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La Stampa Rassegna Stampa
06.03.2003 L'antisemitismo esce dall'università
Un nuovo appello in risposta alla lettera aperta dei docenti bolognesi che invitavano i militari israeliani alla diserzione.

Testata: La Stampa
Data: 06 marzo 2003
Pagina: 5
Autore: Franco Giubilei
Titolo: «Appelli contrapposti all'Università di Bologna»
Riportiamo un articolo di Franco Giubilei pubblicato su La Stampa giovedì 6 marzo 2003.Finalmente la polemica sull' "antica università di Bologna", salita alla ribalta per l'ignobile appello esce su un giornale a diffusione nazionale. Ci auguriamo che altri lo seguano. Una azione così ignobile e vile non deve rimanere sotto silenzio.
Mentre ad Haifa scoppiano le bombe e nei territori occupati aumenta la repressione dell´esercito, all´Università di Bologna i docenti si accapigliano sulla questione palestinese. Ha cominciato un nutrito gruppo di professori con una «Lettera aperta ai militari dell´esercito israeliano», in cui in buona sostanza si invitano ufficiali e soldati di Gerusalemme a disertare: «Rifiutatevi di continuare a opprimere il popolo palestinese. Abbassate le armi. Chiedete a gran voce, con il coraggio che vi dàla vostra fede religiosa, di smettere le violenze. E vedrete che le violenze cesseranno anche dall´altra parte». All´appello, che circola da tempo nell´ateneo bolognese, risponde ora un altro gruppo di docenti che critica duramente il documento non solo per l´incitamento alla diserzione rivolto ai cittadini di un altro Stato, ma soprattutto per le argomentazioni usate dai firmatari. "La gravità dei contenuti" scrivono i firmatari della contro-lettera aperta " è accentuata dal recente moltiplicarsi nel nostro paese di segni di un antiebraismo nuovo che ricorre a una serie di materiali antichi: da taluni interventi nel dibattito sull´ultimo libro di Asor Rosa all´iniziativa del dipartimento di studi eurasiatici dell´Università Cà Foscari di Venezia per boicottare i rapporti culturali con Israele». A suscitare la protesta sono state espressioni usate nel primo documento, come queste: «Abbiamo sempre considerato il popolo ebreo intelligente, sensibile, forte forse piש di tanti altri perchי selezionato nella sofferenza, nelle persecuzioni, nelle umiliazioni subite per secoli, nei pogrom e nei campi di sterminio nazisti(..) Sentiamo purtroppo che la nostra stima e il nostro affetto per voi, per il popolo ebreo, si sta trasformando in dolorosa rabbia per quello che state facendo al popolo palestinese». La reazione degli autori del secondo appello ha toni indignati oltre che preoccupati: «Che si tratti di stereotipi razzisti e di terribili confusioni tra israeliani, loro governo ed ebrei di tutto il mondo, i firmatari della lettera mostrano di non rendersi conto. Una tale inconsapevolezza da parte di docenti universitari di grande autorevolezza è un sintomo molto preoccupante del radicamento e dell´automatismo di questi schemi di pensiero». L´intervento si conclude con un invito al ragionamento: «La "lettera" avverte che sta crescendo fra i palestinesi "un odio immenso". Cerchiamo di non fare dilagare quest´odio nella comunità scientifica: fermiamoci e riflettiamo. E´ in gioco qualcosa di molto diverso da una divergenza di opinioni».
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