venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
12.09.2022 L'avanzata di Kiev
Commento di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 12 settembre 2022
Pagina: 5
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «L'avanzata di Kiev continua: 'Siamo arrivati alla frontiera'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/09/2022 a pag.5 con il titolo "L'avanzata di Kiev continua: 'Siamo arrivati alla frontiera' " l'analisi di Francesco Semprini.

Risultati immagini per francesco semprini
Francesco Semprini

Ten military lessons from the war in Ukraine

«Siamo giovani soldati, questo lo abbiamo costruito noi». Sulla strada della libertà, le tracce dell'infanzia rubata hanno il volto di quattro bambini che giocano a fare la guerra. Hanno in mano armi di legno, un kalashnikov, una pistola e alcuni bastoni. Piantonano quel tratto di strada facendo sventolare la bandiera ucraina su una casupola a due piani, mentre i mezzi militari sono protagonisti di caroselli clacson senza sosta. Si dirigono a Izium, lo snodo strategico appena liberato dalle truppe di Kiev nella controffensiva lampo in corso da cinque giorni. Ogni passaggio è celebrato da una suonata, alcuni si fermano alla vista dei fanciulli travestiti da guerrieri, ad ogni soldato i piccoli fanno dono di cioccolatini: «Siamo troppo felici di essere di nuovo liberi». Negli ultimi quattro giorni la bandiera ucraina è tornata a sventolare in tante località situate nella regione di Kharkiv, a pochi chilometri dal confine russo. A volte sono gli stessi residenti a issarla per celebrare l'arrivo delle truppe di Kiev e la liberazione da quelle di Mosca. È successo a Kozacha Lopan, a cinque chilometri dal confine orientale, occupata dai russi da marzo. Così come a Tokarivka, un altro insediamento di frontiera. «Il villaggio è stato liberato questa mattina. I russi hanno iniziato a radunarsi al mattino e hanno cominciato a fuggire», racconta Viktoriya Kolodochka, capo del distretto. Le forze armate ucraine sono arrivate anche a Hoptivka, un valico di frontiera sul confine nel distretto di Dergaci sempre nella regione di Kharkiv, dove sono oltre quaranta gli insediamenti ripresi, dice il governatore Oleg Sinegubov. Dell'Oblast fa parte anche Izium, riconquista vitale per la breccia nel Donbass. «Dobbiamo aspettare l'annuncio ufficiale del governo, ma vi posso confermare che la nostra bandiera è tornata a sventolare in città», spiega Max Strelnik, numero due del consiglio comunale di Izium. Da mesi non mette piede nella sua città, per lui la libertà ritrovata è un momento di gioia, ma c'è anche un po' di amarezza. «Rivengono in mente i momenti drammatici vissuti in questi sei mesi, e quanto è stato alto il prezzo che abbiamo dovuto pagare per la libertà, un tributo di vite, rinunce, privazioni, sofferenze». Per ora rimane a Lozava dove lo incontriamo, prima di ritornare a Izium serve il via libera delle autorità. «Sfortunatamente ci sono stati collaborazionisti, stanno cercando di individuarli e di non farli scappare come hanno fatto gli occupanti». Sugli insegnanti russi fatti arrivare su ordine di Mosca durante l'occupazione per consolidare l'opera di indottrinamento nelle scuole, spiega: «Di loro non c'è traccia, sono andati via ad agosto». A conferma che forse la grande fuga era stata pianificata. Strelnik teme invece che i russi abbiano lasciato una spietata testimonianza della loro presenza. «Sappiamo che sono stati commessi crimini di guerra, detenzione arbitrarie, torture, e casi di violenza su donne e bambini, temiamo l'esistenza di fosse comuni, di casi come Bucha, le autorità indagheranno su fatti e responsabilità». Ci spingiamo ancora più a ridosso di Izium, a Barvinkove dove il sindaco Oleksandr Balo sino a qualche giorno fa girava in mimetica e Kalashnikov. Ora ci accoglie in abiti civili. «Qui erano rimaste meno di mille persone, ora siamo già a duemila, in tanti stanno tornando, ricostruiscono e ripuliscono le loro case, è un nuovo inizio». Il primo cittadino ci porta nella biblioteca bombardata, la città è sempre stata una roccaforte ucraina e i russi si sono particolarmente accaniti. All'interno della carcassa di cemento gli scaffali rimasti in piedi sono scheletri deformi riempiti di volumi inceneriti: «Anche la cultura ha pagato il prezzo di questa occupazione, questa è la casa di tutti, la ricostruiremo». Per le strade di Barvinkove la gente ancora deve fare i conti con la libertà ritrovata. «Siamo stati fuori per cinque mesi, siamo tornati qualche giorno fa, abbiamo trovato la casa in questa condizione e abbiamo iniziato a pulirla, a mettere a posto», dice Galina mentre il marito guarda con sospetto dalle grate del cancello. «Quando abbiamo saputo della notizia di Izium siamo scesi in strada per abbracciarci, poi ho chiamato mia sorella, vive a Kramatorsk, e abbiamo brindato assieme al telefono». «Aspetto prima di festeggiare, ho paura che i russi possano tornare», dice invece Alyna mentre in bicicletta attraversa il ponte sul Karpenka. La prudenza è d'obbligo, come ricordano i presidenti ucraino Volodymyr Zelensky e americano Joe Biden. L'inquilino della Casa Bianca non vuole ancora esprimersi sulle notizie in merito alla controffensiva lampo che ha messo in fuga le truppe di Mosca. «Le operazioni sono in corso, è troppo presto per parlare», chiosa durante le commemorazioni degli attacchi dell'11 settembre 2001 al Pentagono. «Oggi rendiamo omaggio alle vittime dell'11 settembre. È uno dei giorni più tragici nella storia degli Stati Uniti e del mondo - scrive invece Zelensky su Twitter -. Affrontando quotidianamente attacchi missilistici, l'Ucraina sa bene cos'è il terrorismo e simpatizza sinceramente con gli statunitensi. Il terrorismo è un male che non ha posto nel mondo moderno!». Per il capo di Stato ucraino la Russia potrebbe prendere di mira «le società e le infrastrutture che forniscono riscaldamento» proseguendo la guerra con l'aiuto di uno storico alleato naturale di Mosca, il Generale Inverno. L'operazione lampo che sembra segnare un cambio di passo decisivo, potrebbe infatti essere una ritirata funzionale a una nuova strategia che vedrebbe l'uso dilagante dell'aviazione da parte di Mosca, assieme ai sabotaggi su larga scala. Ieri sera un'allerta aerea è stata lanciata in molte zone dell'Ucraina: dopo le segnalazioni di esplosioni, diverse regioni sono rimaste senza elettricità o hanno avuto perduranti problemi di alimentazione elettrica, soprattutto nell'Est del Paese. Per Zelensky non ci sono dubbi, Mosca punta all'oscuramento per colpire di nuovo l'Ucraina.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT