraini? Qui non reggono le scuse dell'economia. Stiamo parlando di un terrorista».

Lei ha detto che la controffensiva partirà «quando sarete pronti». Che significa, in concreto? «Ad oggi, dipende tutto dai partner, quando forniranno le armi saremo pronti». Lei ha dichiarato: «riconquisteremo anche la Crimea».

É un obiettivo indispensabile? Non rischia di prolungare di molto la guerra? «Se in Italia prendessero la Sicilia o il Veneto, stareste a guardare? Ritorneremo in possesso di tutto ad ogni costo. Oggi, qualcuno fa proposte di pace un po' particolari. Ma il nostro popolo dev'essere d'accordo. Ha pagato con la vita delle persone. Dovremmo chiudere gli occhi e dire "Putin forever" in una delle nostre terre? No, noi dobbiamo ribadire, Putin a giudizio. Se non succederà, questo mondo non avrà la pace per 10-15 anni e la guerra potrà arrivare in Europa».

Dopo la Cina, anche Macron parla di piano di pace. Vi sentite traditi dalla Francia? «Chi propone la pace oggi sono persone che mettono il denaro prima delle vite umane. Pensano che si possa comprare tutto e si vendono per i soldi russi. La Russia ha un sistema molto sviluppato di propaganda, finanzia progetti politici in Europa, corrompe politici e non solo col denaro. Se Putin uccidesse i figli di Macron, il presidente francese proporrebbe il dialogo? A questa domanda dovrebbe rispondere Macron».

Sospettate che la corruzione del Cremlino arrivi fino all'Italia? «Diciamo, parlando dell'Italia nello specifico, che è molto facile proporre delle donne a degli uomini, soprattutto quando si tratta di un uomo anziano».

Sareste disposti a continuare questa guerra per anni, pur di liberare tutte le regioni occupate? «Noi combatteremo finché sarà necessario. Una proposta di pace l'abbiamo, tutto il mondo la conosce».

Confidate che l'Ucraina entrerà nella Nato? Quanto tempo servirà? «Aspetteremo. Certo, entreremo. L'Italia è stata fortunata nel '49 quando è diventata membro Nato, e da allora non è mai più stata attaccata. Noi abbiamo scritto in Costituzione che l'Ucraina deve essere membro dell'Alleanza. Paghiamo col sangue. Abbiamo dimostrato di poter sconfiggere un esercito che faceva paura a tutti. Abbiamo solo bisogno del sostegno dei Paesi democratici per mettere il punto».

C'è una seconda guerra, quella delle spie, dei sabotaggi. Dai leaks americani ai collaborazionisti del Donbass che segnalano movimenti ucraini e posizioni da bombardare, è cresciuta l'attività di spionaggio di Mosca? «Sì. E se pensate che sul vostro territorio non ci siano le spie, sbagliate. Ci sono dappertutto, è un fatto verificato. In Ucraina, i nostri servizi segreti eliminano i collaboratori del Cremlino ogni giorno. Non è facile, è molto complicato».

Qualcuno vi ha consigliato di rallentare la controffensiva? «Conoscete il popolo ucraino. Pensate che qualcuno possa obbligarci a fare qualcosa?».

Nei documenti fuoriusciti dal Pentagono, emerge che gli Usa spiavano Kyiv. Alcuni partner stretti stanno diventando meno affidabili? «Un partner, o lo è o non lo è. Pensare che Kyiv possa nutrire diffidenza nei confronti di Usa o Regno Unito è un'interpretazione giornalistica europea sbagliata».

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