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La Stampa Rassegna Stampa
14.10.2022 Putin ricatta l'Europa divisa
Commento di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 14 ottobre 2022
Pagina: 17
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Lo Zar si affida al Sultano per ricattare l'Europa divisa»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/10/2022, a pag. 17, con il titolo "Lo Zar si affida al Sultano per ricattare l'Europa divisa", l'analisi di Anna Zafesova.

Anna Zafesova | ISPI

Anna Zafesova

Ukraine War: Vladimir Putin has gambled everything and lost - Atlantic  Council
Putin come Hitler?

Recep Tayyip Erdogan fa di nuovo aspettare Vladimir Putin, in un rituale ormai abituale che infligge al leader russo notoriamente ritardatario. Ma la Russia ha bisogno della Turchia, e Putin ritiene di avere per il suo collega turco - l'unico leader internazionale con il quale dialoga regolarmente - una proposta allettante che non riuscirà a rifiutare: diventare il dispensatore del gas russo a livello europeo. «Un hub del gas», è quello che il presidente russo offre alla Turchia, già diventato di fatto il Paese che gestisce i flussi di grano nel Medio Oriente in seguito all'accordo sul grano ucraino. Ufficialmente, all'incontro bilaterale tra Erdogan e Putin al vertice asiatico di Astana non si è parlato di Ucraina, e il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sostenuto che, contrariamente alle anticipazioni, il leader turco non ha svolto il suo ormai tradizionale ruolo di mediatore tra Mosca e la coalizione di Kiev-Washington-Bruxelles. Risulta però difficile crederlo, soprattutto in un momento in cui la Russia ha bisogno di una tregua, e Putin alterna minacce sul fronte militare e su quello energetico a un ritorno di attivismo diplomatico sul versante asiatico, l'unico che il leader russo riesce ancora a frequentare. Erdogan potrebbe essere un alleato cruciale su quel versante, e Putin non solo gli perdona il ritardo, ma elogia la sua "affidabilità" di partner energetico. Il messaggio che il presidente russo trasmette al leader turco è però chiaramente destinato anche alle orecchie europee: Mosca potrebbe costruire un secondo gasdotto che affiancherebbe il Turkish Stream, come potrebbe anche riparare il Nord Stream fermato dopo misteriose esplosioni sul fondo del mare, ma soltanto «se avesse un senso economico». In altre parole, l'Europa deve accettare di tornare a dipendere dalle forniture energetiche di Mosca, altrimenti il ruolo di "hub del gas" che era appartenuto alla Germania verrà regalato a Erdogan, per «regolare i prezzi normalmente». Secondo l'ufficio stampa del Cremlino, la proposta sarebbe stata accolta «con interesse», ma il presidente del consorzio Gazprom Aleksey Miller sostiene che sarebbe già stata accettata, e i turchi si preparerebbero a negoziare l'implementazione dei progetti già nei prossimi giorni. Considerato che il giorno prima Miller aveva prospettato il «congelamento di intere città europee» questo inverno, mentre Putin raccontava di una Europa che «si è ridotta ad accatastare legna, come nel Medioevo», il messaggio appare chiaro. Peskov rivela anche che ci sono stati arresti (si presume in Russia) di un gruppo che voleva sabotare il Turkish Stream, mentre Putin torna a raccontare a Erdogan dei "terroristi" che avrebbero fatto saltare le tratte del Nord Stream. Volodymyr Zelensky in un'intervista alla tv tedesca ZDF intanto lancia l'allarme su un nuovo piano russo: organizzare un attentato ai gasdotti in territorio russo da attribuire agli ucraini, per poi colpire in una finta rappresaglia il gasdotto che attraversa l'Ucraina e che continua a pompare il metano russo verso l'Ue. Un progetto che potrebbe rientrare nella nuova strategia di terrore russa, descritta dal vicepresidente della Duma Pyotr Tolstoy come «ridurre l'Ucraina al XVIII secolo» distruggendone centrali elettriche, gasdotti e dighe. Se il gasdotto che passa dalla Turchia restasse l'unico, Erdogan potrebbe in effetti ottenere leve di potere verso l'Europa, insieme a notevoli entrate per il transito. Nel tentare la Turchia, il padrone del Cremlino però sembra perdere completamente di vista le regole antimonopolio europee, per non parlare della decisione di Bruxelles di non dipendere più dal ricatto energetico di Mosca. A meno che non sia dell'idea che gli europei non vadano presi sul serio e che cambieranno idea alle prime difficoltà dell'inverno, visto che la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova racconta ai russi di una Europa che «non si lava e non si cambia i vestiti». E a meno che nella parte riservata dell'incontro, quella in cui i due presidenti sono rimasti da soli, Putin non abbia invece esposto a Erdogan una proposta per un negoziato di pace che il presidente turco ieri ha invocato pubblicamente.

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